Ad uscire però saranno solo 30 mila, mentre gli altri 70 mila vedranno le proprie sentenze ridotte.
Ad usufruire della amnistia reale, saranno donne incarcerate per la prima volta con meno di 20 anni, chi ha fatto almeno un terzo della sentenza, disabili, ciechi e detenuti gravemente malati.
Ci saranno alcuni condannati per lesa maestà, mentre chi è stato condannato a morte avrà la sentenza commutata a sentenza a vita e chi ha avuto la sentenza a vita avrà la pena ridotta a 50 anni di carcere.
Nonostante l’amnistia reale, resta comunque sempre viva ed in auge la lesa maestà per cui è stato incriminato un giovane del gruppo di Dao Din, Jatupat Boonpattararaksa, che ha condiviso un articolo della BBC thai, in cui si fa un profilo del Re Rama X che non fa sconti.
Questa legge di lesa maestà, però, data la sua severità e vaghezza, è da tempo sotto il mirino di molti intellettuale e studiosi thai, oltre che dei sinceri democratici.
Ne parla anche un articolo ultimo del TheNation
La linea indistinta della diffamazione del re impedisce il dibattito nazionale vitale per il progresso del regno.
Nel fine settimana, la polizia ha arrestato un militante studentesco democratico accusandolo di aver insultato la monarchia dopo aver condiviso un articolo della BBC sul Re Maha Vajiralongkorn.
L’articolo era stato pubblicato sulla pagina di Facebook in lingua thai dell’emittente Britannica.
L’ufficiale che lo ha arrestato ha detto che l’articolo violava la legge di lesa maestà del paese causando il primo arresto per diffamazione del nuovo re appena salito al trono.
Jatupat Boonpattararaksa, studente di legge, rischia fino a 15 anni di carcere se condannato.
Jatupat, membro del vocale gruppo studentesco Dao Din, è stato arrestato nella provincia di Chyapun mentre partecipava ad una cerimonia religiosa. Il gruppo ha tenuto una serie di proteste pubbliche contro il governo guidato dai militari. Non c’è bisogno di dire che il loro obiettivo, la giunta, non ha tanto amore per i membri del suo gruppo.
L’ufficiale dell’arresto e il suo gruppo sembra aver agito a propria discrezione nel giudicare che Jatupat abbia violato la legge.
Comunque, non è chiaro perché sia stato prescelto lui per l’arresto quando in precedenza altri avevano condiviso lo stesso articolo. Potrebbe essere che la polizia possa aver considerato le passate critiche del giovane verso la giunta?
La loro azione ha anche fatto nascere un’altra domanda, più importante e difficile: cosa costituisce precisamente un insulto alla monarchia?
Per anni il governo ha usato l’articolo 112 di lesa maestà per zittire i dissidenti e rafforzare la propria agenda.
Si può facilmente sfruttare in questo modo la legge perché non si può dire dove è tracciata la sua linea di demarcazione. L’allora ministro degli esteri Kasit Piromya provò a disperdere la confusione pericolosa nel 2010, quando al pubblico della Johns Hopkins disse che la Thailandia aveva bisogno di dibattere l’evoluzione della monarchia.
“Credo che dobbiamo parlare dell’istituzione della monarchia” disse Kasit “come deve comportarsi nel mondo moderno globalizzato.. allo stesso modo in cui hanno fatto le monarchie britannica, olandese, o del Liechtenstein che si sono adeguate al mondo moderno.”
I politici di opposizione nel campo di Thaksin si lanciarono su quella dichiarazione ma allora non andarono molto oltre nel loro tentativo di danneggiare la statura di Kasit.
Rompere questo tabù può costare la carriera politica o burocratica, perché chi si sente obbligato ad applicare la legge sente di doverlo fare velocemente.
Il mistero nel caso di Jutapat allora è perché la polizia ha agito solo dopo vari giorni la condivisione del presunto post diffamatorio.
Nel frattempo, se la condivisione ha violato l legge di lesa maestà, deve essere problematico anche il contenuto.
La polizia che ha condotto l’arresto sarà accusata di negligenza per non aver attaccato il rapporto originale della BBC thai?
La questione qui è che quando si parla di lesa maestà, nessuno sembra conoscere la procedura standard operativa o dove è tracciata la linea rossa. Da quando hanno assunto il potere dopo il golpe, il governo militare ha perseguito i sospettati di lesa maestà con tutta la forza, abbassando così la soglia della legge.
La giunta ha poca legittimazione in termini di mandato democratico ma si afferma come autorità di difesa della riverita istituzione. Afferma anche che il golpe fu fatto per lanciare una tanto necessaria riforma che rafforzerebbe le istituzioni democratiche e il processo., e parte dell’iniziativa è la difesa dell’istituzione.
In questo mondo globalizzato ed interconnesso, è virtualmente impossibile prevenire a chiunque di condividere articoli definiti diffamatori o illegali. Abbiamo bisogno, perciò, data questa fredda realtà, di offrire una chiara definizione di cosa costituisca la lesa maestà.
Per come è la legge può essere sfruttata da chiunque, con il proprio giudizio personale e bacato, per affermare che un’azione o affermazione diffami la monarchia indipendentemente dal suo contenuto.
E quando si giunge a tale questione sensibile il giudizio di un singolo può sempre essere confuso.