Ancora in azione lo scaltro Duterte nelle prossime elezioni filippine

Lo scaltro Duterte per salvarsi da un’eventuale incriminazione davanti al ICC giunge ad un accordo col campo di Bongbong Marcos dopo averlo definito un capo debole

Dietro il ritiro improvviso dalla corsa presidenziale del senatore Christopher Bong Go, uomo di fiducia del presidente filippino , si ipotizza che si sia raggiunto un accordo tra Rodrigo Duterte e la famiglia Marcos.

Il senatore ha detto ai giornalisti, alla presenza del presidente stesso, che si ritirava dalla corsa appena dopo 17 giorni dalla presentazione della sua candidatura:

“Nei giorni scorsi ho compreso che il mio cuore e la mia mente sono entrate in contraddizione con quello che facevo. Il mio corpo, il cuore e la mente resistevano alla decisione di correre. Sono solo un essere umano che sente il dolore e la stanchezza. Per ora sono queste le mie ragioni del ritiro”.

giochi politici di Duterte

Gli osservatori dicono che l’accordo possibile coinvolga il silenzio di Duterte sull’aspirante presidente Ferdinand Bongbong Marcos, figlio del dittatore Ferdinando Marcos che fu cacciato nel 1986. In cambio l’ex senatore Marcos potrebbe proteggere Duterte dal procedimento penale da parte della Corte Penale Internazionale che lo indaga per i crimini contro l’umanità legati alla guerra contro le droghe.

“Credo che il ritiro di Go voglia dire che sono state fatte delle concessioni dal campo di Marcos, in primo luogo la protezione dalle indagini, che includono anche quelle della Corte Penale Internazionale” ha sostenuto l’ex senatore Antonio Trillanes IV.

Comunque il portavoce della Commissione Elettorale James Jimenez ha spiegato che, al momento, Go è ancora tecnicamente un candidato perché non ha dato ancora notifica ufficiale alla Commissione del suo ritiro a causa della festività pubblica.

Il ritiro di Go non ha sorpreso nessun politico perché ad un evento sostenuto da Duterte della settimana prima di sostegno nei suoi confronti come ufficiale candidato presidenziale del partito al governo PDP-Laban, il 47enne senatore sembrava aver paura.

Ad una riunione a cui parteciparono 50 degli 81 governatori provinciali del 24 novembre, Go disse “non è ancora il mio governo”, condivise i suoi dubbi sulla candidatura e pianse.

Quello stesso giorno Go disse ai giornalisti di aspettare che il Signore gli desse il segno di incoraggiamento per candidarsi.

Confessò di essere stato colpito dal ritmo degli eventi e che non li aveva del tutto digeriti.

“Fui sorpreso. Non mi era ancora reso conto del perché sono candidato alla presidenza” disse ai giornalisti.

Ramon Casiple della fondazione politica di Manila Novo Trends dice di credere che l’improvvisa uscita di Go significhi che Duterte e la figlia sindaco di Davao Sara Duterte Carpio, hanno già ricomposto la lite sulla decisione unilaterale di correre a vicepresidente con Bongbong Marcos, anche se era all’apice delle indagini demoscopiche.

“Quella era la ragione per cui Duterte voleva che Go corresse da presidente in primo luogo, perché il problema era che il padre era stato tenuto fuori dai negoziati” dice Casiple.

L’ex parlamentare Neri Colmenares, che corre da senatore per il partito di sinistra Bayan Muna descrive go come “la pedina di scambio” usata come “mezzo per avere quante più concessioni possibili” da Marcos.

“Anche se Duterte non lo ammette, ha paura della Corte Penale Internazionale e della realtà di divenire il primo capo di stato asiatico ad essere condannato e incarcerato per crimini contro l’umanità” ha dichiarato Colmenares in una dichiarazione.

Jean Franco, politologo della University of the Philippines dice di essere incline a credere che la corsa alla presidenza di Go fosse “mera strategia … ma è certo che il ritiro di Go abbia la benedizione di Duterte, vista la fedeltà del senatore”.

Trillanes che è in corsa per un posto al senato nota che era una “situazione goffa” perché Go correva da presidente quando la figlia del suo capo faceva squadra con un altro candidato.

“Secondo le nostre informazioni, Duterte era davvero deluso che Sara non era candidata alla presidenza e quindi ha spinto Go ad entrare nella corsa” dice Trillanes. Quando però Duterte ha compreso che Go avrebbe perso il piano è stato annullato.

All’evento del 24 novembre si dice che Duterte abbia detto a chi era lì che se Go abbandonava la corsa alla presidenza, “resterò neutrale. Resterò in silenzio”, dice The Rappler che cita il governatore Manuel Mamba, presente all’evento.

“Non ero d’accordo con la decisione di Sara ma lei è mia figlia. Sono in obbligo di amarla” avrebbe detto Mamba citando Duterte.

Nelle due settimane prima Duterte solleticava la gente affermano che uno dei candidati presidenziali sniffava cocaina, il cui nome lo avrebbe a tempo debito. La persona tutti sapevano era Marcos, persino i suoi sostenitori.

Duterte lo ha anche criticato apertamente definendolo come un leader debole e persona viziata.

Trillanes ha detto che per proteggere Duterte dall’azione penale, Bongbong Marcos in cambio voleva probabilmente tenerlo in silenzio” durante la campagna presidenziale.

“Ad un certo punto, avranno parole buone per le rispettive candidature” dice Trillanes riferendosi alla candidatura a senatore del presidente stesso.

In tutte questi salti drammatici delle elezioni presidenziali filippine, Casiple dice che lo scaltro Duterte ha tanti assi nella manica.

“Se c’è una mossa da fare la soppeserà”

Per esempio, Duterte potrebbe trarre vantaggio dalle denunce che cercano di squalificare Marcos dalla corsa elettorale, secondo Casiple.

Secondo la legge elettorale filippina, se Marcos è ufficialmente proclamato vincitore, il presidente potrebbe ancora chiedere alla Commissione Elettorale di squalificarlo a causa delle situazioni pendenti contro di lui. Tra queste ci sta una condanna del 1995 per evasione fiscale che comporta la pena accessoria di un divieto a vita dal ricoprire incarichi pubblici.

Mentre la Commissione Elettorale è costituzionalmente un corpo indipendente, accade che per il giorno delle elezioni sarà composta da membri nominati tutti da Duterte.

“Se Marcos è squalificato dopo essere stato proclamato vincitore, allora Sara, se vince da vicepresidente diventerà presidente, cosa tutta permessa nella Costituzione Filippina” dice Casiple che è anche membro di fiducia di Istituto per le Riforme Politiche ed Elettorali.

Raissa Robles, SCMP

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