Dopo essersi guadagnate tante recensioni incredibili dai critici internazionali, “Ang Babaeng Humayo” di Lav Diaz (La donna che se ne andò), vince il Leone d’Oro alla VXXIII edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Il film di Lav Diaz, in cui recitano gli attori filippini tra i più pagati Charo Santos e John Lloyd Cruz, è il primo film filippino a vincere la più alta riconoscenza nel festival cinematografico più vecchio al mondo.
Non è però la prima volta che Lav Diaz vince a Venezia.
In precedenza ricevette la menzione speciale nella sezione Orizzonti per il film “Death in the Land of Encantos” nel 2007 e vinse il premio stesso della sezione Orizzonti per “Melancholia” nel 2008. Orizzonti è una sezione speciale del festival di Venezia dedicata ai film alternativi sperimentali che sottolineano le nuove tendenze del cinema.
Diaz continua la sua fila vincente con “Ang Babaeng Humayo” che dura tre ore e mezza ed è molto più bree dei suoi precedenti lavori.
Lo scorso febbraio Diaza ha vinto l’Orso d’Argento Alfred Bauer al festival del cinema di Berlino per la sua storia epica di otto ore “Hele sa Hiwagang Hapis.”.
L’ultima vittoria di Diaz a Venezia segna un’altra storica prima volta per il paese: Quest’anno le Filippine hanno vinto nei tre festival più importanti al mondo.
Oltre alla doppi vittoria di Diaz alla Berlinale e a Venezia, Jaclyn Jose ha vinto lo scorso maggio a Cannes il premio come migliore attrice per il film di Brillante Mendoza Ma’ Rosa.
Nel 2014 Diaz vinse il Leopardo d’Oro del festival del Cinema di Locarno per il film “Mula sa Kung Ano ang Noon.”.
E’ davvero un anno eccellente per i registi indipendenti nelle Filippine.
L’attrice Charo Santos ha detto: “Sono così onorata e fiera di far parte di questo progetto speciale”.
“Sono tanto felice che abbiamo vissuto tutto questo” scrive Ronald Arguelles responsabile di Cinema One che ha prodotto il film.
Secondo altre dichiarazioni Diaz ha dedicato il premio al paese e alla “lotta per restare umani”.
Diaz in una intervista precedente ha detto che girare il film nella isola e provincia di Mindoro è stata per lui un’esperienza che gli ha aperto gli occhi.”
Ogni volta che gira i film in varie parti del paese, spiega Diaz, si trova a scoprire differenti aspetti dell’arcipelago. A Mindoro però ha spiegato: “La mia fede nella gente filippina è cresciuta più forte. Gli antichi valori sono intatti a Mindoro. La gente è gentile. Eccezionale”.
“Ang Babaeng Humayo” ha ricevuto bellissime recensioni dei critici dalle grandi riviste come Hollywood Reporter, Screen International e Variety..
Paragonandolo a “Hele” Guy Lodge del Variety definisce Humayo una “esperienza sotto tutti i punti di vista più emotivamente risonante ed intellettualmente soddisfacente”.
Lodge lo saluta come “una meditazione pensierosa tutt’altro che idealistica sulla natura complessa del perdono e sulla mutevole responsabilità morale”.
Jonathan Romney di Screen International asserisce che Diaz, che ha scritto e diretto il film “tira fuoriqui una delle sue fenomenali azioni da uomo solo”
Romney afferma che la narrazione di “Humayo” è allettante … frustrante”.
Clarence Tsui di Hollywood Reporter pensa che l’ultimo film di Diaz sia “semplice, solido e autosufficiente”. Tsui riassume come un “opera di vendetta concisa, toccante”.
Diaz ha detto di essersi ispirato per scrivere questo film alla storia breve di Tolstoy “Dio vede quasi tutto ma aspetta”.
“Humayo” segue un’insegnante di scuola materna, condannata erroneamente per omicidio, che sconta 30 anni di carcere, mentre prepara i piani contro la sua nemesi, un ex amante.
La recitazione della Santos che fa la parte di un condannato che si vuole vendicare, è stata esaltata dal Holliwood Reporter come maestosa e dal Variety come straordinaria.
Lodge di Variety descrive il ritratto di Santos come “delicato ma pieno di rabbia”.
Screen Daily nota che Santos “mostra una varietà fenomenale di sfumature tanto elusive, cangianti quanto un’autorità grandiosa ma gentile”…..
Bayani San Diego, inquirer.net
Scrive Vincente Rafael su Facebook
Una meravigliosa notizia che Lav Diaz e il cast di “Ang Babaeng Humayo (The Woman Who Left)” ha vinto il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia del 2016. Se solo ci fosse un modo di vederlo, come anche gli altri film, senza dover andare a questi festival.
La mia supplica a chiunque conosca o ne sia parte dell’industria cinematografica filippina: Quando e dove il mondo nel complesso potrà vedere i film di Lav Diaz come anche tanti di altri registi filippini? Siamo costretti per sempre a sentire cadere gli alberi nella foresta dove non possiamo mai entrare? Sarà mai possibile risolvere la distribuzione contraddittoria e le questioni dei diritti sulla circolazione di questi film? Ci sarà mai un momento in cui potremo vederli on demand, distribuite da fonti solite nelle case e nelle scuole, per gioire e insegnare e pensare e scriverne? O dobbiamo contentarci di occasionali post su Youtube che si trovano per caso? Mentre il cinema filippino continua a distinguersi in tutto il mondo, i metodi di distribuzione e d esibizione continuano ad essere limitati e protezionisti e miopi. E non lo devono essere….