Yong Vui Kong, unico condannato a morte per droga a Singapore a vedere la condanna commutata, potrà fare appello per la libertà condizionata dopo 20 anni di carcere
Yong Vui Kong è vivo e vegeto nonostante sia in carcere, dopo 15 anni di carcere dall’ultima sentenza all’ultimo minuto di una corte di Singapore che gli salvò la vita dall’impiccagione.
E’ una bella novità che emerge nella cupa guerra alla droga a Singapore, perché Yong Viu Kong potrà fare appello per la libertà condizionata a giugno 2027.
Yong Vui Kong, un giovane malese di Sabah 19 anni, fu arrestato all’età di nel 2007 per il possesso di 47,27 grammi di eroina. Durante il processo fu condannato alla pena di morte che sarebbe dovuta avvenire il 2 dicembre 2009.
A Singapore il possesso di droga oltre una data quantità porta quasi automaticamente alla condanna a morte se l’inquisito non riesce ad addurre prove che aiutino la polizia nella lotta al traffico.
Dopo il Covid19 sono state molte le persone condannate a morte e impiccate con avvisi alle famiglie dati pochi giorni prima dell’esecuzione: si è calcolata un’esecuzione al mese.
Il Caso di Yong Vui Kong è diventato famoso per il suo avvocato dei diritti umani, M. Ravi, che a due giorni dalla data di esecuzione è riuscito ad ottenere la sospensione della condanna.
In questo blog di Terresottovento abbiamo seguito la storia di Yong Vui Kong che ha attratto l’impegno di tanti giovani militanti che si battono contro la pena di morte nella sua forma più cattiva a Singapore.
Da quella sospensione della condanna a morte iniziò una battaglia di quattro anni che culminò in una sentenza tanto storica quanto unica del 14 novembre 2013 che stabilì la commutazione della pena per Yong Vui Kong.
La pena di morte fu trasformata in carcere a vita e fustigazione ed ora c’è la possibilità che possa essere rilasciato con la libertà condizionale dopo 20 anni di carcere.
Ora ha 36 anni e si trova nella prigione di Changi a Singapore dal 12 giugno 2007 e a giugno 2027 potrà fare domanda per la libertà condizionata.
La vita in carcere lo ha trasformato sin dagli inizi dal giovane scapestrato della sua gioventù in un sincero buddista che si è posto come suo compito l’educazione dei giovani sulla droga.
Vui Kong nasce in una povera famiglia dello stato malese di Sabah con la sola madre a sostenerlo insieme ai suoi fratelli.
Decide a 14 anni di andare a Kuala Lumpur per poter aiutare la madre a sopravvivere ma finì coinvolto in un giro malsano che consegnava pacchi dono a gente a Singapore che contenevano droga. Nel 2007 fu preso dalle autorità di Singapore e fu condannato alla pena capitale, obbligatoria per reati di droga, nonostante la richiesta di un giudice Choo Han Teck che chiese all’accusa di ridurre l’accusa.
Con il subentro di M Ravi ad avvocato difensore di Vui Kong, iniziò la battaglia con una richiesta di appello.
Nel 2012 il governo fece delle modifiche alla legge di condanna a morte obbligatoria per cui i detenuti nel braccio della morte per traffico di droga e omicidio potevano fare appello perché la loro sentenza potesse essere ridotta a carcere a vita.
La condizione necessaria è che i detenuti dovevano essere stati solo dei corrieri, oppure perché avevano problemi seri di ritardo mentale o perché avevano aiutato le autorità a combattere il traffico della droga nella città stato.
Alla fine del processo di appello, Vui Kong riuscì a dimostrare non solo di essere stato un mero corriere ma anche di aver aiutato le autorità nel combattere il traffico.
Yong Vui Kong fu il primo condannato a morte ad avere una riduzione della sentenza dalla condanna all’impiccagione al carcere a vita e alla fustigazione.
Probabilmente questa prima sentenza è stata anche l’unica perché si sono registrati casi di persone con problemi di ritardo mentale grave che sono state condannate a morte.