Hanno arrestato a Davao City il predicatore Apollo Quiboloy con accuse che vanno da abusi sessuali e traffico di persone compiute sia nelle Filippine che negli USA da cui era scappato per sfuggire agli arresti.
Il predicatore della Fine del Mondo, che si dice Prescelto figlio di Dio, si è arreso dopo alcuni mesi di ricerche, insieme ad altre quattro persone accusate, nella sede faraonica del suo gruppo o della sua setta religiosa, Kingdom of Jesus Christ church, la chiesa del Regno di Gesù Cristo.
“La Polizia Nazionale Filippina gli ha dato un ultimatum per la resa e nel caso contrario la polizia avrebbe fatto irruzione in uno stabile particolare dove ci era impedito di accedere” ha detto ai media il portavoce Jean Fajardo. Quiboloy poi è stato trasferito a Manila per gli interrogatori e le foto segnaletiche.
Il predicatore caduto in disgrazia, che aveva detto di aver fermato un grande terremoto nel 2019 e che era una figura importante per qualche candidato presidenziale e per Duterte stesso, era stato accusato da un tribunale di Davao di abuso sessuale su bambine e di abusi sessuali. Un altro arresto era stato lanciato dal senato filippino perché non si era presentato alla convocazione della senatrice Risa Hontiveros che indagava sugli abusi commessi nella chiesa del Regno di Gesù.
La Chiesa del Regno di Gesù si trova su un’area di 30 ettari dove sono presenti una cattedrale, una scuola, un hangar, una strada che conduce all’aeroporto di Davao. Ad agosto 2000 poliziotti tentarono di entrare negli edifici e trovarono l’opposizione di seguaci che bloccarono la strada principale. Nel giro di due settimane la polizia, con l’aiuto di informatori, individua il luogo dove si nascondeva Quiboloy e cinque suoi seguaci ed emette l’ultimatum.
Secondo il suo avvocato Quiboloy ha fatto “l’estremo sacrificio” di arrendersi per risparmia ai propri seguaci la violenza. Il presidente Marcos raccoglie un po’ questa teoria quando, ad arresto avvenuto dice:
“Lui ha detto che i suoi seguaci erano disposti a morire per lui. Non voleva che ciò accadesse, per cui a suo vantaggio mostra un minimo di capacità di guidare” ed aggiunge che comunque non gli sarà riservato nessun trattamento speciale.
A novembre 2021 Quiboloy fu accusato negli USA di aver costretto a prestazioni sessuali donne e ragazzine minorenni a cui poi si aggiunsero altri reati quali “cospirazione, traffico sessuale di bambini, costrizione alla prostituzione, frode, riciclaggio, contrabbando di contanti e frodi sul visto”. Quiboloy rigetta queste accuse che proverrebbero da gente delusa e fuoriuscita dalla sua chiesa.
Nel 2016 Quiboloy appoggia la candidatura di Rodrigo Duterte alla presidenza filippina, il quale durante la caccia all’uomo ha criticato la polizia per la violenza, l’abuso di autorità, perseguire politicamente Quiboloy, un “marchio negativo di chi è stato coinvolto nei fatti di oggi, guidati dal capo della polizia della regione”.
Su questo arresto eccellente, che segue l’arresto di Alice Guo, sindaco dimesso di Bamban rintracciata in Indonesia e sfuggita al mandato di arresto del Senato Filippino emesso dalla senatrice Risa Hontiveros, traduciamo un articolo di Glenda Gloria di TheRappler, Il Patrono di Davao si arrende, che cerca di spiegare perché ci siano voluti cinque mesi per arrestare Apollo Quiboloy.
Apollo Quiboloy e i legami radicati con polizia e militari
Cinque mesi dopo la promessa “che non mi prenderanno vivo” e sette mesi da quando l’ex presidente Duterte stesso gli diede un piccolo consiglio “fatti arrestare”, il predicatore Apollo Quiboloy il quale indossa un kefiah si arrende domenica 8 settembre ai capi delle due istituzioni che aveva aiutato e che erano in obbligo nella regione di Davao. Si parla della Polizia Nazionale Filippina, PNP, e alle forze armate filippine, AFP.
I legami radicati di Quiboloy con PNP e AFP sono le vere ragioni per cui c’è voluto così tanto tempo per prenderlo.
L’ironia probabilmente l’ha capita anche il predicatore della fine del mondo, che proprio quei comandanti le cui unità ricevettero veicoli, feste e doni durante i suoi giorni migliori lo avevano accerchiato nel suo immenso regno.
Non si vogliono sminuire gli sforzi segreti ed aperti del Servizio Segreto Militare e della polizia, e dei veterani di Davao nella polizia e militari che hanno costretto in un angolo Quiboloy.
Ma la cosa che tutti sanno e nessuno dice è questa: Quiboloy avrebbe potuto oleare la sua via di uscita con PNP e AFP, come ha fatto per anni, se non per il fatto che non esiste più la coalizione Team Unity, e che la fortuna si sta allontanando definitivamente da Davao.
Lo sanno tutti che per anni, mentre la polizia e i militari combattevano l’insorgenza comunista nella regione di Davao, già bastione e roccaforte della NPA, godevano di sostegno vasto da Quiboloy che volontariamente lo assisteva quando avevano bisogno di altri veicoli e soldi per le operazioni, ed altro soldi quando avevano bisogno di rilassarsi. Come mai, indossava persino il berretto della X divisione di fanteria nella regione di Davao, la divisione Agila, durante la resa.
In una sua dichiarazione, l’avvocato di Quiboloy, Israelito Torreon, ha affermato che il suo cliente “ha deciso di compiere l’estremo sacrificio consegnandosi alla PNP e all’AFP grazie agli sforzi valorosi e facilitanti esercitati dal governatore di Davao del Norte, Edwin Jubahib”.
Ha nominato gli ufficiali di polizia e militari che apparentemente hanno contribuito a far sì che la resa avvenisse, in particolare l’ex capo regionale della polizia di Davao, il generale maggiore Benjamin Silo Jr, “il cui carattere, integrità e onestà hanno convinto” Quiboloy a “sottomettersi alle pieghe della legge”.
Silo è stato uno dei comandanti di Davao che ha presentato le dimissioni di cortesia al segretario agli Interni e al Governo locale Benhur Abalos nel gennaio 2024. È stato rimosso da Davao e trasferito a Camp Crame come capo del gruppo di sicurezza civile della PNP.
Ci sono vari fattori esterni che hanno scosso il regno di Apollo Quiboloy.
Non dimentichiamo che nel 2018 Quiboloy portò con sé 350mila dollari di contanti non dichiarati e parti di fucile in un aereo privato in cui aveva volato insieme ad altri cinque associati. Questo spinse le Hawaii a detenerlo temporaneamente iniziando un processo di scoperta che lo hanno portato ad una accusa di traffico di lavoratori e infrazione delle regole di immigrazione.
La FBI americana lo pose nella lista dei ricercati nel 2022 e furono cancellati sia i canali televisivi della SMNI che i suoi media sociali.
Il Congresso e il Dipartimento di giustizia hanno avviato indagini su Quiboloy e le sue attività. Nel marzo di quest’anno, Rappler ha rivelato le sue proprietà multimilionarie negli Stati Uniti e in Canada.
A marzo un tribunale di Davao emise un mandato di arresto contro Quiboloy e i suoi cinque associati presso il Regno di Gesù Cristo su accuse legate ad abusi sessuali anche su minori. Avendo rifiutato di andare a testimoniare in Senato, la camera alta ordinò i suoi arresti.
Poi la PNP revocò la sua licenza di armi da fuoco ed iniziò a perquisire la sua proprietà senza alcun risultato portando alla caduta di molte teste.
Se c’è una lezione che polizia e militari devono apprendere dalla storia di Quiboloy è che i legami incestuosi hanno conseguenze grandi come l’essere costretti a mordere le mani che li hanno nutriti. Per non citare l’essere feriti come conseguenza. La polizia ha detto che almeno 60 dei suoi uomini si sono feriti nello scontro con i seguaci della chiesa di Quiboloy prima della resa di domenica.
Lunedì 9 settembre, Quiboloy dovrà finalmente affrontare il tribunale. Egli aveva chiesto, come condizione per la sua consegna, che le Filippine non lo inviassero negli Stati Uniti. Lunedì il presidente Ferdinand Marcos Jr. ha dichiarato ai giornalisti che questa condizione è stata ripetutamente rifiutata e che il governo ha chiarito che non sarebbero state poste condizioni alla sua consegna.
Per un colpo di fortuna del figlio di Dio, i procedimenti nazionali hanno la precedenza nei casi di estradizione. Così è stato Marcos stesso a dichiarare che il predicatore dovrà prima essere processato nelle Filippine e che l’estradizione non è all’orizzonte.
Ah, vivere in questo paese.
Glenda Gloria, Rappler.com