ASEAN digitale e la criminalizzazione del dissenso in Vietnam e Thailandia

Il ministro degli esteri thailandese Don Pramudwinai ha sottolineato in un suo articolo di qualche giorno fa che un ASEAN digitale è una delle priorità che la Thailandia si è posta, in qualità di presidente del ASEAN per il 2019 affinché la regione si muova verso “la benedizione della pace, libertà e prosperità”.

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In quello stesso giorno entrò in vigore la legge della sicurezza informatica in Vietnam che i critici descrivono come “un modello totalitario di controllo dell’informazione.

Senza dubbio, ha detto il ministro thailandese una legge così non fornisce un ambiente favorevole per un Asean digitale. Ma il ministro può commentare con difficoltà quella legge perché il suo governo ha approvato una legge simile lo scorso mese.

Nonostante le loro differenze, sia la legge thailandese che quella vietnamita della sicurezza informatica affermano il controllo del governo su internet a scapito delle imprese e degli utenti.

Il Vietnam descrive la propria legge come uno sforzo per prevenire gli attacchi informatici, come anche ad estirpare “le forze reazionarie ed ostili” che usano internet per agitare violenza e dissenso.

L’ultimo obiettivo, il dissenso, implica che i provider dovranno rimuovere contenuti che sono contrari al governo e dare i dati dell’utente se lo stato li richiede.

La legge vietnamita non solo minaccerà la libertà online in uno stato dove o militanti sono arrestati per i loro articoli sui media online, ma imporrà anche un peso alle imprese nazionali e straniere come gli ISP e i siti ecommerce.

Non è un ambiente che promette bene per gli investitori stranieri.

Non è anche un segno promettente di libertà in una regione dove paesi come Indonesia, Singapore e Cambogia, sono sempre più attivi nel contrastare le informazioni che le autorità definiscono come “notizie false”.

La Thailandia ha peggiorato la situazione. L’assemblea legislativa nazionale ha approvato una legge della sicurezza informatica il 28 dicembre alla prima lettura dopo l’approvazione del governo.

La legge è stata rivista per affrontare numerose precedenti critiche sui poteri totali garantite ad una nuova agenzia governativa NCSC di condurre sorveglianza online, di ordinare alle imprese di rimuovere contenuti o sequestrare computer di organizzazioni o individui senza un mandato della magistratura.

Anche se la versione rivista ha aggiunto che le autorità devono richiedere mandati dai tribunali per tali azioni fornisce anche le eccezioni.

L’agenzia può bypassare il bisogno di un mandato nel gestire le minacce cibernetiche che considerasse emergenze. In tali casi le parti che sono dovessero aver a soffrire le minacce cibernetiche non potranno appellarsi agli ordini del NCSC.

Il governo e la sicurezza nel passato hanno citato la minaccia alla sicurezza nazionale una ragione per censurare internet e lanciare accuse a dissidenti e attivisti.

La scappatoia nella legge che permette alle autorità di bypassare l’intervento della magistratura darà loro ampio spazio per abusare della nuova legge per lo stesso scopo.

I militanti hanno attaccato la legge riveduta perché esclude le agenzie della sicurezza dello stato e grandi corporazioni.

Inoltre la legge contiene varie definizioni vaghe che causeranno confusioni nella comunità imprenditoriale e nei militanti, i quali dovranno entrambi dare i dati a richiesta del NCSC poiché sono soggetti ai doveri e alle penalità delineate nella legge.

Se la Thailandia vuole davvero promuovere un Asean digitale deve dare l’esempio.

Rispettare le libertà online come anche le leggi accettate internazionalmente sono critiche perché il paese possa capitalizzare con successo e trarre benefici dall’era digitale.

Nelle prossime letture la NLA non deve approvare la legge nei termini attuali permettendone invece cambi sostanziali. Altrimenti deve lasciare il compito a legislatori eletti dopo le elezioni generali di questo anno.

Per ora le nuove leggi della sicurezza informatica vietnamita e Thailandese viaggiano in direzione opposta all’obiettivo del ASEAN digitale. Il rifiuto thailandese di presentare una versione migliore della legge trasformerà la sua visione del futuro in una dichiarazione ipocrita.

BangkokPost

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