La corte suprema thailandese ha confermato la sentenza che ha assolto Andy Hall, militante dei diritti umani britannico, dai reati di diffamazione penale e di violazione della legge cibernetica lanciati contro di lui dalla compagnia produttrice di ananas, Natural Fruit, nel 2013.
Nel rapporto della ONG finlandese Finnwatch, che si può tradurre con “Costo Reale delle economiche Ananas thailandesi”, si denuncia sulle condizioni di schiavitù del lavoro fatte dai lavoratori della migrazione in una piantagione del Meridione Thailandese.
Dopo sette anni di tribolazioni, la corte suprema thai ha convalidato il verdetto di assoluzione del maggio 2018 di una corte d’appello che proclamava innocente Andy Hall dopo la condanna in primo grado nel 2016 ad un anno di carcere e 4300 euro di multa.
Questa sentenza di assoluzione di Andy Hall per il rapporto del 2013 è stato accolto molto favorevolmente, perché stabilisce un precedente importante di fronte all’uso dilagante della denuncia di diffamazione contro i militanti dei diritti, come testimoniato dalla denuncia contro Wannasiri in altra causa della Thammasek, in cui sono stati denunciati per diffamazione militanti, e giornalisti che riportano le varie notizie.
Ma è anche un processo che non sarebbe mai dovuto iniziare perché i lavoratori immigrati dimostravano in dettaglio le violazioni dei diritti umani e dei diritti del lavoro presso la Natural Fruit nel meridione thailandese.
Come fu scritto nella sentenza di assoluzione del 2018, Andy Hall non aveva agito illegalmente e secondo le prove portate in tribunale c’erano tutte le possibilità di reati contro il lavoro nell’azienda della Natural Fruit. Quella ricerca di Andy Hall secondo la corte di appello era stata di interesse pubblico. La Natural Fruit fece appello contro questa sentenza.
Pendono ancora sul capo di Andy Hall varie denunce penali e civili dopo la pubblicazione del rapporto di Finnwatch sui vari media che verranno esaminate il 14 luglio dalla Corte Suprema Thailandese, dopo l’appello di Andy Hall contro la causa civile di diffamazione che lo vide condannato a risarcire la Natural Fruit a 286 mila euro per un’intervista che Andy Hall diede ad Al Jazeera.
Andy Hall nel 2016 lasciò la Thailandia per il Nepal per evitare la persecuzione giudiziaria con denunce penali e civile fatte dalla Natural Fruit.
“Saluto questo verdetto finale di oggi in questo caso. Dopo anni di persecuzione giudiziaria che ha avuto un grande peso su di me, la famiglia ed i miei colleghi, il verdetto non lo sento come una vittoria. La mia militanza di un decennio in Thailandia voleva solo promuovere e tenere alti i diritti fondamentali di milioni di migranti nel paese. Essi continuano a trovarsi senza una voce in situazioni rischiosissime di lavoro forzato e soggetti a sistematiche violazioni dei diritti umani e del lavoro nella catena di rifornimento globale. Resto aperto ad una riconciliazione che metta fine per sempre a questo irrazionale ciclo di cause contro di me ed i miei colleghi che restano in Thailandia”
Finnwatch dopo questa sentenza di assoluzione di Andy Hall, ha chiesto al governo thailandese di introdurre delle riforme dei diritti del lavoro.
“Ricercare le violazioni dei diritti umani non è un crimine. Gli ultimi anni hanno visto una crescita in Thailandia di denunce di diffamazione penale e violazione della legge informatica fatti contro chi difende i diritti umani, militanti e giornalisti che denunciano il comportamento abusivo delle compagnie. La Thailandia deve dare seguito alla sentenza di oggi con importanti riforme dei diritti del lavoro e deve decriminalizzare la diffamazione” ha dichiarato Sonja Finer di Finnwatch