Attacco mortale nella Thailandese Yala ed un conflitto che risorge

Un attacco mortale compiuto dagli insorti malay musulmani che ha fatto almeno 15 morti vicino la città del meridione thai di Yala riporta lo spettro di un conflitto rinato, rimasto relativamente inattivo sotto il governo militare nonostante i 15 anni di violenza che hanno preso migliaia di vite.

Nonostante il costo di vite umane, resta da vedere se la violenza risalirà. Negli ultimi anni, gli insorti hanno lanciato vari attacchi con bombe molto pubblicizzati anche in aree del meridione thailandese superiore, a cui seguivano periodi di relativa inattività. Dal momento che gli analisti anticipano il predominio dei militari sullo stato per qualche tempo, il movimento del BRN, fronte rivoluzionario nazionale, può anche dilazionare tentativi di ingaggio in colloqui seri mentre lancia attacchi duri occasionali che ricordino a Bangkok e alla comunità internazionale delle proprie capacità.

Vari governi thai non sono riusciti varie volte a portar le figure importanti del separatismo del BRN al tavolo del negoziato, un punto che secondo i militari riflette le aspirazioni forti dei duri del BRN. In contrasto i militanti malay musulmani e i politici di opposizione thai buddisti dicono che questo riflette più giustamente la resistenza del potere militare a qualche forma di autonomia regionale ed ad un ruolo per la comunità internazionale nel processo di dialogo.

Secondo varie fonti, l’ attacco mortale di Yala, che ha incluso l’uso quasi simultaneo di attacchi con bombe ed incendi e che si dice abbiano preso di mira quelli che hanno forti legami con la polizia e militari, riflette forse l’opposizione del BRN ai colloqui informale dello stato Thai che si fanno in Europa.

Differenti governi thai hanno tenuto in alcuni paesi europei colloqui informali con fazioni del PULO, Organizzazione Unita di Liberazione di Patani, un’organizzazione storica del separatismo che non ha al momento legami con la violenza.

Varie fonti che hanno parlato con l’autore hanno detto che gli ultimi attacchi, che hanno ucciso o ferito fino a venti persone, per lo più volontari della difesa del villaggio buddisti, forse sono stati fatti per attirare l’attenzione nazionale. L’imboscata del 6 novembre, l’ attacco più mortale da parte dell’insorgenza dalla grave scalata del conflitto nel 2004, è accaduto immediatamente dopo il summit ASEAN a Bangkok, dove vari dignitari stranieri di alto livello erano a Bangkok per discutere di affari economici, politici e di sicurezza.

Agli inizi di agosto a Bangkok durante un altro summit ASEAN presunti insorti malay musulmani lanciarono attacchi con piccole bombe nella capitale senza danni alle persone che sono però serviti a ricordare il conflitto decennale nella regione di minoranza etnica e religiosa dove oltre 7000 persone sono morte dal 2004.

Secondo molti il BRN mirava a mostrare la sua forza alla comunità internazionale e al governo prima dei colloqui proposti per la fine di questo mese. Colloqui formali sono stati ritardati sin da febbraio, quando il capo negoziatore Sukree Hari annunciò che MARA Patani avrebbe sospeso i colloqui con il governo di Prayuth Chanocha per attendere le elezioni nazionali di marzo.

A giugno il parlamento thailandese composto anche di un senato nominato da militari, ridiede il potere a Prayuth. Sin dal golpe militare condotto da Prayuth contro il governo del Puea Thai nel maggio 2014, il processo di dialogo facilitato dalla Malesia con i rappresentanti dei separatisti non ha fatto passi avanti. Tuttavia i livelli di violenza sono calati in modo significativo, specialmente dal 2017, e Prayuth e gli alleati a Bangkok non hanno avuto la pressione per offrire qualcosa sul tavolo del negoziato.

Srisompob Jitpiromsri, che guida una fondazione che monitora la violenza nella regione, ha detto che la violenza era particolarmente bassa nei due mesi scorsi. Forse, ha aggiunto, l’insorgenza prova a far crescere il profilo del conflitto avvantaggiandosi dei punti deboli della sicurezza per alzare il prezzo della propria presenza al tavolo del negoziato.

“Le unità della sicurezza che consistono di volontari di difesa si sa sono un punto debole nell’apparato di sicurezza dello stato” ha detto Srisompob Jitpiromsri.

I militari thai hanno ignorato le domande fondamentali del BRN fatte formalmente nel 2013 durante il governo del Puea Thai di Yingluck Shinawatra. Più di recente, ad agosto, il vicepremier generale Prawit Wongsuwan rigettò quelle richieste che includevano il rilascio di tutti coloro che erano sospettati di legami all’insorgenza ed indagini trasparenti negli abusi della sicurezza thailandese.

I media thai riportarono l’idea di alcuni ufficiali della sicurezza secondo cui l’ attacco mortale possa essere stato in risposta alla morte di due insorti da parte della sicurezza a Saiburi, Pattani, e per la morte di Abdullah Isamuso a fine agosto. Abdullah proveniva da Saiburi e morì dopo essere stato un mese in ospedale per ferite ricevute durante la custodia militare. In tanti credono che Abdullah sia stato torturato dai militari.

Un militante malay musulmano ha minimizzato questa affermazione ed ha fatto notare che una eventuale vendetta per la morte nota di Abdullah sarebbe stata fatta già ad agosto. Invece secondo questo militante gli insorti forse provano a ricordare della propria capacità di forza il nuovo governo e Wallop Raksanoh, segretario generale del Consiglio di Sicurezza Nazionale di recente nomina alla guida della delegazione thai al dialogo.

Non è chiaro chi potrebbe guidare la parte separatista. Sotto la pressione malese e thailandese, i separatisti in esilio in Malesia crearono MARA Patani nel 2014 per tenere dei colloqui con il governo Prayuth. Sebbene il gruppo includesse figure del BRN la sua legittimità è sempre stata messa in dubbio dai duri del BRN e dalla guida storica del gruppo per la loro relazione con le autorità malesi.

Adducendo ragioni di salute, Sukree, un membro che la sicurezza thai afferma avere legami con le cellule dell’insorgenza sul campo, si è dimesso a maggio da MARA Patani. Due fonti che seguono il processo di pace da vicino, affermarono che MARA Patani avrà un ruolo secondario e che a guidare i colloqui di pace potrebbe essere Hasarn Toryib che nel 2013 guidò i colloqui con il governo più progressista di Yingluck.

Alcuni della sicurezza thailandese hanno precisato, senza molta elaborazione, che l’attacco ha avuto luogo vicino alla casa paterna di Sukree che vive in Malesia. E’ perciò possibile che l’attacco segnali alla Thailandia l’opposizione di Sukree ed altri membri del BRN al percepito forte conservatorismo dello stato thailandese.

Jason Johnson, Asia Sentinel

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