Dal canto suo le autorità birmane hanno avvertito che un tale viaggio potrebbe favorire delle agitazioni e che il convoglio sarebbe stato seguiti da agenti della sicurezza. Un avvertimento alla Suu Kyi per dire di stare attenta che c’è sempre la possibilità che si ripeta quello che è già successo anni fa e che hanno poi comportato gli arresti domiciliari per vari anni?
La Suu Kyi ha viaggiato in un convoglio di 3 auto seguite da altre macchine con reporter e giornalisti.
“Possiamo sviluppare questa nazione solo quando tutti quanti lavoriamo uniti. L’unità è la nostra forza e diessa c’è bisogno ovunque specie nella nostra nazione. Spero di poter cntinuare a fare il mio lavoro quanto più possibile.”
Fu in una occasione simile che nel 2003 il suo convoglio fu attaccato da un gruppo legato al vecchio governo militare, risultando in alcune persone uccise e in un arresto domiciliare durato 7 anni.
Sarà cambiato qualcosa dal quel 2003 fatidico, dopo le elezioni ed un governo in apparenza civile che sta provando a “dialogare” dando vita a due ncontri tra la Suu Kyi e un rappresentante del governo? Lo scorso mese la Suu Kyi si è recata privatamente alla città di Pagan e quindi questa prima uscita è forse anche un modo per testare i limiti di questa sua “libertà”. Come ha dichiarato Win Htein del NLD, “metterà alla prova la rezione delle autorità e la risposta della gente.”. Di qualche giorno fa è anche il secondo incontro tra il ministro del welfare e la Suu Kyi, alla fine del quale i due hanno reinforzato la volontà di lavorare insieme e cooperare per lo sviluppo della Birmania.
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