Aung San Suu Kyi ha dichiarato che queste elezioni suppletive del 1 aprile non saranno né libere né eque a causa di diffuse irregolarità, ma ha promesso di continuare a candidarsi per spingere sulla via delle riforme. La campagna elettorale in Birmania ha visto i candidati di opposizione subire molti incidenti ed intimidazioni nella loro campagna elettorale. La Suu Kyi ha detto che gli incidenti nel complessivo rappresentano più di quanto possa ritenersi accettabile in una democrazia elettorale.
Questo test elettorale è considerato cruciale rispetto all’impegno del governo birmano a procedere nel senso della maggiore democratizzazione e potrebbero significare la fine o un allentamento delle sanzioni imposte alla Birmania dai paesi occidentali.
A chi chiedeva cosa farà la Suu Kyi ha risposto “Dovremo vedere come procedono le elezioni… se la volontà della gente è davvero rappresentata. Vedremo se le irregolarità avranno un effetto sui risultati.” In alcuni di questi incidenti secondo la Suu Kyi, dove alcuni candidati del suo partito sono stati feriti dal lancio di pietre sono stati compiuti atti vandalici, è stata determinante anche la presenza di alcune personalità ufficiali. Ma il partito è determinato ad andare avanti.
In queste elezioni suppletive si tratta di eleggere 45 candidati su 664 posizioni, ed una vittoria di Suu Kyi non ha certo il valore di alterare l’ago della bilancia nel parlamento, ma ha però un alto valore simbolico in quanto eleva le speranze di un governo più rappresentativo dopo mezzo secolo di governi militari.
“Non ho bisogno di una posizione ufficiale ma se rende più efficace il mio impegno perché no. Abbiamo molte aspettative irragionevoli, vogliamo vincere quanti più collegi possibili.” E il tema della riconciliazione e delle guerre etniche è quello che mira ad affrontare se dovesse vincere il seggio parlamentare.
“Abbiamo differenze di opinione all’interno del governo … ma abbiamo vissuto così tante sfide negli anni e ne affronteremo tante altre ancora. Sento che possiamo avere una voce dentro il parlamento anche se vinciamo solo 44 seggi…. “
“Sono fiduciosa che possiamo raggiungere una riconciliazione nonostante tutte le violenze e le violazioni di diritti umani..” guardando come modello a quanto avvenuto nel Sudafrica. “Certamente vorremmo imparare da quante più nazioni possibile, studiare tutti i percorsi di riconciliazione e vedere cosa si può guadagnare da quelle esperienze… Non abbiamo ancora cominciato il processo ufficialmente. Siamo interessati a come le altre nazioni si sono regolate e come hanno negoziato l’accordo.” Poi ricordando quanto detto dal Vescovo Desmond Tutu aggiunge: “Quello in cui crediamo non è la giustizia di punizione ma quella restauratrice”.
Negando poi di aver discusso con i leader cinesi riguardo la democrazia ha detto: “Queste elezioni sono il primo passo in avanti. Per l’ASEAN è l’opportunità di stabilire se hanno avuto luogo delle riforme reali oppure se potrebbero aver luogo in un prossimo futuro. La democrazia in questo paese sarà una vittoria per la nostra gente. Una volta che entriamo in Parlamento potremo iniziare a muoverci verso la democratizzazione.”