BIRMANIA: Al via il censimento nazionale, il primo dal 1983

Alla Birmania non sono mai mancate le complessità e l’ultima, in ordine di tempo, è il censimento nazionale che probabilmente porterà più problemi che frutti, dopo il periodo previsto tra il 30 marzo e il 10 aprile.

Non c’è alcun dubbio che il paese, il cui ultimo censimento nazionale lo si è avuto nel 1983, ha un dannato bisogno di informazioni accurate sulla sua popolazione come un passo sulla via dello sviluppo. La stima precedente del governo era di una popolazione di 60 milioni di persone.

Il risultato potrebbe persino ingrandire la situazione politica attuale volatile del paese che ha una lunga lista di problemi fondamentali come i conflitti ancora in corso con le armate dei gruppi etnici, che fanno richieste sempre più forti di emendamenti alla Costituzione, conflitti religiosi sanguinosi tra Buddisti e Musulmani e così via.

Ha un che di preoccupante. Ci sono stati innumerevoli lamentele da parte dei gruppi etnici e delle organizzazioni internazionali che chiedevano al governo e al suo principale assistente UNFPA, United Nation Population Fund, di rinviarlo. Ma il governo sembra essere determinato a portarlo avanti secondo i tempi previsti.

Per molti il problema fondamentale è che le 41 domande del prossimo censimento includono l’etnia in aggiunta alle domande solite demografiche su età, sesso e stato civile.

Ufficialmente la Birmania comprendeva 135 etnie e ha bisogno di numeri per le popolazioni rispettive etniche. Persino da questo punto, è complesso. Infatti alcuni birmani e altra gente di diversa etnica hanno vari dubbi sulla lista ufficiale delle 135 etnie.

Perciò è discutubile la domanda se si doveva includere l’etnicità questa volta. Sono emerse lamentele in tutto il paese, da nord a sud, da est ad ovest.

Nella Birmania settentrionale, dove sono scoppiati accidentalmente scontri armati tra le truppe del governo e l’Esercito indipendente Kachin, molti gruppi Kachin di recente hanno chiesto un rinvio del censimento.

Il gruppo etnico Kachin è diviso in 12 sotto gruppi nella lista ufficiale. Tu Ja, il presidente del partito democratico dello stato Kachin, ha detto al giornale Irrawaddy in precedenza questo anno che i sotto gruppi dovrebbero infatti essere categorizzati in gruppi più grandi, piuttosto che essere etichettati in isolamento. Ha anche messo in guardia che trattare ogni sotto gruppo come distinto farebbe del male agli sforzi di riconciliazione nazionale e inficiare la fiducia tra gruppi etnici e governo.

Nessuno dei gruppi etnici crede alle cifre per la popolazione dell’etnia Birmana, il più grande gruppo etnico che domina il governo e le posizioni di potere tra i rappresentanti ufficiali. Il governo stima che il 60% della popolazione sia di etnia birmana, ma molti gruppi etnici pensano che sia un valore ingigantito ad arte.

Analogamente ogni gruppo etnico è preoccupato che la propria popolazione sia categorizzata dentro altri gruppi. Secondo le cifre ufficiali attuali, l’etnica Shan rappresenta il più grande gruppo etnico della minoranza con il 9% mentre i Karen rappresentano il secondo più grande con il 7% della popolazione, Arakan 3,5%, Mon il 2%, Kachin 1,5% e Karenni 0,75%.

All’interno di ogni gruppo etnico ci sono sottogruppi. Ed alcuni di questi sottogruppi anche non vuole essere classificato in qualunque altro gruppo etnico. Per esempio il governo ha catalogato l’etnia Shan in 33 sottogruppi e l’etnia Chin in 53. Sebbene alcuni sottogruppi sembrano accettare questa suddivisione, gli Shan vogliono che tutti appartengono ad un solo gruppo, gli Shan. Tribu come i Palaung, conosciuti come Ta’aung, e Pa-O dicono di non appartenere affatto al gruppo Shan.

Problemi analoghi sussistono per i Karen, Karenni, Chin e così via.

La Birmania occidentale sembra essere più sensibile alle tensioni tra buddisti e musulmani. Tra i codici numerici del censimento per le 135 etnie, non esiste un codice per i Rohingya, la minoranza musulmana, che ha chiesto un codice da poter essere usato. Il governo però ha detto che i Rohingya devono essere registrati nella categoria “altra”. Molti dell’etnia arakanese ed altri gruppi etnici non sono d’accordo che il termine Rohingya debba essere persino usato nella categoria “altra”. Di recente, molti di etnia arakanese hanno espresso il proprio chiaro disaccordo dicendo che, se si permetteva ai Rohingya persino di essere inclusi nella categoria altra, il censimento sarebbe stato giudicato una frode.

Molti gruppi etnici hanno criticato la mancanza di comprensiva collaborazione con i gruppi interessati nelle comunità. Organizzazioni internazionali come International Crisis Group di stanza a Bruxelles e l’olandese Transnational Institute hanno anche criticato il censimento chiedendo che almeno alcune parti siano rinviate.

Il governo quasi civile del presidente Thein Sein dovrebbe seguire le preoccupazioni delle popolazioni etniche per permettere un utile rinvio per un po’ di tempo del censimento per non aggiungere ulteriore complessità negli attuali conflitti politici del paese.

Kyaw Zwa Moe, Irrawaddy.orgPubblicità

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