Col superamento della fatidica barriera dei diecimila casi di nuovi positivi da COVID-19 e 141 morti di oggi, la Thailandia apre la strada a maggiori restrizioni nei movimenti, nei raduni di massa e nella libertà di espressione in un contesto di un possibile fiasco del programma vaccinale thai.
Il divieto di manifestazioni pubbliche, dopo le ultime condotte in modi differenti a chiedere le dimissioni di Prayuth, prevede due anni di carcere e/o multe oltre il migliaio di dollari.
Non ultimo, il governo sembra intenzionato ad usare la denuncia di diffamazione penale contro coloro che sollevano dubbi e mostrano prove di quello che al momento è un possibile fiasco del programma vaccinale.
Prayuth ha annunciato le misure restrittive dicendo “c’è un bisogno di espandere le misure che limitano il movimento delle persone quanto più possibile e che chiudano strutture lasciando aperte solo quelle essenziali”.
Al momento ci sono le restrizioni più forti da un anno e il coprifuoco che va dalle nove di sera alle 4 del mattino.
Traduciamo un pezzo del Bangkokpost di Thitinan Pongsudhirak
C’è bisogno di un’inchiesta sul fiasco del programma vaccinale thai
Il programma vaccinale thailandese è chiaramente un disastro totale a causa della sua dubbia acquisizione, per la mancanza di scorte e cattivo uso proprio mentre c’è un’ondata mortale della variante delta del virus.
La situazione peggiora ogni giorno e non se ne vede la fine mentre una cattiva strategia si trasforma in una calamità nazionale.
Mentre monta la generale rabbia pubblica che chiede le dimissioni di Prayuth, la pandemia diventa il punto di svolta politico del paese più di quanto previsto finora.
Il cambiamento politico fondamentale nel paese probabilmente sarà una conseguenza, più che del movimento politico giovanile o delle richieste di riforma dell’opposizione, della crassa cattiva gestione del governo che reclama vite, infligge durezze ogni giorno e causa infelicità in tutto il paese.
Sarà imperativa un’inchiesta nazionale sulle responsabilità quando sarà il momento di raccogliere i pezzi con tanti vaccini di maggiore efficacia in più.
Certo vale la pena ricordare che la Thailandia non è sola a soffrire a causa delle varianti e per le problematiche di acquisizione dei vaccini.
Ci sono tante sfide per paesi che in passato si sono comportati alla grande lo scorso anno come il Vietnam, o la gestione di lunga durata dei vaccini come Singapore.
Anche il Vietnam va a rilento col suo piano vaccinale mentre sono cresciute le infezioni. Singapore è da esempio per la sua diversificazione nella scelta dei vaccini, ma uno scoppio epidemico è stato inevitabile.
Altri paesi, pensiamo a Corea del Sud, Giappone e Australia e l’intero ASEAN sono indietro sulle vaccinazioni mentre virus e varianti continuano a colpirli. Si può dire che la situazione indonesiana è peggiore di quella thailandese.
Quello che pone la Thailandia su un altro piano è quello che sembra essere un nepotismo intrinseco e interessi radicati dove le persone sospettano che ci sia molto di più da capire di quanto traspare dall’acquisizione dei vaccini. Alla popolazione thai interessa poco che altri paesi vivano la stessa condizione, ma interessa che il paese in cui vivono possa e debba fare molto meglio.
A peggiorare le cose, il governo di Prayuth continua a ripetere gli stessi errori e a peggiorare le cose col passare dei giorni.
Cominciamo con la donazione in arrivo di un milione e mezzo di dosi di Pfizer dal governo USA. Pfizer è diventato la scelta vaccinale fondamentale. In Thailandia e molti paesi, Pfizer e Moderna sono preferiti agli altri vaccini quali i cinesi Sinovac e Sinopharm e persino all’anglo-svedese AstraZeneca.
Ma la Thailandia si è dovuta attenere a due vaccini soli. Grazie al governo Prayuth la Thailandia è uno degli 11 paesi al mondo che ha scelto di non unirsi alla cooperazione internazionale dei vaccini COVAX che conta 184 membri.
Per questa ragione il dono americano dei vaccini Pfizer ha dovuto fare enormi sforzi per porsi all’esterno del quadro COVAX. Il dono dei vaccini Pfizer è una nuova versione della diplomazia dei vaccini di Washington che offre una gratitudine bilaterale con un vaccino migliore e superiore che potrebbe far cambiare il risentimento latente nato dalla crisi economica del 97 quando la Thailandia si sentì abbandonata dal suo alleato storico.
Poiché il dono dei vaccini non ha vincoli nascosti, gli interessi radicano circolano già e manovrano per intromettersi.
La discussione attuale di una vaccinazione necessaria di supporto non è attorno al rafforzamento degli anticorpi con una terza vaccinazione, quanto sul porre un braccio sotto l’iniezione del vaccino.
Poiché l’apparato statale e i capi del governo non sono più affidabili, è la società civile e la gente a domandare e indagare per avere trasparenza e accesso e distribuzione equi.
I medici di prima linea che meritano una terza vaccinazione e la gente che non hanno avuto la prima dose devono avere priorità. Non si deve impedire alla gente di ricevere la loro prima dose per una maggiore immunità. Se è Pfizer che sia così.
Si può quasi dare per certo che ci saranno cattive attribuzioni e dispersioni per dare benefici a chi ha accesso al potere.
La donazione dell’agognato e superiore vaccino Pfizer fa domandare ai thailandesi perché sono ancora bloccati alle oltre dieci milioni di dosi e alle crescenti consegne del Sinovac cinese, dal momento che una mancanza di rifornimenti continua ad ostacolare il preferito e internazionalmente riconosciuto AstraZeneca.
Se ci si domanda degli acquisti thai del Sinovac è a causa del fatto che Sino Biopharmaceutical, listata nella borsa di Hong Kong con una partecipazione azionaria della CP, ha anche investito in Sinovac Biotech che produce il vaccino.
Inoltre ci si domanda dell’efficacia del Sinovac. All’inizio del mese Singapore ha escluso Sinovac dalle proprie vaccinazioni contro il COVID-19 citando dati di efficacia inadeguati particolarmente contro la variante Delta. Ci sono stati anche notizie di infezioni da Covid in Indonesia e altri paesi tra cui coloro che sono stati interamente vaccinati col Sinovac.
Il governo Prayuth tuttavia non ha null’altro con cui vaccinare la gente. Sinopharm, di produzione cinese e importato dalla Chulabhorn Royal Academy (CRA). È il terzo vaccino a disposizione. Ma ci sono quantità limitate e la gente deve uscire i soldi per pagarselo.
L’ultima azione del governo nel suo piano vaccinale preoccupa perché potrebbe peggiorare le cose.
Il governo deve approvare l’uso di AstraZeneca come seconda dose a chi ha avuto il Sinovac come prima.
Senza un sostegno medico pieno questa mossa egregia potrebbe avere conseguenze giudiziali se finisse con morti conseguenti.
Poiché è bloccato da tante dosi di Sinovac e poche di AstraZeneca senza i superiori vaccini USA, il governo Prayuth scommette sulla salute pubblica solo per uscire dal cattivo, miope e pericoloso pantano vaccinale in cui si è messo sin dagli inizi.
Come ha indicato TDRI, Istituto di ricerca di sviluppo della Thailandia, nella sua valutazione della pandemia e dei vaccini, c’è bisogno di una inchiesta nazionale per far rispondere i responsabili di questa cattiva gestione dei vaccini.
Bisogna provare ulteriormente la chiara cospirazione tra i grossi politici e forse anche tra gli esperti compresa la Organizzazione Farmaceutica Del Governo GPO.
Ci deve essere un’indagine sull’accusa che esiste una manovra e intenzione sistematiche dietro il mantenimento stabile degli ordini di Sinovac e lo scoraggiamento su altre scelte vaccinali.
Mentre la pandemia continua il proprio corso, l’agitazione politica e il grado di esplosività in Thailandia non saranno poi molto lontane.
Thitinan Pongsudhirak Bangkokpost