La velocità impressionante del boom economico nel Sudest Asiatico è uno dei fattori da considerare nella diffusione delle metamfetamine nella regione
Come tanti giovani nel mondo, Ngo ha iniziato ad usare le droghe dopo l’incoraggiamento dei suoi amici. Quello che separa la sua esperienza in Cambogia da quella di un giovane in tante altre parti del mondo è che i suoi amici non gli hanno prospettato di passare un bel momento insieme quanto che lo avrebbe aiutato a fare soldi.
Si è scritto tanto della crescita preoccupante dell’uso della droga, e delle metamfetamine in particolare, nel Sudest Asiatico. Quando si parla di questo problema i media e le ONG si concentrano in genere sulle stesse questioni di fondo che portano all’abuso delle droghe e alla dipendenza nell’Occidente come la povertà, la disoccupazione e il decadimento sociale.
Sebbene questi siano anche fattori in questa regione, si trascura spesso un aspetto è che a spingere i giovani della regione verso le metamfetamine non è la povertà ma il suo opposto: la velocità impressionante del boom economico dove i grattacieli che spuntano dal nulla come spighe di riso spesso lasciando una lunga ombra sulla gente che li costruisce.
Sotto gli applausi di tutto il mondo per i numeri economici sempre in crescita del Sudest Asiatico c’è un lato oscuro a quello che il World Economic Forum ha definito, l’alba del secolo asiatico.
“Le droghe sono necessarie per lavorare” dice Ngo che ora ha 22 anni e il quale dice di lavorare come operaio comune da quando aveva 15 anni, quando trovò un lavoro come muratore.
Racconta che quando arrivò la prima volta nella capitale Phnom Penh scoprì che tutti i suoi nuovi amici di lavoro fumavano metamfetamina nella forma cristallina chiamata “ice”. Gli dissero che l’avrebbe aiutato a tirare avanti nelle lunghe giornate.
L’officina dove lavorava forniva pezzi di alluminio fatti su misura per i ristoranti e gli hotel cittadini, un settore dell’economia cambogiana che segna una crescita impressionante del 13% annuo e la cui domanda di mobili in alluminio è costante. Ngo lavora dieci ore al giorno per sette giorni alla settimana.
“Quando la prendevo non conoscevo la stanchezza” dice Ngo della droga.
Pi, un giovane di venti anni che lavora sulla stessa strada, dice che prende le mentanfetamine per trattare i dolori al corpo che gli vengono dal suo lavoro di scaricatore. Dice che trasporta ogni giorno centinaia di casse di birra di 20 chili. Anche l’industria della birra vive un boom economico con un tasso di crescita del 9%.
Non si tratta di casi isolati. Nel 2016 un controllo a caso della polizia cambogiana trovò che 80% degli autisti usavano metamfetamine per restare svegli e lavorare più ore.
Nè questa tendenza è solo cambogiana ma, secondo rapporti medici e di studiosi, dicono che sia comune a tutto il sudest asiatico dove ora si produce una grande parte degli stimolanti simili alla metamfetamina del mondo.
Secondo Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, UNODOC, nel 2023 sono state sequestrate la cifra record di 190 tonnellate di metamfetamine nell’Asia Orientale e del Sudest, quattro volte la quantità sequestrata un decennio prima.
La maggioranza di questa droga proviene dallo stato Shan del Myanmar dove i sindacato criminali, che si trovano in zone etniche, godono della vicinanza ai mercati dei precursori chimici e della droga in Cina e nel Sudest Asiatico.
Di conseguenza il prezzo della droga per strada è crollato rendendolo disponibile anche ai lavoratori pagati male.
Uno studio thailandese trovò che il 73,5% dei lavoratori agricoli nelle quattro regioni ha ammesso di aver usato droghe illegali e la droga più diffusa prescelta è la metanfetamina. Nella ricerca si diceva che i lavoratori “usano le droghe stimolanti per aumentare la loro produttività che gli permetteva di guadagnare di più”
La pratica di usare metamfetamine è diventata così comune che una indagine del governo israeliano trovò che i lavoratori agricoli thailandesi spesso portavano con sé metamfetamine quando entravano nel paese credendo che era fondamentale per dare risultati migliori dei lavoratori del posto. Sono anche diventate droghe popolari nella società thai specie per chi lavora nel settore informale o tra gli studenti di università che credono che li farà studiare meglio.
“Gran parte dell’economia tailandese è stata costruita sulla manodopera infinita”, ha dichiarato Patrick Meehan, ricercatore del Transnational Institute che dal 2018 si occupa di ricerca sull’uso e la produzione nella regione.
Lui dice che in tante industrie dove la paga oraria è misera o si lavora a cottimo, loro sono incentivati per fare più soldi ad usare metamfetamine perché migliorerebbero le loro prestazioni.
Meehan fa riferimento alle miniere di giada nella Birmania settentrionale dove si chiede ai lavoratori di cercare tra gli scarti minerari pezzi di giada, e loro sono pagati su quanto ne trovano. I lavoratori ricevono solo una piccola frazione del valore della giada che trovano e quindi usano le metamfetamine che li aiuterebbe a trattare l’infinita monotonia e ad accrescere quanta giada riescono a trovare.
La ricerca di Meehan in Myanmar ha scoperto che era piuttosto comune per i datori di lavoro dare ai propri dipendenti la yaba – “medicina della follia” in thailandese – una pillola contenente metanfetamine mescolate con caffeina, per farli lavorare. A volte ciò avveniva all’insaputa dei dipendenti, infilandola nel cibo o dicendo loro che si trattava di un “tonico”. In casi estremi, i datori di lavoro hanno iniziato a detrarre il prezzo della droga dalla busta paga dei lavoratori, una volta che questi ne erano diventati dipendenti.
Per Meehan c’è una differenza tra chi usa e chi è assuefatto e alcuni intervistati dicono che molti erano capaci di gestire il loro uso e limitarlo al lavoro, mentre altri ne perdevano il controllo.
Questa differenza tra uso e dipendenza può essere molto importante. Uno studio indonesiano trovò che tra i consumatori di anfetamine solo il 7% mostrava segni di dipendenza; inoltre l’utente medio indonesiano assumeva la droga sei volte al mese. Molti dicevano di scegliere quando prenderla facendo attenzione al loro carico di lavoro.
Ngo, il giovane operaio cambogiano, dice che lui e i suoi colleghi mettevano insieme i soldi per acquistare le anfetamine due o tre volte a settimana e che lo facevano da alcuni anni con buona soddisfazione per loro.
“Mi sentivo come se potessi volare e potevo lavorare senza fermarmi” dice Ngo. Ma questa carica di energia ha i suoi lati negativi.
“Mi sentivo una persona differente. Perdevo il controllo di me stesso” racconta perché gli aspetti positivi duravano qualche ora per poi sentirsi apatico con problemi nel mangiare e dormire. Talvolta ne prendeva di più per alleviare questi effetti. Poi si è presentata la vergogna.
“Prima mi sentivo come una pagina bianca, ma ora come un foglio sporco” dice usando una espressione khmer per riferire della sua perdita di innocenza e di virtù.
“C’è tanto stigma” racconta Meehan il quale aggiunge che è ciò che rende difficile a molti di cercare aiuto quando sentono che non riescono a fermarsi. Per lui è una cosa “strana” visto l’uso così diffuso della droga.
Lo stigma sociale sull’uso ricreativo delle droghe è parte della ragione per cui produttore e distributori di metamfetamine lo distribuiscono come miglioratore di prestazioni. Le metamfetamine sono vendute online e ai negozietti in molte parti del Sudest Asiatico, e sono pubblicizzati come ogni altro prodotto.
Pubblicizzandola come un miglioratore di prestazioni per accrescere produttività e ricchezza, i produttori riescono a aggirare parte dello stigma legato all’uso ricreativo della droga, dice Meehan.
Anche se spesso sanno che c’è il rischio di dipendenza e di problemi di salute, le loro condizioni economiche, unite al marketing, li portano a considerare l’abuso di droga come una decisione economica legittima.
“L’uso di droga ha un senso per loro”, ha dichiarato in un’e-mail Gideon Lasco, un antropologo medico dell’Università delle Filippine specializzato in questioni di droga.
Nella sua ricerca, Lasco ha intervistato i giovani che lavorano nei porti delle Filippine. Ha scoperto che l’uso di metanfetamina era comune tra loro e che sembravano ben consapevoli dei rischi e dei benefici associati alle droghe e sceglievano attivamente di usarle per aumentare la loro produttività. La chiamavano addirittura “Pampagilas”, ovvero “potenziatore di abilità”.
“Intrappolati in un’economia informale che richiede loro di esibirsi per sopravvivere, l’uso di droghe gioca un ruolo cruciale nelle loro vite – una situazione comune a molti giovani emarginati in tutto il mondo”, ha scritto Lasco in un articolo del 2014.
Come nel caso dei lavoratori thailandesi emigrati all’estero, i confini del Sud-Est asiatico non contengono il legame culturale con la droga. Un rapporto della Spagna ha stimato che il 98% dei consumatori di metanfetamina del Paese sono filippini, che dicono di averne bisogno per lavorare a lungo nelle cucine e a bordo delle navi.
Tuttavia, ha anche sottolineato che “non esiste una ragione unica” per cui le persone fanno uso di droghe, e che spesso ci sono altri fattori in gioco, tra cui le pressioni sociali e l’evasione, e che i benefici economici sono solo uno dei fattori che contribuiscono.
Lasco ha aggiunto che l’inodore e l’economicità della metanfetamina la rendono una droga ricreativa attraente per molti.
L’uso diffuso di metanfetamine nei settori lavorativi del Sud-Est asiatico rivela un aspetto preoccupante della rapida crescita economica della regione.
La metanfetamina, commercializzata come strumento di produttività, ha intrappolato innumerevoli lavoratori, trasformando il loro lavoro in una gara di resistenza con costi personali devastanti. Dai camionisti della Cambogia ai minatori di giada del Myanmar, il racconto è coerente: le pressioni economiche spingono gli individui verso la droga come mezzo di sopravvivenza.
Gli sconcertanti tassi di consumo, nascosti dietro le scintillanti metriche del successo economico, rappresentano una sfida significativa per la salute pubblica, i diritti del lavoro e la futura stabilità della forza lavoro del Sud-Est asiatico.
Mentre questa crisi continua a manifestarsi, è chiaro che affrontare questa epidemia di droga unica nel suo genere presenta fattori che la differenziano da altre epidemie di droga, come la crisi degli oppioidi negli Stati Uniti.
Mentre la crisi degli oppioidi si concentra su coloro che non hanno un’occupazione stabile, la crisi della metanfetamina nel Sud-Est asiatico ha forti legami con l’occupazione e la natura dei diritti del lavoro.
Affrontare questo problema crescente richiede una rivalutazione delle condizioni economiche che rendono il consumo di droga una scelta razionale, anche se distruttiva, per molti.
Daniel Zak Vutha Srey TheDiplomat