Il governo indonesiano non riesce a fare applicare le proprie leggi e politiche sullo sviluppo dell’agroindustria nel Calimantano occidentale mentre le piantagioni di olio di palma causano danni enormi alle comunità e all’ambiente.
Lo denuncia il rapporto di Human Rights Watch “Perché la nostra terra? Espansione della Palma da olio in Indonesia mette a rischio i terreni torbosi e la sopravvivenza.” che aggiunge come le nuove leggi in realtà facilitano gli abusi.
Come scrive nel suo rapporto
“I terreni torbosi sono il magazzino terrestre più grande sulla terra che custodisce più carbonio di tutti i tipi di vegetazione al mondo messi insieme. Una volta che si distruggono i terreni torbosi si rilascia in atmosfera il biossido di carbonio che è il maggior gas serra che comanda il cambiamento climatico.
In tutto il mondo terreni di torba distrutti sono la maggior fonte di CO2 con il 6% della CO2 di origine umana globale. La protezione di questi suoli è perciò fondamentale negli sforzi per affrontare la crisi climatica.
I terreni torbosi indonesiani si stima custodiscono 80 miliardi di tonnellate di carbonio che sono circa il 5% di tutto il carbonio immagazzinato nei suoli di tutto il mondo e rappresentano l 50% dei suoli torbosi tropicali al mondo.”
Attualmente a causa della coltivazione in larga scala dell’olio di palma questa percentuale si sta riducendo drasticamente.
La produzione di olio di palma è promossa dal governo indonesiano il quale però non si assicura che la filiera del prodotto, dalla coltivazione alla raffinazione finale, rispetti la legislazione attuale e il meccanismo nazionale della certificazione.
“Il governo non ha rispettato i propri obblighi rispetto ai diritti umani e al cambiamento climatico e non riesce ad introdurre un efficace controllo regolatorio sulle imprese nazionali. Le piantagioni si espandono in Indonesia e minano il diritto ad un adeguato standard di vita, di proprietà e dei diritti delle comunità rurali che vivono su suoli convertiti all’uso di palma da olio.”
Questo ha creato tantissimi conflitti comprese le comunità che si sono formate durante le politiche decennali di migrazione dalle isole popolose di Giava e Sumatra.
Il danno causato da queste piantagioni che si espandono non è solo a danno delle comunità, che usano i terreni torbosi per sopravvivere lasciandoli per lo più intatti, ma anche un danno al cambiamento climatico globale.
“Mentre si convertono i terreni torbosi ad uso agricolo commerciale, L’Indonesia permette una distruzione su scala molto vasta di uno delle riserve di carbonio più importanti al mondo, ostacolando così gli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio al fine di evitare la più temuta conclusione del cambiamento globale”
Lo studio condotto da HRW, che ha intervistato 90 abitanti di tre villaggi Seruat Dua, Mengkaleng Jambu e Olak-Olak, ha esaminato quanto fatto da Sintang Raya, una sussidiaria indonesiana della coreana Deasang Co nel Calimantano occidentale che si è espansa su terreni torbosi senza una consultazione con la comunità locale né tanto meno risarcimenti per i suoli.
La polizia locale invece di indagare ed operare per far rispettare leggi e regolamenti emanati dal governo indonesiano usa violenza e pressioni indebite contro i cittadini che osano protestare perché vedono i propri diritti calpestati.
“Il governo indonesiano deve rafforzare i diritti alla terra delle comunità rurali, indagare e sanzionare quelle compagnie che non rispettano la legge per l’acquisizione del suolo e la gestione ambientale sostenibile e colpiscono il sostentamento delle comunità locali”
“Un centinaio di persone tra cui molti di altri villaggi andarono alla PT Sintang Raya per protestare” dice la giovane donna di Seruat Dua “Non hanno parlato con me ma si sono presi la mia terra. Abbiamo protestato. Siamo andati persino alle autorità provinciali a Kubu, Abbiamo protestato alla polizia e non hanno fatto ancora nulla”
I villaggi vicini alle piantagioni hanno assistito anche alla crescita di insetti e roditori tipici delle piantagioni con ricadute negative sui loro raccolti, oltre a fenomeni di intrusione di acqua salmastra nella stagione secca nelle zone costiere con terreni torbosi degradati.
Tra gli abitanti dei tre villaggi ci sono tanti che sono giunti nel Calimantano Occidentale attraverso programmi di migrazione interna degli anni 70 con cui il governo spostò migliaia di famiglie povere dalle isole popolose di Giava, Sumatra ed altre isole popolose in aree poco densamente popolate garantendo loro una qualche sorta di proprietà della terra.
“Il programma migratorio indonesiano è uno dei progetti di spostamento di popolazione maggiori al mondo con cui milioni di famiglie di isole densamente popolate di tutto l’arcipelago finivano in isole meno densamente popolate.
Molte di queste famiglie si sono risistemate nelle foreste tra cui terreni torbosi forestati. Il governo nel tempo ha dato concessioni per olio di palma ed altre piantagioni in queste stesse aree. Alcune di queste piantagioni si sono espanse nelle aree di comunità senza consultazione o risarcimenti colpendo l’accesso alla terra delle comunità da cui loro dipendono per sopravvivere con conseguenti conflitti storici tra comunità ed industria dell’olio di palma.
La maggioranza della gente che migra con programmi governativi riceve i diritti di proprietà della terra dove vanno a vivere compreso terra da coltivare.
Ma l’Indonesia ha un cattivo controllo del suolo: le regole sull’acquisizione e possesso sono deboli; la pianificazione nazionale dei suoli è cattiva; i processi e le strutture attraverso cui le autorità fanno, applicano e seguono le decisioni sull’accesso al suolo e al suo uso e gestiscono gli interessi in competizione non sono trasparenti.”
Tutto questo, a cui va aggiunta la possibile corruzione della polizia, fanno sì che gli interessi dell’agroindustria prevalgono su quelli delle popolazioni indigene.
Ma a perdere di fronte all’agroindustria sono anche le popolazioni migrate nel Calimantano Occidentale, nonostante abbiano dei diritti sanciti, che si vedono privati del diritto alla proprietà del suolo e del diritto alla sopravvivenza.
Al contempo le autorità di polizia e di magistratura attaccano le azioni di difesa delle popolazioe e dei militanti dei diritti del suolo come reati penali.
Talvolta i cittadini riescono ad avere il pronunciamento favorevole dei tribunali che intimarono alla PT Sintang Raya di ridare le terre ad alcuni residenti nel 2012 e 2014 nel Calimantano Occidentale, ma al momento la terra è ancora nelle mani della Sintang e l’agenzia del suolo indonesiana BPN non ha fatto rispettare la decisione della corte.
La stessa indicazione del presidente Joko Widodo del 2018 sulla riforma agraria con cui si voleva dare maggiori strumenti alla comunità locali per controllare il proprio suolo in realtà si è arenata tra mille leggi e regolamenti e mancati applicazioni e controlli.
“Indonesia mette in pericolo la gente di queste comunità e peggiora il cambiamento climatico. Tutti soffrono quando il governo indonesiano non esercita la propria supervisione”