Il suo partito si sta leccando le ferite del peggior risultato elettorale di sempre; gli oppositori si sono fatti intraprendenti e attivi. La sua gente protesta per strada. Ed allora perché Hun Sen il primo ministro cambogiano sorride?
Il despota di tanto tempo è emerso raggiante dall’incontro a porte chiuse di questa settimana col suo nemico politico Sam Rainsy che ha detto che il partito del Popolo Cambogiano di Hun Sen ha conquistato la maggioranza stretta alle elezioni di luglio mediante dei brogli.
Ed ha ragione per sorridere. Sebbene i legislatori del CNRP di Sam Rainsy minaccino di boicottare la nuova seduta parlamentare, che inizierà lunedì prossimo, finché non si tenga un’inchiesta indipendente sui brogli, la recente violenza politica ha lasciato Hun Sen quasi imperturbato.
Migliaia di sostenitori del CNRP, martedì, hanno abbandonato la protesta dopo manifestazioni durate tre giorni in un parco della capitale, Phnom Penh, dove un uomo è stato ucciso ed altri feriti quando la polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti che gettavano contro di loro pietre la notte di domenica.
Gli analisti sostengono che l’autocontrollo di Hun Sen dopo gli incontri di questa settimana suggerisce una rinnovata sicurezza nello scioglimento della fase di stallo politico e nel proseguimento del suo governo di tre decenni di altri cinque anni. Le sue foto sorridenti comunque potrebbero insinuare a dei cambiamenti futuri per Hun Sen, un vecchio soldato dei Khmer Rossi che ha infisso la propria autorità su ogni aspetto della vita della Cambogia.
Dopo che milioni di cambogiani hanno abbandonato il CPP in un’elezione largamente considerata come falsata, Hun Sen sembra intento ad ammorbidire la sua immagine remota e terribile. Di origini di umili contadini, HunSen aveva solo 33 anni quando prese il potere nel 1985, ed ora si trova in compagnia per nulla invidiabile di dittatori di lungo corso come Mugabe dello Zimbabwe e Nursultan Nazarbayev del Kazakistan.
Il risultato scioccante delle elezioni potrebbe costringerlo a cambiare sia il partito che lo stile di comando. Ufficialmente il partito ha vinto 68 seggi mentre il CNRP solo 55, una maggioranza di gran lunga ridotta che ha messo in evidenza una vasta disillusione verso il governo da pugno di ferro di Hun Sen nonostante la rapida crescita economica di oltre il 7% annuo.
“Hun Sen ed il suo partito devono cambiare drasticamente e in modo veloce per poter rimanere una forza politica di rilievo” dice Lao Mong Hay, studioso cambogiano importante. “Hanno bisogno di lavorare come servi della gente, non i loro padroni”.
La Cina si è subito congratulata con il premier per la sua “vittoria” elettorale, ma gli USA e la EU si sono mantenuti. Legami economici e politici forti con Pechino hanno permesso a Hun Sen di ignorare gran parte delle critiche occidentali per godersi ondate di investimenti cinesi.
In cambio, la Cambogia è emersa come un alleato importante della Cina che resiste ai suoi vicini e sostiene la Cina nei suoi colloqui diplomatici tesi sul Mare Cinese Meridionale dove le richieste concomitanti di sovranità hanno portato ad un confronto aspro con Vietnam e Filippine.
Hus Sen si vanta per aver condotto la Cambogia lontano dal caos e dalla povertà dopo gli anni bui del regime dei Khmer rossi in cui quasi due milioni di persone, un terzo della popolazione, scomparve. Ora Hun Sen ha promesso che guiderà il paese fino all’età di 70 anni.
Ma la giovane popolazione cambogiana, circa il 70% della popolazione ha meno di 30 anni, è attenta a preoccupazioni meno immediate compreso l’accaparramento di terre, le dispute del lavoro, la disoccupazione e la grande corruzione.
I colloqui cordiali con l’opposizione giungono come un sorpresa se si considera la sua passata mancanza di pietà rispetto agli oppositori politici e alla storia personale antagonista rispetto a Sam Rainsy che, già ministro delle finanze, è scappato due volte in esilio per evadere da accuse penali che Human Rights Watch definì motivate politicamente.
Nel 2010 Sam Rainsy fu condannato in contumacia a 12 anni di carcere per aver distrutto la proprietà e per diffusione di notizie tendenziose in relazione alle nuove frontiere tra Cambogia e Vietnam. Tornato in patria a Luglio per il perdono reale, ha guidato il CNRP, nato dalla fusione di due partiti di opposizione, alle ultime elezioni di luglio.
Secondo Rainsy, il CNRP è stato derubato di 2,3 milioni di voti che gli avrebbero potuto dare la vittoria, un’affermazione rigettata da Hun Sen che rifiuta una commissione di inchiesta indipendente sulla frode elettorale. “Se Hun Sen accettasse un’indagine esterna in questa fase, sarebbe come ammettere che le elezioni erano una farsa” dice Carlyle Thayer, esperto australiano della Cambogia.
Martedì i sostenitori del CNRP presso il Parco della Libertà di Phnom Penh portavano un cartello con su scritto: “Dov’è il mio voto?” e gridavano “Cambiare cambiare”.
Sam Rainsy, mentre le speranze di una commissione indipendente si affievoliscono, deve ora convincerli ad una campagna di lungo corso per cambiare il sistema elettorale. Dice Thayer: “Il CNRP dovrà accettare il fatto che sono il partito di opposizione per i prossimi cinque anni”.
Nell’assunzione che il CNRP prenda il proprio posto nell’Assemblea Nazionale, o la camera bassa, l’efficacia del partito lì dipende da quali concessioni i suoi capi possono estorcere a Un Sen questa settimana. Il CNRP vuole una riforma della Commissione elettorale nazionale, il corpo pieno di ex rappresentanti di partito del CPP, oltre al sua stazione televisiva per rompere la presa di Hun Sen sui media del paese che hanno in gran parte evitato di parlare delle proteste.
Il CNRP è anche alla caccia della presidenza o della vice presidenza dell’Assemblea Nazionale, come pure di posizioni nei comitati parlamentari dominate da sempre dai fedeli di Hun Sen. “Senza queste concessioni, il CNRP non riuscirà ad avere granché” dice Ou Virak presidente del Centro Cambogiano per i diritti umani. Inoltre Hun Sen deve anche riformare il proprio partito vecchio e distrutto dalla corruzione. “Internamente il CPP è una gran confusione, dal nepotismo a legami familiari attraverso i matrimoni, agli accordi economici che favoriscono gli alleati stretti”.
Ma mentre Hu Sen potrebbe aggiungere qualche volto nuovo al suo governo, non rischierà di destabilizzare il partito rimuovendo le sue potenti figure, sostiene Ou Virak. “Il partito, di conseguenza, resterà lontano dalla popolazione giovane ed ambiziosa”
Secondo Kem Ley, il fatto stesso che Hun Sen stia parlando all’opposizione suggerisce che anche Hun Sen sta cambiando. “E’ stato calmo il che vuol dire che ascolta di più ora. E sorride che è già un segno positivo.”
Anche se fosse così, i despoti non sono famosi per fare dei cambiamenti. “Il potere non dovrebbe essere centrato su un uomo solo. Deve fidarsi di altre persone. Nel suo sistema non si fida di nessuno se non di se stesso” dice Kem Ley.