La Cambogia è una pioniera globale per molti aspetti della risposta all’HIV ma il tasso di decremento delle infezioni non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi globali nel 2030
I capi di stato di tutto il mondo lo scorso anno, in una riunione dell’ONU, fecero la Dichiarazione Politica storica sull’HIV e AIDS.

Quel piano si fa carico delle diseguaglianze che alimentano la pandemia fissando strategie ambiziose ed obiettivi per ridurre radicalmente le nuove infezioni da HIV, per ridurre le morti da AIDS entro il 2025 e per il 2030 porre fine alla pandemia dell’AIDS come una minaccia alla salute globale entro il 2030. Si i capi di stato mantengono la parola.
I dati dell’ultimo rapporto UNAIDS, In Pericolo, mostrano che il mondo non è al passo per porre fine all’AIDS per il 2030.
La riduzione del 3,6% nelle infezioni globali di HIV nel 2021 è la crescita minore annuale dal 2016. Con la tendenza attuale ci saranno 1,2 milioni di nuove infezioni di HIV nel mondo nel 2025, superiori di 3 volte all’obiettivo posto di 370mila.
Europa Orientale e Asia Centrale, Medio Oriente e Nord Africa e America Latina hanno tutti visto crescite annuali di infezione per vari anni. Nell’Asia-Pacifico, la regione più popolosa del mondo, i dati UNAIDS mostrano che le nuove infezioni crescono nei luoghi in cui diminuivano. Questa crescita di infezioni è allarmante.
Manda i brividi il costo umano di una risposta bloccata all’HIV. Lo scorso anno si sono infettate di HIV nel mondo 1,5 milioni di persone, 4000 persone al giorno, ed oltre un quarto di loro ha un’età compresa tra 15 e 24 anni.
Nel mondo una giovane ogni due minuti prende il virus. Sebbene siano disponibili trattamenti economici per prevenire la maggior parte delle morti di AIDS la pandemia ha fatto un morto al minuto con 650mila persone morte per AIDS nel 2021.
In Cambogia sono stati conseguiti molti obiettivi verso il raggiungimento dell’obiettivo nazionale per HIV, ma il tasso di decremento si è fermato e tra i giovani si osserva un tasso di declino inferiore.
Se si vuole raggiungere l’obiettivo ultimo di porre fine all’AIDS come minaccia sanitaria per il 2025, queste cifre devono essere radicalmente inferiori. C’è bisogno di interventi più innovativi ed efficienti per scoraggiare la gente più a rischio nella trasmissione dell’AIDS, di fare le analisi e trovare i metodi di prevenzione della malattia.
La Cambogia è una pioniera globale per molti aspetti della risposta all’HIV per il suo approccio all’applicazione della Profilassi PreEsposizione come mostrato nel rapporto globale.
I guadagni comunque sono fragili ed a rischio di essere persi se non si useranno approcci olistici, concertati e sostenibili da tutte le parti, includendo il fare leva sul sostegno unico e importante delle Persone che Vivono con HIV e le comunità e reti delle popolazioni fondamentali.
Il COVID-19, la guerra in Ucraina e la crisi economica globale hanno creato straordinari venti contrari che mettono in pericolo la risposta nazionale dell’HIV.
La solidarietà globale si allenta, i paesi più ricchi tagliano o ridefiniscono i fondi umanitari, i paesi a medie e basse entrate sono carichi di debiti da pagare e sono costretti a tagliare la spesa sui servizi essenziali come sanità ed istruzione ed in molti paesi, c’è mancanza di volontà politica per attaccare le diseguaglianze, la violenza di genere e la criminalizzazione e marginalizzazione dei gruppi vulnerabili alla trasmissione dell’HIV.
In Cambogia le lezioni apprese dalla risposta al COVID-19 sono usate per migliorare la qualità del sostegno alla risposta dell’HIV. Tra questi c’è l’uso accresciuto degli interventi virtuali per la prevenzione, cura e sostegno; l’espansione di consegna di più mesi e inizio nello stesso giorno dei trattamento antivirali nella maggioranza delle strutture sanitarie per HIV; e l’accesso accresciuto di persone che vivono con HIV a programmi di protezione sociale.
Queste innovazioni sono state critiche non solo per raggiungere meglio le comunità ma anche per parare i crescenti limiti finanziari che la risposta nazionale all’HIV incontra.
Il costo umano e finanziario se non si porrà fine all’AIDS nel 2030 sarebbe di gran lunga superiore al costo dell’azione immediata e necessaria per invertire la rotta.
La buona notizia è che è possibile farcela, e la Cambogia ha dato un grande esempio con gli obiettivi raggiunti nel 2017 90-90-90 e l’espansione della Profilassi Preesposizione.
Altri esempi di successo dall’area Asia-Pacifico includono l’uso delle tecnologie digitali e dei servizi della Comunità per raggiungere più popolazioni fondamentali come i giovani, nelle Filippine e Thailandia, e l’espansione del test dell’HIV e la riduzioni di nuove infezioni in Vietnam.
Ci sono cinque modi per i paesi di difendersi ed espandere la loro risposta all’HIV.
Affrontare le diseguaglianze che impediscono la gente di ricevere i servizi di prevenzione, controllo e trattamento. Nelle diverse situazioni paesi e comunità agiscono per porre fine a diseguaglianze e colmare le lacune. Sulla scia di questa iniziativa, chi fa le politiche hanno bisogno di rafforzare la comprensione delle epidemie localizzate per eliminare le diseguaglianze che rallentano il progresso contro la pandemia.
Realizzare diritti umani e uguaglianza di genere. Si devono rimuovere le leggi e politiche punitive, discriminatorie, controproducenti. I diritti umani di donne e ragazze e dei loro diritti sessuali e riproduttivi devono essere mantenuti. I paesi devono rendere prioritari ed integrare sforzi attenti e con risorse per porre fine alla violenza di genere nella risposta nazionale all’HIV.
Riproporre di nuovo la prevenzione dell’HIV. I paesi hanno bisogno di accrescere la priorità finanziaria e politica della prevenzione dell’HIV e spostarsi ad implementare a larga scala dei i progetti di prevenzione affinché le innovazioni come la Profilassi PreEsposizione e le medicine iniettabili a lunga durata diventino più largamente accessibili specie per gruppi vulnerabili come giovani donne, gay, lavoratori del sesso, persone che fanno uso di droghe e transgender.
Sostenere e finanziare efficacemente le risposte di comunità. I paesi devono riconoscere il ruolo essenziale delle risposte comunitarie ed integrarle nella pianificazione, applicazione e monitoraggio nazionali dell’HIV. Si devono efficacemente spostare risorse e le leggi che impediscono le risposte di comunità devono essere rimosse.
Assicurare il finanziamento sufficiente e sostenibile. C’è bisogno di maggiori nuovi investimenti e meccanismi finanziari innovativi per assicurare una risposta globale ben finanziata sia da donatori internazionali e governi nei paesi di entrata medio-bassa. Si richiede anche un’azione internazionale coordinata per alleviare la crisi del debito che troppi paesi incontrano e contrastare il bisogno di misure di austerità nazionale miopi e controproducenti.
In Cambogia le due priorità fondamentali per un’azione urgente sono di assicurare che tutte le persone a rischio abbiano accesso alle opzioni di prevenzione (compresa prevenzione preesposizione, autocontrollo HIV, profilattici e informazione di prevenzione) e ad esplorare modelli programmatici e finanziari che assicurino una risposta all’HIV di qualità e sostenibile per la salute continua e il benessere dei cambogiani negli anni a venire.