CAMBOGIA: Possibili scenari della politica cambogiana

La politica cambogiana non è mai stata così interessante. Le elezioni generali della fine di luglio scorso hanno generato un risultato alquanto devastante per il partito del Popolo Cambogiano, CPP, guidato dal sempiterno primo ministro Hun Sen. Dal momento che è al potere da trentanni, Hun Sen è il capo eletto di una nazione del sudestasiatico più longevo, ma l’ultima elezione forse sembra suggerire che la fine dell’era di Hun Sen si avvicina.

Questa volta il CPP ha lottato per conquistare una vittoria di margine, riuscendo solo ad ottenere solo 66 su 123 seggi parlamentari. Diversamente dalle elezioni del 2008 quando il CPP riuscì a conquistare 90 seggi, questa volta il cattivo risultato sembra essere dovuto a svariate ragioni. Finora il solo partito di opposizione CNRP di Sam Rainsy ha rifiutato di riconoscere il risultato dell’elezione, ed ha boicottato l’apertura inaugurale del parlamento che ha visto la formazione di un altro governo di Hun Sen che rimarrà in carica per altri cinque anni.

Forse Hun Sen ha fatto male i conti quando ha permesso il rtorno in patria di Sam Rainsy poco prima delle lezioni.

politica cambogianaFuggito all’estero per evitare il carcere, Rainsy ottenne il perdono reale che ha posto fine ad un periodo di quasi quattro anni durante il quale è stato in esilio auto-imposto per evitare una sentenza al carcere di undici anni, attribuitagli per diffusione di notizie false e distruzione della proprietà pubblica. Benché egli non avesse preso parte alla competizione elettorale, la sua sola presenza ha dato un sostegno morale molto forte al partito CNRP che ha conquistato 57 seggi, quando nelle precedenti elezioni del 2008 ne conquistò appena 29.

Alcuni analisti speculano che il ritorno di Rainsy a Phom Penh sia stato un ordine di Washington che ha cominciato ad esercitare una qualche influenza sul regime di Hun Sen di fronte alla crescente influenza cinese sulla Cambogia. La politica di accomodamento della Cambogia nei confronti della Cina ha fatto sorgere un senso di necessità negli USA a riprendere i rapporti con la Regione che un tempo era considerata la sfera di influenza americana.

Ma dietro il declino nella popolarità del CPP ci sono forse problemi più seri. Basta dire che il problema della corruzione ha da tempo distrutto la struttura politica ed indebolito le istituzioni democratiche. HunSen è riuscito a crearsi una rete di patronato che ha riunito politici e uomini di affare. Lui siede alla cima di una piramide politica che si è nutrita dei soldi dei potenti aziende e coltivate dagli amici di Hun Sen. Quelli che sono al di fuori del suo giro non vedono alcuna possibilità di trovarsi uno spazio politico.

Il suo dominio sulla politica lo ha fatto vivere sugli allori tralasciando i problemi critici che vede la nazione dalla crescente povertà alla differenza crescente di ricchezza tra chi ha e chi non ha. Il suo regno è stato troppo lungo e lo ha portato all’inerzia politica. Le nuove generazioni cambogiane ora guardano a nuove alternative politiche ed il CNRP è riuscito a colmare il vuoto.

Le notizie che giungono da Phnom Penh dicono che attualmente i capi dei due partiti principali, CPP e CNRP, ora stanno negoziando nella speranza di trovare “una pace politica” che permetterebbe al governo di continuare nelle sue cose. Si parla che Sam Rainsy terminerà presto il suo boicottaggio e accetterà l’offerta di Hun Sen di fare il presidente del Parlamento.

La pace comunque sarà una soluzione di breve termine. Se HunSen vuoleriprendere il suo dominio, deve cominciare delle serie riforme politiche che prevedano il rafforzamento delle istituzioni indipendenti che monitoreranno il lavoro del governo senza paura e guadagni. Il governo deve promuovere il ruolo di agenti non statali come le ONG, le organizzazioni della società civile ed altre istituzioni accademiche perché diano dei momenti critici sul come si comporta il governo.

Anche lo spazio per l’opposizione deve essere allargato. La pratica di usare la magistratura per chiudere la bocca all’opposizione deve essere abolita.

Se Hun Sen vuole andare avanti con queste riforme, la possibilità di una sua vittoria piena la prossima volta potrebbe essere ancora possibile se non sarà proprio il sistema di patronato, da lui stesso messo in opera, a risucchiarlo.

Alcuni dei suoi amici e sostenitori negli affari potrebbe allontanarsi dal CPP dopo le elezioni di luglio. Quindi i prossimi cinque anni sono fondamentali per la sopravvivenza del Partito del Popolo Cambogiano e specialmente dello stesso Hun Sen

Eppure in molti sono pessimisti che il CPP possa ritornare agli albori della sua gloria passata. Alcuni membri della famiglia reale cambogiana hanno anche predetto che Hun Sen stia considerando un suo piano di uscita dalla scena, ben sapendo che la possibilità di vincere le prossime elezioni nel 2018 sono minime. Hun Sen forse sta anche forse pensando ad un suo successore, e le dicerie dicono che possa nominare uno dei suoi figli a succedergli. Ma questa potrebbe rivelarsi una strategia fatale.

Si deve tenere a mente che quello che è accaduto in Cambogia non è caratteristico solo di questo piccolo paese. I cambiamenti sono accaduti in tutto il sudestasiatico. Dall’Indonesia alla Birmania, il vento della democratizzazione ha percorso in lungo e largo la regione e la Cambogia non è certo l’eccezione.

Se davvero questo vento prende la strada per la Cambogia, forse si potrebbe vedere un nuovo governo in questo paese per il 2018. Non porterà cambiamenti nuovi solo alla Cambogia ma anche alle sempre complicate relazioni tra Cambogia e Thailandia.

Pavin Chachavalpongpun, Prachatai

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