Da uno dei paesi principali presi di mira dai dazi minacciati di Trump nel Sudest Asiatico, la Cambogia ha fatto di tutto per raffreddare le tensioni con gli USA ma non ci aspetta che la drastica riduzione operata alle tariffe sulle merci USA riuscirà a placare Washington.
Nella settimana agitata da annunci l’amministrazione Trump inizialmente colpì le importazioni cambogiane con tariffe del 49% per poi invertire le proprie decisioni qualche giorno dopo ritardando la loro applicazione per 90 giorni per tutti i paesi tranne che la Cina.

L’annuncio iniziale ha spinto, secondo i media locali, il premier cambogiano Hun Manet a scrivere a Trump per affermare la volontà cambogiana di tagliare le tasse di importazione su una selezione di merci USA.
Nella lettera poi condivisa sui media sociali, il premier Hun Manet ha detto che la Cambogia avrebbe ridotto le tariffe su 19 categorie di prodotti americani dal 35 al 5% “con lo spirito di rafforzare le relazioni commerciali bilaterali”.
“A questo scopo ho anche dato il compito al Ministro del Commercio di interloquire con il Rappresentante del Commercio USA” si aggiunge nella lettera.
Il mercoledì temendo un crollo globale dei mercati Trump ritrattò le tariffe per la maggioranza delle nazioni con un rinvio di 90 giorni mentre alzava i dazi sulle importazioni cinesi oltre il 125%.
Bunna Vann, responsabile della ricerca e della difesa presso l’associazione Cambodian Youth Network, ha descritto la riduzione delle tariffe della Cambogia come un chiaro tentativo di allentare le tensioni commerciali.
“Segnala la volontà della Cambogia di impegnarsi in negoziati e promuovere migliori relazioni commerciali con gli Stati Uniti,” Vann ha detto, notando la decisione di Washington di ritardare le tariffe proposte.
Il politologo Sophal Ear della Thunderbird School of Global Management della Arizona State University però sostiene che l’offerta di pace della Cambogia era insufficiente.
“Non offrivano quello che davvero era nel mirino dell’Amministrazione Trump: cancellazione totale delle tariffe comprese quelle sulle auto, una priorità per Trump”
“E’ stato davvero miope escludere in modo particolare le automobili. Offrire un tetto tariffario del 5 per cento sulle merci, pur mantenendo le protezioni su elementi politicamente sensibili non va d’accordo con un’amministrazione che vede il commercio in modo punitivo e negozia in modo transazionale”.
Sophal Ear sostiene che Phnom Penh non ha capito del tutto la posta né l’approccio diplomatico dell’Amministrazione Trump”.
Inoltre il politologo predice che, viste le relazioni esistenti strette del paese con la Cina, le tariffe di Trump avranno l’effetto di accelerare ulteriormente l’allineamento di Phnom Penh con Pechino.
“Sebbene Washington voglia contrastare l’influenza cinese nel Sudest Asiatico, queste azioni rafforzano soltanto la dipendenza di stati vulnerabili come la Cambogia da Pechino”.
Anche se Vann ha detto che la Cina non potrebbe sostituire completamente le esportazioni della Cambogia verso gli Stati Uniti, lo stretto rapporto economico dei due vicini asiatici lascia un margine limitato per l’ulteriore espansione commerciale.
Negli ultimi anni la Cambogia ha goduto di legami sempre più calorosi con la Cina, con scambi bilaterali tra le due nazioni che hanno raggiunto quasi 14 miliardi di dollari tra gennaio e novembre 2024, un aumento del 24% rispetto allo stesso periodo nel 2023.
Solo lo scorso anno, la Cambogia ha approvato 414 progetti di investimento cinesi per un valore di 6,9 miliardi di dollari, che rappresentano quasi la metà – il 49,82 per cento – di tutti gli investimenti esteri nel paese.
Secondo Chhengpor Aun, ricercatore presso il think tank The Future Forum, la sospensione di 90 giorni offre “respiro, anche una linea di vita” per i negoziatori e pianificatori cambogiani, e consente loro di impegnarsi con il team commerciale di Trump e sviluppare strategie di intervento fiscale e economica nazionale.
A breve termine, tuttavia, Aun sostiene che la Cambogia non abbia altra scelta che cedere alle richieste degli Stati Uniti.
La minaccia delle tariffe è giunta in un momento in cui “la nuova guida politica cambogiana anela alla prosperità economica per migliorare la propria legittimità attraverso le prestazioni – quindi la posta in gioco è troppo alta per loro”, ha detto.
Hun Manet è diventato primo ministro della Cambogia nell’agosto 2023, succedendo a suo padre, Hun Sen, che ha governato dal 1985 al 2023.
“La massima priorità della Cambogia è di far sì che il presidente Trump e la sua squadra commerciale si siedano al tavolo del negoziato, ma il problema è come. Molti paesi stanno facendo la stessa cosa”, ha detto Aun.
Mentre alcuni membri dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico – tra cui Malaysia, Singapore, Indonesia, Filippine e Brunei – cercano una risposta coordinata alla crisi, la Cambogia non è coinvolta in tali sforzi.
Ear dice che unirsi alla risposta unita dell’ASEAN “quasi certamente rafforzerebbe la posizione della Cambogia” riducendo la percezione che Phnom Penh come “isolata e in difficoltà”.
“Muovendosi con la mandria, la Cambogia può proteggersi da alcuni dei peggiori colpi e forse estrarre concessioni che non potrebbe mai ottenere da solo,” ha detto Ear che comunque ammette che lo stretto allineamento della Cambogia con Pechino la rende “un partecipante meno credibile in un fronte unito”.
Aun di The Future Forum suggerisce che la Cambogia dovrebbe collaborare con altri membri dell’ASEAN per sviluppare una strategia commerciale a lungo termine, che includerebbe “de-rischiare dalle grandi superpotenze come gli Stati Uniti e la Cina sia diversificando i mercati di esportazione e aumentando il commercio intra-ASEAN.”
Aun fa notare i limiti strutturali dell’ASEAN, sottolineando che, a differenza dell’Unione europea, il blocco manca di forti meccanismi istituzionali e di integrazione regionale per un’efficace contrattazione collettiva.
L’eccessiva dipendenza da una presidenza a rotazione, piuttosto che da un “segretariato a tempo pieno, ben oliato e dotato di poteri”, ha diminuito l’influenza dell’ASEAN, ha detto Aun.
Maria Siaw, SCMP