La notizia della morte del Re Padre della Cambogia, Norodom Sihanouk, chiude una delle vite più importanti tra i capi politici asiatici che sono emersi dopo la seconda guerra mondiale.
Nato nel 1922 avrebbe fatto 90 anni alla fine di ottobre e per tutta l sua vita è stato una figura di grande interesse ben oltre la Cambogia per le sue abilità politiche e per la sua vita talvolta appariscente.

Promotore della fruttuosa campagna per ottenere l’indipendenza dalla Francia nel 1953, dominò la vita politica del suo paese nel decennio che seguì, prima che le circostanze del momento minarono la sua posizione.
Quando Norodom Sihanouk fu cacciato da primo ministro dai suoi più stretti collaboratori (generale Lon Nol) nel marzo 1970, scelse di allearsi con i comunisti cambogiani, i Khmer Rossi, che in precedenza aveva considerato i suoi acerrimi nemici.
Mentre forse aveva sperato che la vittoria del Khmer Rossi nell’Aprile 1975 gli avrebbe dato un ruolo reale nel governo della Cambogia, divenne subito chiaro che i suoi alleati comunisti non avevano alcuna intenzione di permetterglielo, e per la maggior parte del periodo di Pol Pot, dal 1975 al 1979, Sihanouk fu in effetti un prigioniero agli arresti domiciliari.
Dopo la cacciata del regime dei Khmer Rossi e la guerra civile che durò per gli anni ottanta, Norodom Sihanouk ebbe un ruolo ambiguo mentre i Khmer rossi restarono la forza militare principale alle forze Vietnamite che occuparono la Cambogia. Il suo contributo all’accordo “il problema della Cambogia” del 1991 fu reale e godette del fatto che nel 1993 fu di nuovo posto sul trono della Cambogia.
Divenne subito chiaro, comunque, che non avrebbe potuto più esercitare il potere che un tempo aveva avuto nelle mani. Divenne sempre più frustrato quanto più era messo in ombra dal primo ministro Hun Sen, fino ad abdicare nel 2004 in favore di suo figlio Norodom Sihamoni. Oltre che un risultato della sua frustrazione, sembra giusto concludere che abbia voluto, in tal modo, assicurare la sopravvivenza della monarchia.
La sua scomparsa sarà salutata da un dolore genuino nel paese specie tra i contadini, ma si deve ricordare che la massa della popolazione non ha un ricordo personale degli anni d’oro del suo regno. Non c’è dubbio però che gli anni di Sihanouk saranno rivisti come una specie di età dell’oro. Nonostante le dure relazioni del passato, c’è da aspettarsi che Hun Sen incenserà di elogi il vecchio re.
Cosa implica la morte di Sihanouk per la sopravvivenza della monarchia in Cambogia? Non c’è ragione di attendersi che Hun Sen agirà contro la monarchia nella sua forma attuale nonostante alcune sue forti critiche su alcuni membri della famiglia reale.
King Sihamoni ha seguito un ruolo fortemente corretto da re senza alcun coinvolgimento nella vita politica. E’ relativamente giovane con i suoi 59 anni ed è in salute, e potrebbe restare sul trono per molti anni a venire. Il fatto che non è sposato e non ha figli non minaccia la successione poiché la Costituzione Cambogiana fornisce un modello di monarchia eletta di discendenza dal monarca del 19° secolo Re Ang Duang.
Lontano per tanti anni dalla vita politica Cambogiana, di residenza a Pechino per la maggior parte del tempo, la morte di Sihanouk rappresenta la fine di un’era ed il passaggio di un sopravvissuto notevole.
Milton Osborne, da The Interpreter