Il governo militare di Bangkok porta ancora avanti una politica energetica che ignora gli interessi locali e l’ambiente, persino dopo le proteste di febbraio che riuscirono a fermare temporaneamente una centrale al carbone a Krabi
“Il governo ha il dovere di fornire energia per il paese, erano andate indietro e sono già soddisfatto. Le valutazioni di impatto ambientale e di salute ambientale saranno rifatti entro un anno. Se vanno bene la centrale al carbone sarà operativa per il 2022” ha detto il Generale Prayuth, capo del governo, il 21 febbraio scorso, appena dopo aver promesso ai manifestanti contro la centrale a carbone che il progetto sarebbe stato fermato per il momento.
Dopo quelle proteste fu creato un comitato tripartito dei rappresentanti delle comunità locali per discutere come migliorare il processo delle valutazioni ambientali e sanitarie.
L’ente dell’energia Thailandese EGAT ed il governo, di fronte alla crescita di richiesta energetica del 5% l’anno nel meridione thailandese, spingono per costruire una centrale al carbone da 800 MW sostenendo che il paese non ha altra scelta che eseguire il piano energetico PDP del 2015-2036 per facilitare gli investimenti nella regione.
“Era tutto comico. Ci informarono del progetto tre anni fa quando organizzarono un’audizione pubblica nel villaggio. Non ne sapevamo nulla prima e iniziammo la nostra opposizione” dice Surasak Wealadee, abitante di Khlong Rua del distretto Nuea Khlong di Krabi.
Secondo il piano dell’EGAT, sarà costruito un approdo a cinque chilometri dal villaggio per scaricare il carbone necessario all’impianto dalle navi.
Nel 2014 gli abitanti fecero una petizione alla Corte Amministrativa Centrale contro quell’approdo perché l’area fa parte dell’estuario del fiume Krabi, che dal 2001 è una zona protetta. Essa fa anche parte della convenzione di Ramsar per la conservazione delle zone umide. Comunque da allora sono stati fatti pochi progressi.
Un pescatore del villaggio Abdulla Matosot sostiene che il 70% delle persone sono pescatori e sono molto preoccupati dalla costruzione di questo approdo che colpirà di sicuro la loro vita perché si trova a breve distanza dal villaggio.
Ha aggiunto che mentre la VIA del marzo 2014 affermava che il peso delle navi di carbone saranno inferiori alle 3000 tonnellate, l’EGAT affermò che erano da 10 mila tonnellate.
“Con quelle navi il fondo del passaggio verso l’approdo sarà di sicuro poco profondo e le autorità dovranno dragarlo con effetti negativi sull’ambiente marino.” dice Abdulla.
Non lontano dal viullaggio Khlong Rua c’è la vecchia centrale a gas di Krabi, da 340MW, che opera sin dal 1961 nel distretto Khlong Khanan e che ha dato sin dal suo primo giorno di operatività problemi di inquinamento.
“L’impianto rilasciava acqua contaminata nel canale locale. Nei decenni di operatività dell’impianto molte persone hanno sviluppato il cancro ai polmoni.” dice un vecchio capo villaggio di Thung Sakhon. “Le comunità locali non avranno benefici da questo progetto. La maggior parte di noi vi s oppone, ma poiché trattiamo con un governo militare che potrebbe usare l’articolo 44 della costituzione provvisoria per portare avanti il progetto, non sappiamo cosa accadrà”
Gli abitanti dei due villaggi dicono che in ogni caso non possono scambiare il loro sostentamento per la sicurezza energetica della regione. Se le autorità volessero costruire la centrale usando fonti rinnovabili di energia invece di combustibili fossili, gli abitanti dei villaggi non si opporrebbero al progetto.
Il ministro dell’energia, generale Anantaporn Kanjanarat, sostiene che la NCPO vuole ascoltare suggerimenti su come potrebbe fare la regione a soddisfare i bisogni energetici. Ma il piano deve essere conforme al PDP del 2015.
L’altra opzione del ministro sarebbe di comprare energia dalla Malesia entro l’ambito stabilito dal piano del massimo 15% per il 2026 e 20% del 2036.
Per l’EGAT l’importazione di energia sarebbe l’ultima possibilità. Inoltre per gli acquisti dalla Malesia i contratti di lungo termine sono problematici al contrario di quanto possibile con il Laos da dove la Thailandia compra energia.
Poiché la regione è ricca di luce ed è un buon produttore di olio di palma, molti sostengono che il governo dovrebbe optare per energie alternative rinnovabili.
Un esperto di piantagioni di olio di palma, Athiras Dundee, Krabi ha 1600 chilometri quadri di piantagioni che per altro si espandono al 5% anno. La provincia perciò potrebbe affidarsi alle biomasse per la produzione energetica.
La macinazione per avere l’olio di palma produce tantissimo rifiuto che potrebbe ben essere usato per produrre energia. Secondo Athiras,la capacità locale di produrre energia dai reflui dell’olio di palma sarebbe di 30 MG, incrementabili fono a 300 MW nel giro di tre anni se gli operatori ricevessero aiuto dallo stato.
Da metà 2015 l’EGAT ha smesso di comprare elettricità dai produttori di olio di palma costringendo molti a fermare la produzione di energia mentre qualcuno che aveva investito in questo ramo si è ritrovato sul lastrico.
“Le autorità non considerano affidabili i piccoli impianti a biomassa. Dimenticano che comprando questa energia hanno il sostegno dei piccoli produttori di olio di palma, accelerando l’economia complessiva nella regione, poiché l’industria nella provincia produce 10 mila tonnellate di rifiuti al giorno. Ora che le autorità non comprano più energia da questi impianti, i proprietari devono vendere i loro rifiuti solidi ad altri impianti fuori provincia.
L’EGAT sostiene che l’energia immessa in rete da questi produttori non è stabile, ma questo è un problema derivante dalle linee vecchie che devono essere adeguate e dai contratti non standardizzati con cui l’EGAT compra energia dai piccoli produttori.
Su un’isola della provincia di Krabi a Ko Lanta dove si hanno frequenti interruzioni di energia elettrica, alcuni imprenditori hanno deciso di fare da soli invece che affidarsi al governo.
Khwankanok Kasirawat, proprietario del Lanta Mart, uno dei più grandi negozi, ha installato pannelli solari per 48KW sui tetti dei negozi.
“Poiché l’EGAT non ha costruito stazioni sull’isola i tagli di energia accadono spesso, ma ora non devo preoccuparmi molto. In aggiunta, nell’alta stagione, quando devo accendere tutti i frigo tutto il giorno, la mia bolletta non eccede i 3 euro al mese. Ora da quando ho i pannelli solari la bolletta si è dimezzata.” dice Khwankanok.
Insieme ad altre persone stanno creando un gruppo che promuove i pannelli solari sull’isola. Quando le si chiede cosa pensa della centrale a Carbone Khwankanok dice: “Sarebbe la morte del turismo dell’isola di Krabi stessa. Non capisco perché ci pensano”
Il governo di Bangkok sostiene che la regione dipende dall’energia trasmessa dalla regione centrale e questo impedisce uno sviluppo economico.
Per l’ex presidente dell’associazione turistica di Krabi, Amarit Siripongyutagut, è lecito domandarsi quale sviluppo Krabi e le altre isole vogliono. “Secondo gli operatori turistici e la vecchia amministrazione provinciale Si potrebbe sviluppare Krabi e la sua forte industria in modo da non compromettere l’ambiente e la provincia potrebbe diventare modello di come gli operatori si uniscono nello sforzo di proteggere l’ambiente.”
Ha aggiunto che il governo militare sostiene che i gruppi della società civile stanno alimentando l’opposizione contro il governo, ma la maggioranza della gente è già contraria al piano perché è contraria ai loro interessi lavorando quasi tutti nell’industria turistica.
Kittichai Eangchuan della Organizzazione Amministrativa provinciale di Krabi ha detto: “Credo che il governo abbia dimenticato che investire in energia verde è anche un percorso allo sviluppo e Krabi ha tutte le risorse necessarie.”
La tendenza globale dell’energia è di decentralizzare la generazione di energia facendo sempre meno affidamento all’energia fossile. Il governo però sempre fare la cosa opposta.
“Non dovrei dire granché ma Krabi è casa mia ed è famosa per la sua acqua marina cristallina e le spiagge. Chi mai vorrebbe una centrale a carbone con le sue grandi turbine termiche e le grandi navi che portano carbone da queste parti.”
Kongpob Areerat, Prachatai