Chi paga la bolletta della sete crescente di energia in Thailandia

Sette mesi fa l’ultimo centro commerciale di Bangkok, Central Embassy, ha celebrato la sua apertura con calma attraendo migliaia di celebrità thai nel suo luccichio. Il centro da 144 mila metri quadri dalla parvenza futurista e lussuosa fu descritta come un complesso commerciale mostruoso. nello stesso mese il WWF metteva in guardia che la costruzione della diga a Don Sahong nel Laos meridionale avrebbe messo a repentaglio la sopravvivenza dei delfini d’acqua dolce Irrawaddy invitando ad una sospensione del progetto.
Questi due eventi che accadono a centinaia di chilometri tra di loro, messi l’uno di fronte all’altro senza apparente ed immediata correlazione, sono legati tra loro perché fanno parte di una rete complessa di consumo dell’elettricità di Bangkok.

Per saziare in parte questa sete crescente di energia della Thailandia, le imprese statali e private thailandesi collaborano col governo laotiano per costruire sempre più dighe idroelettriche la cui elettricità sarà poi importata in Thailandia ed usata moltissimo a Bangkok.

I residenti delle classi media e agiata di di Bangkok godono di un consumo sempre in espansione di elettricità poco costosa, mentre i dirigenti delle imprese e degli azionisti delle compagnie energetiche thailandesi, delle costruzioni, della proprietà e del settore finanziario ed i capi del governo laotiano, raccolgono grandi profitti. Simultaneamente le comunità agricole locali e la fauna selvaggia del Laos sopportano il colpo del danno ambientale causato dalle dighe, comunità che finiscono in condizioni peggiori anche a causa della dislocazione in nuove aree.
La rapida crescita di Bangjkok nei decenni scorsi e la sua forma unica di urbanizzazione hanno comportato un maggior consumo di elettricità in due modi specifici relazionati.

Primo, a differenza che in altre città asiatiche, ilsete crescente di energia nuovo sviluppo nelle aree di periferia di Bangkok negli scorsi 125 anni è stato per lo più in termini di casa a schiera e case singole, che consumano tanta elettricità. Dal momento che i costruttori di case e condomini poi le rivendono, spesso non investono in tecnologie efficienti più costose. Inoltre Le famiglie di Bangkok, molto più ricche di quelle della provincia, usano più apparecchi e l’uso medio dell’elettricità è doppio di quello del resto del paese.
La seconda forma di espansione urbana ad alta intensità di consumo di corrente elettrica è la continua proliferazione di centri commerciali, alcuni consumano più elettricità delle piccole province thailandesi.
La struttura regolatoria contribuisce anche all’elevato consumo della Bangkok metropolitana. Nessuna delle cinque province della Bangkok Metropolitian Region ha tra i propri fattori che regolano la crescita urbana l’elettricità. Né esiste una regolamentazione nazionale e regionale sull’uso dell’elettricità nelle nuove costruzioni.

sete crescente di energiaInoltre il governo non offre incentivi sufficienti a chi costruisce per seguire codici verdi di costruzione, Nè penalizza quelli che non si adeguano. E la struttura del prezzo dell’elettricità non scoraggia i grandi utenti dall’usare l’elettricità: per centri commerciali e industrie il prezzo per unità non è molto diverso da quello casalingo.
Nel 2013 Bangkok consumò il 40% dell’elettricità del paese anche se la regione costituisce solo 1,5% dell’area totale e il 22% della sua popolazione. Poiché si trova al centro del sistema centralizzato di elettricità, il consumo crescente di Bangkok implica che i fornitori hanno bisogno di maggiore elettricità nella griglia di trasmissione.

Per affrontare la sete crescente di energia, la Thailandia ricava la sua elettricità per lo più dal gas. Le riserve nazionali di gas naturale dovrebbero durare per altri dieci anni, mentre i progetti del governo affermano che per il 2013 raddoppierà la generazione di elettricità. Mentre molti paesi applicano politiche che rendano più verde il settore energetico, il governo thai sta assumendo l’approccio differente pianificando di costruire impianti al carbone in più ed importare idroelettricità generata dalle grandi dighe laotiane.

Questa risposta è in gran parte causata dalla perversa struttura degli incentivi nel settore elettrico. L’ente elettrico thai, EGAT è sempre stato protetto dal governo nazionale mantenendo una posizione di monopolio sia sulla generazione che sulla distribuzione elettrica. Nonostante vari tentativi di liberalizzazione del settore, di debole regolamentazione, una mancanza di sguardo regolatore  e poca competizione domestica hanno dato all’EGAT la forza per diventare dominante sullo sviluppo del settore elettrico.
L’EGAT stende il proprio progetto di Sviluppo di potenza in un processo chiuso e senza partecipazione. Inoltre la Thailandia ha un sistema tariffario che garantisce all’EGAT di guadagnare entrate sull’ammontare di quanto vende e i meccanismi legali che permettono all’autorità di incrementare le tariffe per passare i costi maggiori sui consumatori. Questo incentivo genera una continua espansione nel sistema e una tendenza a sovrastimare la domanda come fatto dall’EGAT per i passati 20 anni.
Sin dagli anni 80 i gruppi locali e le ONG si sono opposti con forza alla costruzione di nuovi impianti grandi specie le dighe nel paese. Questa accresciuta pressione sull’EGAT e il limitato numero di siti utili per grandi dighe ha spinto l’EGAT a costruire le dighe nei paesi vicini, dove ci sono meno regole ambientali e meno indagine pubblica e dove i governi accettano questi investimenti.
Le compagnie dell’energia, delle costruzioni e dei finanziamenti hanno anche giocato un ruolo nell’incoraggiare l’investimento idroelettrico nel Laos e nella regione, incoraggiando queste compagnie ad importare elettricità a poco costo in Thailandia.
passaggiodelpescedighe xayaburiPer poter investire all’estero le compagnie hanno bisogno di un partner che hanno trovato nel governo laotiano. La strategia economica del Laos riflette gli interessi del solo partito legale in Laos, il partito rivoluzionario del popolo, che è servito da veicolo per arricchire l’elite mentre mantiene la legittimazione attraverso una crescita rapida.
Dal 2001 il principale fondamento del piano di sviluppo laotiano è stata una strategia  centrata sugli investimenti per convertire vasti tratti di terra ed ottenere una rapida crescita attraverso progetti di estrazione e produzione. Fondamentale a questa strategia è stato l’allargamento della produzione di idroelettricità del governo laotiano nello scorso decennio. Il Laos attualmente esporta la gran parte dell’elettricità e pensa di esportare di più con la crescita della sua capacità di generazione.
Il numero di dighe già costruite ha avuto un impatto negativo sull’ambiente come la rapida scomparsa del pescato e la biodiversità danneggiata nel taglio delle foreste. Inoltre gli abitanti dei villaggi che sono stati spostati perfare posto alle dighe, in molti casi, hanno visto peggiorare la situazione per il risarcimento inadeguato e la perdita di sostentamento.
I beneficiari sono i consumatori a Bangkok, i centri commerciali e i costruttori, gli azionisti e la dirigenza dell’EGAT, delle imprese thai e i dirigenti del partito unico laotiano. Chi ha perso sono le comunità locali, la vita selvaggia e gli ecosistemi colpiti dalle dighe e forse, se si continua a costruire sul corso del Mekong, le comunità a valle e gli animali selvatici.
Comunque sono pochi i residenti di Bangkok coscienti di queste ingiustizie che loro aiutano a perpetuare e raramente si domandano della fonte della loro elettricità. Mentre hanno protestato per le dighe costruite in casa propria, sono stati per lo più silenziosi quando si parla della costruzione di dighe in Laos. Alcuni abitanti hanno messo sotto inchiesta il governo per aver firmato un accordo di acquisto di elettricità dalla nuova diga, in costruzione nel nord del Laos a Xayaburi, ma vivono tutti nel nordest, vicino al Mekong.
Poiché non c’è opportunità di dissenso nel Laos, fomentare ulteriore dissenso a Bangkok per denunciare la logica perversa e l’ingiustizia dietro la costruzione delle dighe e l’acquisto di elettricità da loro, potrebbe essere una strada da cominciare per affrontare queste diseguaglianze.

DANNY MARKS  MEKONGCOMMONS:ORGPubblicità

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