Città di Shwe Kokko: La frontiera birmana che scotta

Nella città di Shwe Kokko di fronte alla città thailandese di Mae Sot nello stato Karen, le bande criminali cinesi sfruttano l’agitazione dopo il golpe militare per espandere le loro attività criminali.

Il golpe militare birmano del 2021 ha scatenato una diffusa crisi umanitaria ed uno sconvolgimento del governo della legge facendo precipitare la sicurezza di settimana in settimana. La crescita d’illegalità dopo il golpe ha dato libertà di azione ai criminali informatici, al trafficanti di persone e di armi di operare lungo la frontiera birmana con la Thailandia.

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la città di shwe kokko

Nella città di Shwe Kokko di fronte alla città thailandese di Mae Sot nello stato Karen, le bande criminali cinesi sfruttano l’agitazione dopo il golpe militare per espandere le loro attività criminali.

La città di Shwe Kokko un po’ più a settentrione di Mae Sot è un noto centro criminale del gioco, delle truffe e del traffico online.

La città è nota come la Silicon Valley del Myanmar ma dopo il golpe la sua tecnologia e infrastruttura di alta tecnologia è stata indirizzata verso le attività criminali transnazionali che mietono vittime tra gli stranieri attirati nella città con promesse di lavoro ben pagato in Thailandia.

Lo scorso anno sono arrivati in Thailandia per le promesse di lavoro ben pagato cittadini filippini, malesi, indonesiani, indiani, thai, taiwanesi, bangladeshi, brasiliani, keniani, colombiani e di Hong Kong che si sono ritrovati schiavi dall’altra parte della frontiera a Shwe Kokko.

Ad appena 20 chilometri a sud c’è KK Park, o KK Garden, che di recente è apparso sui giornali come centro di schiavitù di cittadini malesi e indiani, imprigionati e costretti a lavorare per sindacati del crimine a compiere truffe online.

Coloro che si rifiutavano rischiavano pene fisiche o peggiori forme di abusi ed alle famiglie delle vittime era chiesto di pagare somme di riscatto per il rilascio dei loro cari.

Le ambasciate a Bangkok hanno avuto tanto da fare per salvare i propri cittadini da Shwe Kokko. Nei circoli diplomatici della capitale thai il nome Shwe Kokko ha sostituito il nome dell’icona Aung San Suu Kyi che ora langue in qualche prigione birmana dopo che il suo governo fu cacciato con il golpe di febbraio del 2021.

La città di Shwe Kokko è descritta nei titoli dei giornali della regione come un covo di imbrogli, rapimenti e traffico di persone mentre i governi si trovano sotto pressione per rispondere agli appelli di emergenza delle famiglie e delle vittime.

Ora la città è controllata dalla Forza della Guardia di frontiera dello stato Karen del colonnello Saw Chit Thu, un insorto Karen che firmò con l’esercito birmano un cessate il fuoco con cui divenne Forza di guardia di frontiera sotto il comando parziale dei militari.

Negli anni 90 gli insorti Karen combatterono feroci battaglie con le forze armate birmane attorno a Shwe Kokko che allora si chiamava Kawmoora e che divenne nota tra cittadini birmani e giornalisti stranieri che giungevano ad osservare le battaglie tra i ribeli Karen e le forze statali.

In pochi pensavano che questa frontiera distrutta dalla guerra sarebbe finita sotto un gruppo Karen rinnegato che fece la pace ed accordi di affari con i militari birmani invitando grandi investimenti del sottobosco cinese. In questi giorni il regime a NayPyiDaw è solo una facciata per ciò che si potrebbe definire Zona Criminale Speciale del Myanmar. Nel 2017 Saw Chit Thu fece una Joint Venture con Yatai International di She Zhijiang, cinese con cittadinanza cambogiana.

Il risultato fu la Chit Linn Myaing Co Ltd della Karen BGF, la facciata degli investimenti cinesi per sviluppare una zona economica speciale da 15 miliardi di dollari a Shwe Kokko che fu descritto come un centro High Tech con aeroporto, zona industriale, ville, parchi giochi, hotel ed altro.

Da città di contrabbandieri di bestiame e di Karen BGF Shwe Kokko è diventata la Chinatown dello stato Karen con gli arrivi massicci di investitori, lavoratori e giocatori cinesi. She Zhijang è stato responsabile per averla trasformata in un centro criminale di gioco d’azzardo e truffe online.

Nel 2018 la Commissione degli Investimenti del Myanmar approvò la prima fase del progetto di Shwe Kokko New City che prevedeva la costruzione di 59 ville lussuose da 22 milioni di dollari su 10 ettari. Poi le costruzioni sono cresciute ben oltre i limiti. Mae Sot, citta dormiente negli anni 2000 si è trasformata in una città attiva con tante auto di lusso, hotel e ristoranti di lusso alimentati dai voli pieni in arrivo da Bangkok.

All’inizio le imprese affermarono che il progetto apparteneva al BRI cinese che però Pechino dopo un’indagine governativa di Aung San Suu Kyi rigettò.

Nel 2020 l’ambasciata cinese a Yangon sostenne un’iniziativa governativa che investigava le irregolarità in questo progetto controverso nello stato Karen. La Thailandia tagliò elettricità e telefoni a Shwe Kokko che però furono ripristinati appena dopo il golpe del 2021.

Cittadini cinesi hanno continuato a giungere a Mae Sot e tra loro c’era She Zhijiang che era scappata dalla Cina ma aveva passaporto cambogiano dopo aver fatto degli investimenti nei casinò in Cambogia. Lei è nota come Dylan She e capeggia Yatai International Holding Group.

Le autorità thailandesi arrestarono la magnate in fuga ad agosto 2022 per la gestione di piattaforme di gioco online illegali, ma il gruppo ha fatto sapere che gli arresti non avrebbero colpito le operazioni. Migliaia di immigrati clandestini cinesi continuano a vivere a Shwe Kokko e i centri di attività illecite sono sempre attive.

I militari del Myanmar emettono licenze agli alleati e amici per la gestione di hotel, club e casinò nelle città di frontiera con Thailandia e Cina e gli operatori pagano la loro tassa annuale ai militari.

Tra di loro c’è il magnate birmano Tun Muin Latt, trafficante d’armi e di droga che fu arrestato lo scorso anno a Bangkok e che ha legami diretti con i grandi generali birmani tra cui Min Aung Hlaing e famiglia.

Tun Muin Latt gestisce Star Sapphire Group e opera hotel e casinò a Tachilek, nello stato Shan settentrionale dove offre casinò, centri commerciali ed altri intrattenimento per cinesi e thai.

I suoi legami stretti con i grandi generali birmani tra cui Min Aung Hlaing gli danno libertà di gestire affari lucrosi e illeciti lungo la frontiera. La sua impresa paga somme annuali ai militari mentre paga cifre notevoli al capo del regime e alla sua famigliache provano a farlo rilasciare dalle carceri thailandesi.

Varie bande criminali cinesi operano casinò ed hotel lungo le frontiere dello stato settentrionale Shan conosciuto come il Triangolo d’Oro. I loro amici locali includono le guardie di frontiera ed altre milizie e gruppi di insorgenti. L’ironia è che sono emersi dopo che il golpe “ li ha rafforzato con nuove opportunità di generare entrate illecite” secondo USIP.

Non si conosce quanto entri nelle casse del regime da Shwe Kokko che comunque dà maggiori possibilità alla giunta militare di comprare armi per sopprimere la propria gente. Dopo il golpe sono spuntati come funghi i progetti di nuovi casinò lungo la frontiera dello stato Karen.

Nel frattempo il regime è sotto la condanna internazionale per gli omicidi di massa e gli arresti arbitrari degli oppositori che sono dei crimini contro l’umanità. Questa campagna criminale si estende dal cuore delle zone etniche fino alle regioni di frontiera ed è irrealistico aspettarsi che il regime attacchi il crimine internazionale.

Si dice che i magnate del crimine cinese abbiano stretto accordi con i generali a Naypyidaw con grosse mazzette. Il regime militare uso il proprio controllo sulle aree Karen contestate per ricavare entrate.

In altre parti continua a saccheggiare le case dei cittadini, ad uccidere i bambini, torturare i dissidenti fino alla morte, a incendiare i villaggi e a bombardare le zone e le forze di resistenza con gli aerei ed elicotteri.

Il golpe ha acceso una grave instabilità al di là delle zone di frontiera creando esodo di persone, collasso economico, tragedie umane e preoccupazioni di sicurezza per i vicini.

I criminali nazionali birmani siedono a Naypyidaw mentre i gruppi criminali cinesi sono liberi di agire sulla frontiera con la Thailandia con seri problemi di sicurezza per la regione.

E’ tempo che i governi confinanti con il Myanmar tra cui Cina, India e Thailandia indaghino più attentamente perché le attività criminali a Shwe Kokko e in altri centri di casinò sono legati direttamente alla giunta birmana.

I criminali in Birmania non devono farla franca perché sono una minaccia agli altri paesi della regione.

Aung Zaw, The Irrawaddy

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