Mercoledì 24 giugno gruppi di democratici in varie parti della Thailandia hanno ricordato quella rivolta di civili, burocrati e militari che 88 anni fa, il 24 giugno del 1932, posero fine alla monarchia assoluta.
Lo hanno fatto leggendo le dichiarazioni fatte dal Partito del Popolo e mostrando le immagini di quegli anni proiettate su un telone posto alle prime ore del giorno nella piazza della Democrazia, nel quartiere storico di Bangkok la cui architettura vuole ricordare lo spirito di cambiamento di quegli anni.
Dopo la sparizione della placca della rivoluzione del 1932 all’indomani dell’insediamento di Re Vajiralongkorn dalla Piazza Reale, sono poche le vestigia di quegli anni e la zona storica reale di Bangkok sembra dover lasciare il posto ad altro. Quella placca fu rimossa ad aprile 2017 e fu sostituita da una analoga con slogan monarchici senza che fu data alcuna spiegazione.
“Abbiamo tenuto l’evento al Monumento della Democrazia perché è uno delle poche vestigia restanti del Partito del Popolo. Molte sono state abbattute, ma quello che non scomparirà mai è la dichiarazione del Partito del Popolo e le loro ideologia” ha detto Anon Nampa.
Questo volersi riappropriare di questo periodo storico, che non ha mai trovato spazio nei libri di testo della scuola, nasce dalla coscienza che il processo democratico thailandese arretra. Come dice il professore di scienze politiche Prajak Kongkirati: “Per chi sostiene la libertà e la giovane generazione l’idea della rivoluzione del 1932 che la nazione deve appartenere al popolo e non ad una piccola elite che non risponde a nessuno è un’idea molto significativa su cui vale la pena di lottare.”
Uno studente presente ad una delle commemorazioni del 1932 dice: “Raramente la menzionano. Quando l’hanno fatto gli insegnanti dicono che il Partito del Popolo prese il potere prima che il paese fosse pronto per la democrazia. Pensavano che il partito del popolo erano uomini cattivi che si scontravano l’un l’altro per il potere”.
Secondo Paul Chambers docente della Università Naresuan, “la democrazia sta arretrando sin dal 1947. Gli anni 1946 e 1947 furono il periodo di maggior democrazia per la Thailandia, quando sia la Monarchia che i militari erano deboli, mentre la democrazia civile era forte… La differenza tra il 1932 ed oggi è che molti thailandesi a livello di massa reclamano uno spazio politico più di quanto facevano prima”.
Per comprendere meglio cosa significhino queste celebrazioni del 1932 della fine della monarchia assoluta in un paese dove non si deve parlare male della monarchia nonostante gli inviti di Re Vajiralongkorn a non usare l’articolo 112 della lesa maestà, basterà indicare due fatti.
Il primo è l’invio di militari davanti alle case dei giovani che avevano organizzato luna delle commemorazioni del 1932, senza un mandato.
Il secondo è che i generali hanno preferito celebrare a Bangkok e nelle province, per la prima volta in tanti anni, i militari ribelli che l’anno successivo tentarono il colpo di stato, ma che furono poi sconfitti, Principe Boworadet e Phraya Si Sitthisongkhram.
Presentiamo ora un pezzo di commento di Pravit Rojanaphruk:
La guerra avventurosa dell’esercito thailandese sulla storia della democrazia
In quella che si può definire come una dichiarazione di guerra alla storia, l’esercito all’inizio di questa settimana ha dato una narrazione alternativa a quello che accadde il 24 giugno del 1932, quando ci fu la rivolta che pose fine alla monarchia assoluta.
Per quasi novant’anni si riconosce al partito del popolo che guidò la rivolta che portò alla democrazia parlamentare in Thailandia, conosciuta allora come Siam. Ma ora l’esercito dice che il partito del popolo non era solo antidemocratico ma voleva persino abbattere la Corona.
Questa nuova interpretazione è stata fornita dal centro di informazione dell’esercito per spiegare una cerimonia buddista nell’anniversario della rivolta in memoria dei ribelli monarchici che cercarono di restaurare la monarchia assoluta nel 1933.
La fallita rivolta monarchica fu guidata da Principe Boworadet e Phraya Sitthisingkhram a cui i militari hanno dedicato due stanze nel quartiere generale dell’esercito a loro intitolate e che sono state inaugurate dallo stesso Primo ministro in persona.
Vale la pena leggere buona parte di questa dichiarazione e pensare alle implicazioni.
“Nel 1932 ebbe luogo un cambio di sistema politico e fu una svolta importante nella storia Thailandese dalla monarchia assoluta al sistema democratico. Fu fatto da un gruppo che si definiva Partito del Popolo ed è considerato un colpo di stato per rovesciare la monarchia.
Nel 1933 la ribellione di Boworadet, la prima ribellione dal cambio di sistema amministrativo, fu guidata dal principe Boworadet ed il generale Phraya Si Sitthisingkhram. Questo perché Sua Serena Altezza non era d’accordo con il modo di amministrare di Phraya Phahon Phonphayuhasena, il primo ministro di allora che era di natura dittatoriale.
I ribelli invitarono il governo di Phraya Phanon a mantenere l’istituzione monarchica, rendere il governo più democratico e permettere più indagine e poteri del parlamento. Questo fu fatto perché il Partito del Popolo non diventasse una tirannia.
Alla fine la ribellione non ebbe successo ed il governo sconfisse i ribelli. I meriti eroici ed il sacrificio di Principe Boworadet e Phraya Si Sitthisongkhram meritano di essere riconosciuti come protettori della monarchia ed il loro un tentativo di assicurare che la Thailandia avesse un sistema davvero democratico”
La dichiarazione dell’esercito è giunta dopo due anni e mezzo della misteriosa rimozione di un monumento che commemorava la sconfitta della ribellione Boworadet nella zona Laksi di Bangkok, il sito dove ebbe luogo lo scontro decisivo.
La curiosità della gente compreso molti giovani è stata accesa da una serie di scomparse oltre al monumento ma la rimozione di statue dei capi della rivolta, presagio alla scomparsa altrettanto misteriosa della placca della rivolta nel 2017.
La placca della rivolta è da allora diventata un’icona tra i militanti ed il più potente simbolo della democrazia nella cultura politica pop.
Nello stesso giorno in cui l’esercito condannava la rivolta del 1932 c’erano dozzine di eventi dentro e fuori Bangkok che hanno ricevuto un’attenzione senza precedenti.
Il pubblico annoverava una bella presenza di giovani thai che si sono radunati per ascoltare la lettura della prima dichiarazione del Partito del Popolo in cui annunciava non solo la fine della monarchia assoluta ma continuava confermando che il paese appartiene a tutti i thailandesi.
Sembra che stia maturando una nuova giovane generazione.
La proclamazione stessa nei due decenni scorsi era diventata cosa sensibile in un clima politico dove il realismo ritorna e l’atto di rileggere a voce alta in pochi luoghi dove si sono radunati certamente richiede tanto coraggio.
Mentre i soldati non hanno avuto alcun problema nell’onorare la ribellione di Boworadet, l’esperienza è stata differente per chi ha guidato le commemorazioni del 1932 da una prospettiva democratica.
Lo studente Parit Chiwarak ha detto di essere stato seguito da una macchina sospetta dopo aver lasciato il luogo delle commemorazioni del 1932 il mercoledì sera.
Più tardi nella notte a Bangkok un artista di strada, Headache Stencil. Ha scritto sul suo profilo popolare di Facebook di essere stato perseguitato da 4 persone dopo aver proiettato un’immagine di uno dei capi della rivolta (Pridi Banomyong) sul muro del Palazzo Reale.
L’artista di strada ha detto poi per telefono che alla guardia del suo condominio i quattro hanno detto di essere poliziotti senza produrre poi alcun documento. Fino a mezzanotte i quattro hanno continuato a gironzolare per l’edificio dove poi l’artista è tornato.
Non sentendosi al sicuro l’artista è poi scappato in macchina seguito dagli uomini che è poi riuscito a seminare.
Il portavoce della polizia Kissana Phathanacharoen ha insistito allo scrivente di non aver conoscenza di questo caso di pressioni verso l’artista.
Sembra che si sia rinnovato lo scontro su chi si trovi dal lato giusto della storia con tantissimi giovani che partecipavano alle commemorazioni del 1932 contro generali anziani al comando dell’esercito.
Dopo 88 anni la vittoria davvero decisiva da una delle parti deve essere ancora raggiunta.
Ora le parti della divisione politica non sono contenti di lottare solo sul presente ma scavano nel passato che invocano per legittimare il loro attuale confronto.
Pravit Rojanaphruk, Khaosodenglish