Dopo quattro anni dalle elezioni che cacciò la ex prima famiglia malese dal palazzo Seri Perdana a Putrajaya in Malesia, dopo la condanna definitiva per Najib Razak a 12 anni di carcere per aver saccheggiato il fondo sovrano malese 1MDB, ora è la volta della moglie settantenne di Najib, Rosmah Mansor ad essere condannata a 10 anni di carcere per aver ricercato e preso mazzette in cambio di assegnazione di progetti durante il premierato di 9 anni del marito.

Sono tre i casi di richieste di mazzette imputate a Rosmah Mansor per un valore complessivo di 50 milioni di dollari con i quali una compagnia ha ottenuto un contratto di fornitura di pannelli ad energia solare per 300 scuole dello stato del Sarawak nella Malesia Orientale. La condanna oltre ai dieci anni di carcere è una multa da 217 milioni di dollari. Rosmah resta comunque libera su cauzione per essersi appellata all’alta corte.
La difesa di Rosmah è stata un susseguirsi di appelli che la corte ha rigettato come “pura negazione priva di una prova credibile” ed ha consigliato alla Rosmah di pagare la multa per evitare di scontare una condanna complessiva a 40 anni di carcere.
Ma i guai giudiziari per la ex prima famiglia malese non finiscono qui perché ci sono altri procedimenti giudiziari iniziati contro di loro, sia di corruzione che di riciclaggio e di evasione fiscale in relazione al fondo 1MDB sempre commessi durante la presenza al potere di Najib.
La caduta della ex prima famiglia malese inizia proprio alle elezioni del 2018 vinte dalla coalizione Pakatan Harapan che lanciò immediatamente le accuse penali nei confronti della coppia.
Scrive su TheDiplomat Sebastian Strangio:
“La cattiva sorte di Najib e Rosmah sono la prova che mentre le elezioni in democrazie parzialmente consolidate non sono sempre un metodo efficace di cambiamento politico, specialmente quando lasciano intatta la sottostante economia politica del paese, possono ancora avere effetti politici potenti. Quando era premier Najib riuscì a deviare con successo le indagini sul fondo 1MDB con l’abuso della sua autorità. Sostituì l’Avvocato dello stato malese proprio quando si apprestava ad incriminarlo penalmente; Najib licenziò i ministri critici del suo operato sul 1MDB e lanciò una guerra legale contro i media che parlavano dello scandalo”
Con la scioccante sconfitta elettorale di Maggio 2018, è sconfitto per la prima volta anche il partito UMNO e Najib perde la sua immunità. La nuova coalizione presieduta da Mohamad Mahathir riapre le indagini e sono portate in tribunale contro Najib, Rosmah e altri personaggi eccellenti.
Quando la polizia perquisì le case della famiglia di Najib si portò oggetti di lusso del valore da 274 milioni di dollari tra cui 12000 pezzi di gioielleria, 567 borse da donna, 423 orologi e 28 milioni di dollari in contanti.
Mentre la condanna di Rosmah deve seguire ancora altri due gradi di appello fino alla corte federale e bisogna vedere come va poi a finire, vale la pena di registrare le reazioni al verdetto in considerazione del sostegno che la coppia ha a livello di popolazione.
L’analista politica Bridget Welsh ha salutato positivamente il verdetto che è “un’altra vittoria del governo della legge. La non eletta Rosmah era senza dubbio una delle persone più influenti durante l’amministrazione Najib e molti lo hanno considerato un abuso di potere. Ora un uomo e una donna di meno al di sopra della legge”.
Per altri è colpa di Rosmah e dei suoi appetiti per il lusso ed i gioielli se Najib è di fatto caduto.
“La verità è che la condanna di Rosmah e Najib nella cultura malese è considerata inappropriata perché hanno dato un grande contributo al paese con tante trasformazioni” ha detto Awang Azman Awang Pawi dell’Università Malaya secondo cui sono tanti malesi ad essere arrabbiati per le condanne inflitte alla ex prima coppia malese.
Una strategia di uscita per la ex prima famiglia malese parte proprio dal sostegno che Najib ha. Non essendo riuscito a farsi assolvere dai tribunali, potrebbe provare a mobilitare tutti coloro che sono dietro di lui e a fare pressione sull’attuale coalizione al potere per ottenere il perdono reale.
Il potere politico dell’UMNO si basa su un sistema di preferenze etniche istituzionalizzate che sono rimaste intatte da quando è nata la Malesia e che danno popolarità politica e forza a Najib.
Questa rete resta in piedi anche dopo la vittoria del maggio 2018 della coalizione Pakatan Harapan in cui erano confluiti vari esponenti di spicco dell’UMNO. A febbraio 2020 il collasso della coalizione a causa di varie macchinazioni politiche riporta l’UMNO nella coalizione di governo ed elegge a primo ministro prima Muhyiddin Yassin, ex braccio destro di Mahathir, e poi Ismail Sabri Yaakob.
A settembre del 2023, ci saranno le prossime elezioni malesi e “Ismail Sabri Yaakob si troverà probabilmente sotto forti pressioni da parte dei potenti dell’UMNO ad intervenire sul caso di Najib.” secondo Sebastian Strangio.