Il primo ministro vietnamita Nguyeb Xuan Phuc ha accettato la proposta del ministero della sanità di dichiarare emergenza nazionale l’epidemia di COVID-19 in Vietnam ed ha chiesto a tutto il popolo vietnamita di stare in casa e di restringere moltissimo i propri movimenti.
Il segretario del partito e capo dello stato Nguyen Phu Trong ha detto che “il paese è entrato in un momento quando il rischio di infezione di tutta la comunità è sempre più grande.”
Il premier vietnamita deve ancora decidere se bloccare Hanoi e Ho Chi Minh City come visto in vari paesi del mondo.
“E’ un momento decisivo in Vietnam per combattere contro il COVID-19” e quindi tutte le autorità di tutti i livelli devono concentrarsi sull’eradicazione del virus e della malattia, invitando le agenzie dei trasporti a tutti i livelli a sospendere il trasporto pubblico.
“Non possiamo negare. Abbiamo prodotto molte misure forti ma sulle strade, sulle spiagge ci sono ancora troppe persone ed in alcuni posto la politica di non radunarsi in non più di venti persone non è applicata a fondo.” dopo aver ricordato che il distanziamento sociale è un dovere di questi tempi.
“Si deve stare nelle proprie province, nei propri distretti e nelle proprie case per almeno 15 giorni”
In Vietnam si è visto che i due principali focolai infettivi sono state le ditte di catering degli ospedali di Hanoi col Truong Sinh Company e di Ho Chi Minh City, il Buddha Bar & Grill.
L’ospedale di Hanoi in Vietnam Bac Mai è stato chiuso sabato scorso perché diventato un’area di grande epidemia di COVID-19 in Vietnam e non ha alimenti e materiali sanitari a sufficienza per circa 3500 persone.
Tra questi ci sono 800 malati che non si possono dimettere né trasferire in altri nosocomi e 552 di loro devono essere sottoposti a dialisi. Un altro centinaio sono i parenti dei malti che si prendono cura dei loro cari, mentre la maggioranza dei membri delle famiglie sono state trasferite in una zona di quarantena nell’area Hoa Lac.
Le 3500 persone rimaste dentro il nosocomio chiuso tra cui dottori e personale vario non possono uscire neanche per comprare le cose più fondamentali che l’ospedale deve fornire loro nonostante il blocco che circonda l’ospedale stesso.
La principale fonte di infezione dell’ospedale sembra sia stata la caffetteria dentro l’ospedale che ora è stata chiusa ed i suoi lavoratori ora sono in quarantena.
Lo si è scoperto dopo che vari lavoratori della ditta che rifornisce acqua ed alimenti all’ospedale sono stati trovati positivi al virus, e l’ospedale ha dovuto cambiare gestione della cucina che comunque non è ancora all’altezza di quanto richiesto da un ospedale.
Del personale sanitario del Bach Mai, 200 tra dottori e altro personale sanitario sono in quarantena anche nelle proprie case e chi resta ha grandi problemi di alimentazione.
Hanoi finora ha 77 positivi al COVID-19 ed ha il valore maggiore di positivi del paese che finora ne conta 194. Di questi 203, 55 sono stati già dimessi.
L’Ospedale Bach Mai è stato identificato come focolaio grande di infezione perché 25 positivi sono stati associati con l’ospedale.
L’ospedale di Hanoi Bach Mai continua comunque a ricevere pazienti che hanno bisogno di trattamenti di emergenza.
Molti dei casi attivi in Vietnam sono quelli di vietnamiti che tornano dall’Europa e dagli USA oppure di stranieri e di vietnamiti che sono entrati in contatto con questi gruppi di persone.
Domenica il Vietnam ha sospeso tutti i voli internazionali per passeggeri limitando anche i voli tra Hanoi, Ho Chi Minh City e le altre località per le prossime due settimane.
In precedenza era stato posto il blocco verso l’arrivo di stranieri anche se di origine vietnamita.