Piuttosto che usare dati taroccati si aiuta la resistenza in Birmania riconoscendo le conquiste di tutte le varie e diverse componenti etniche che lottano
Mentre il Myanmar entra nel suo quarto anno della guerra civile dopo il golpe, si parla tanto di una vittoria imminente dell’insorgenza.

Arakan Army e il Kachin Indipendence Army hanno conseguito vittorie storiche sui campi di battaglia nei loro stati Rakhine e Kachin che arrivano dopo la conquista di agosto di Lashio, la capitale dello stato Nord Shan da parte dell’alleanza delle tre Fratellanze.
In vari entroterra etnici le forze della giunta birmana sono chiaramente in ritirata.
Ora nell’intricato campo delle notizie del conflitto si aggiunge il Rapporto Annuale del Progresso miliare del ministero della difesa, MoD, del NUG in esilio il cui numero di gennaio ad un primo sguardo è una cronaca netta del conflitto prolungato che probabilmente è vinto contro il regime del dopo golpe.
Tuttavia, a più riprese, il conteggio dei guadagni militari del 2024 da parte del NUG richiede una contestualizzazione critica su come vengono generate queste cifre e su cosa significano per il futuro della resistenza armata e la potenziale caduta del SAC.
Il NUG rivendica tre grandi conquiste da quando si è formato nel 2021. Esse sono:
1- la creazione di più forze di difesa popolare, PDF;
2- la creazione di territori liberati e controllati;
3- il rovesciamento delle strutture amministrative del regione e la ‘formazione di sistemi di governo popolare’.
Per quanto sia confusa la distinzione netta tra controllo e governo, c’è della verità in tutte e tre le affermazioni. Il rapporto afferma che il NUG trae la legittimazione da due fonti: per diritto dalla Autorità concessa dal mandato del popolo; come dato di fatto dall’Autorità derivante dal controllo territoriale e dal sostegno popolare”.
Non è chiaro se il Ministero della difesa del NUG comprenda entrambi questi termini, ma assume un sostegno più diffuso a livello di base di quanto probabilmente abbia.
I dati discutibili del rapporto si fondano sul forte guadagno territoriale raggiunto.
“I PDF e le ERO, organizzazioni rivoluzionarie etniche, controllano 144 municipalità su 330 di tutto il Myanmar. Tra queste 95 città e 48 municipalità sono state liberate totalmente e sotto il governo rivoluzionario. Le battaglie continuano in altre 79 città secondo il rapporto.
“Il controllo della giunta è sceso a solo 107 municipalità. Le forze rivoluzionarie ed etniche controllano il 44% del territorio delle municipalità del paese. Le zone di conflitto attivo costituiscono il 24%. La giunta mantiene il controllo solo sul 32% e rivela la sua incapacità a mantenere il governo su gran parte del Myanmar” si legge nel rapporto del NUG.
Comunque queste cifre a livello nazionali suggeriscono che il Ministero della difesa del NUG stia manipolando i dati. La prima questione è la fusione degli agenti rivoluzionari in un fronte unificato, unificando sempre PDF ed ERO, una ridefinizione delle solite organizzazioni armate etniche a “forze rivoluzionarie”.
Queste non sono mai citate per nome nel rapporto ma includono Arakan Army, KIA, MNDAA, TNLA e altre. Molte di queste storiche organizzazioni armate etniche hanno al massimo una flebile alleanza con il NUG e certamente non prendono ordini dal ministero della difesa del NUG.
Nel rapporto il MoD specifica la divisione del lavoro chiarificando che il NUG controlla 8 delle 95 città liberate. Undici città commerciali di frontiera “sono state liberate dal controllo della giunta” lungo i confini con Cina, Bangladesh, India e Thailandia: le PDF non hanno preso nessuna di esse. 741 basi militari sono state prese nel 2024 e i PDF ne hanno prese 162 nel Sagaing, a Magwe, Mandalay, Bago e Tanintharyi.
Sono state catturate 173 basi di quartier generale tra cui due comandi militari regionali nel Rakhine e nello stato Shan settentrionale. Le armate etniche e i loro alleati hanno ottenuto la maggioranza di queste conquiste militari. Il NUG intraprende una forma di valore rubato reclamando vittorie militari con cui ha poco o nulla a che fare.
E’ problematico anche il rapporto sulle perdite. Afferma che sono stati uccisi 14093 militari e 7363 sono i feriti per il 2024. A parte la natura dubbia di queste cifre rispetto al rapporto standard di 3:1 tra le vittime nella maggior parte dei conflitti, il rapporto non specifica come queste cifre siano state compilate e quali fonti siano state utilizzate. Molte EAO sono solitamente caute su dati di conflitto come questi e si rifiutano di rilasciare i dati sulle uccisioni dei combattenti nemici.
Come quindi il NUG arriva a queste cifre esatte? Nel frattempo mancano del tutto le perdite della parte delle forze rivoluzionarie.
Una parte contestabile è data dai disertori delle forze militari verso il NUG. Nel suo programma “Abbraccio della gente” il NUG afferma che 14760 militari birmani abbiano cambiato fronte, ma di questi la maggioranza sono forze di polizia. 3872 militari hanno disertato dal 2021 con 567 che si sono uniti al programma nel 2024.
Questo suggerisce un declino anche quando varie migliaia di militari sono state catturate in gran parte dalle forze etniche durante i pesanti combattimenti. E tuttavia nonostante il collasso indiscusso dei militari in molte località, la giunta militare resiste.
Il rapporto del NUG afferma che “le campagne di arruolamento della giunta sono in gran parte fallite” dopo l’entrata in vigore di una legge sul servizio militare a Febbraio. Però sono stati completati molti corsi di addestramento con 20mila nuove reclute.
Il rapporto però riflette un certo prematuro trionfalismo che abbondava nello scorso anno portando a frettolose previsioni che la città di Mandalay era stata accerchiata e destinata ad essere liberata.
“Il successo nella penetrazione di Mandalay attraverso l’offensiva Shan-Mann e la cattura della città di Pinlebu, difesa da quasi 1.000 truppe del SAC, sono i risultati più importanti (sic). Attualmente, la linea del fronte ha raggiunto la periferia di Mandalay, la seconda città più grande, mentre zone difensive chiave come Naypyidaw, Yangon, Taungoo e Meiktila sono sottoposte ad attacchi regolari”.
È corretto affermare che il dispiegamento di forze allineate al NUG nella parte alta di Mandalay, dopo la ripresa dell’Operazione 1027 nel giugno del 2024, è stato un importante sviluppo. Ma molte di queste conquiste, soprattutto nella township di Madaya, sono state annullate negli ultimi mesi del 2024, a causa degli attacchi aerei del SAC e del dispiegamento di truppe di terra.
La grande città militare di Pyi U Lwin, vicino a Mandalay, non è caduta sotto gli attacchi combinati di forze PDF e armate etniche come sperato a metà dello scorso anno. La citazione della presa di Pinlebu richiede anche qualche necessaria spiegazione.
La città del Sagain settentrionale è a 400 chilometri da Mandalay: non è certo un obiettivo “in prima linea” (anche se la natura delle “prime linee” nei conflitti del Myanmar è molto diversa da regione a regione). La città è stata una delle prime ad organizzare una rivolta armata contro l’esercito del Myanmar dopo il golpe.
Ci sono stati vari tentativi di PDF e KIA di prenderne il controllo che è stato finalmente ottenuto ad ottobre dopo 53 giorni di scontri duri che secondo il NUG includevano 670 attacchi aerei e lo sgancio di 5000 bombe. La maggioranza dei 7000 residenti erano fuggiti da tempo.
Pinlebu è a soli 50 chilometri da Kawlin che fu catturata dai PDF alla fine del 2023 e ripresa dai militari birmani tre mesi dopo. La città è stata quasi del tutto distrutta nei due combattimenti.
Il rapporto del NUG non menziona inoltre come gran parte del Sagaing, e la maggior parte del Myanmar centrale, sia diventata un paesaggio apocalittico.
Secondo le Nazioni Unite, solo a Sagaing ci sono circa 1.258.000 sfollati interni, su 3,5 milioni di persone in tutto il Paese. Il gruppo di monitoraggio Data for Myanmar documenta che 106.000 case sono state distrutte in attacchi dolosi dei militari birmani dopo il colpo di Stato, 74.000 solo a Sagaing.
Delle nove principali strade di trasporto che secondo rapporto sono dominate dalla resistenza in Birmania, di per sé una affermazione forte, alcune di loro sono vie infestate da vari posti di blocco di gruppi armati di una catena di comando indeterminata.
Non è chiaro se sono motivati dalla sicurezza o dall’ottenere qualcosa e saccheggio diretto. Mentre si sono create le strutture amministrative del NUG con risultati solidi, in molti punti prevale un disordine violento.
Secondo tutti i punti di vista l’andamento del MoD del NUG è stato grande dalle sue origini nel 2021 ad ora come organizzazione militare nazionale. Tuttavia i rapporti come questo dei progressi militari privilegiano la baldanza militare alle considerazioni umanitarie.
Per esempio la sezione delle città liberate non cita la realtà pericolosa e dura delle mine e delle pulitura delle trappole esplosive, dei proiettili inesplosi, della raccolta dei morti, sia civili che dei combattenti, della ricostruzione delle relazioni di comunità e dell’accomodare quello che per taluni aspetti potrebbe essere una nuova autorità “aliena”, come MNDAA a Lashio.
Il rapporto ha uno slogan facile come il piano strategico del MoD è “Tutte le strade portano a Napyyidao”. Comunque queste strade possono separare le strade dal momento che gli obiettivi delle Armate Etniche e degli esiliati del NUG cominciano a divergere.
Il NUG ha bisogno di prepararsi a questa realtà. In parte potrebbe fare dando il credito dovuto alle altre organizzazioni rivoluzionarie sia per i loro successi militari che per riconoscere l’immensa sofferenza della gente nelle loro aree operative.
David Scott Mathieson Asiatimes