La giunta che ha preso il potere alcuni mesi fa ha usato la legge marziale e una repressione sui suoi critici per soggiogare il paese diviso politicamente.
Ma potrebbe avere qualche difficoltà in più nel gestire un’economia fragile. Il debito delle famiglie è ad un livello particolarmente alto, le esportazioni non tirano, il numero di turisti è ben sotto le cifre dello scorso anni e gli esperti dicono che il livello basso nelle dighe nel paese predicono una seria mancanza di acqua. La banca centrale predice una crescita economica del 1.5% annuo.
Per i tantissimi contadini coltivatori di riso, molti dei quali hanno sostenuto il governo abbattuto dai militari, il debito delle famiglie e la mancanza di acqua rappresentano due colpi bassi a ripetizione.
Lo scorso mese le autorità del posto hanno chiesto a Ampai Chaito ed altri agricoltori di riso nella provincia di Chiang Mai di lasciar perdere l’idea di fare un altro raccolto di riso poiché l’acqua nella vicina diga era al livello più basso nella storia di un decennio. Ampai teme di non poter ripagare il suo debito del valore di 5000 euro preso lo scorso anno o di non pagare le tasse all’università del figlio.
“Potrebbe non portare a termine i suoi studi” dice la donna arrabbiata dopo una giornata di lavoro nei campi. “E’ intelligente ma ha una madre povera”.
Come parte delle misure di stimolo annunciate la settimana scorsa, la Signora Ampai deve ricevere una cifra equivalente a 100 euro, ma è solo una piccola frazione di denaro che possiede.
In aggiunta alla prospettiva sfavorevole del paese ci sono una crescita rallentata in Cina, un grande partner commerciale, e una domanda debole per le due esportazioni di punta della Thailandia: hard drive per computer e auto.
“L’economia è il pane della legittimità” dice Thinitan Pongsudhirak della Chulalongkorn University. “Quando si entra nella politica i militari possono controllare e comandare, c’è poca opposizione aperta. Ma non possono controllare l’economia mondiale, ed il tempo atmosferico”.
In un paese che ha 7 milioni di famiglie di agricoltori, per lo più di piccoli appezzamenti, la mancanza di acqua colpirà il segmento più povero della popolazione.
Kuakoon Manasumphunsakul, un tecnico del dipartimento dell’irrigazione della provincia di Chiang Mai, dice che l’acqua che giunge nella diga è metà della media storica a causa del numero basso di temporali nella stagione delle piogge che finirà nel giro di un mese.
“Dobbiamo essere preparati alla siccita che certamente si avrà” dice “Se non cominciamo a risparmiare acqua sarà dura”.
La diga più vicina a Chiang Mai è al 17% della sua capacità, il secondo livello più basso sin dalla sua costruzione di vent’anni fa. Sebbene la scarsezza d’acqua sembra essere per lo più il risultato delle scarse piogge di quest’anno, con le dighe della Thailandia meridionale che sono ben al di sotto del loro livello medio, Nipon Paopongsakorn, esperto della coltivazione del riso del Thailand Development Research Institute, sostiene che il problema è stato amplificato dalle decisioni del governo precedente di rilasciare troppa acqua dalle dighe per i due anni ed evitare il rischio di alluvioni disastrose del 2011.
Ora la prospettiva della siccità porta a quella che è chiamata “guerre d’acqua” tra gli hotel e i residenti delle città, le industrie delle aree industriali e i contadini nelle campagne. In aggiunta al nord del paese, le autorità hanno messo un guardia gli allevatori nella zona di produzione del riso, il bacino del Chao Praya, contro l’eventualità di un secondo raccolto a causa della mancanza d’acqua.
La Signora Ampai, coltivatrice, ha detto che il divieto è stato annunciato pubblicamente. Spera ora di usare altri raccolti, come cipolle ed aglio che però richiedono anche l’acqua dalla diga. “Se non rilasciano l’acqua protesteremo. Trasferiscono troppa acqua alla città”.
La diga Bhumibol, una delle più grandi e fonte di irrigazione per gran parte della risaia della Thailandia, è solo al 40% della sua capacità, un livello che è stato visto solo 3 volte da quando cominciò ad operare nel 1964.
La Banca centrale dice che i contadini sono tra quelli che hanno il livello più alto di debiti nel paese anche se non sono i soli ad avere problemi di debito.
Il debito delle famiglie totale è raddoppiato negli ultimi quattro anni ad oltre 250 miliardi di euro nel secondo trimestre del paese, l’equivalente del 80% del PIL ed uno dei maggiori in Asia. Questi numeri non includono l’affare fiorente dell’usura.
Amra Sriphayak, che è andato in pensione come assistente governatore della banca centrale, ha di recente messo in guardia che il debito delle famiglie può causare “un immenso declino nei tassi di spesa delle famiglie” e a creato grandi rischi alla stabilità finanziaria del paese.
I negozi di banco dei pegni sono un’industria crescente nelle città grandi e piccole del paese. Il governo cittadino di Chiang Mai ha aperto un quarto banco dei pegni e pensa di aprirne un quinto quest’anno. Un gestore di un piccolo negozietto alla periferia di Chiang Mai dice che i clienti giungono da tutti gli angoli della società. L’entrata a questo negozio è ostruita da frigoriferi e lavatrici lasciate lì in garanzia. Dietro al banco un martello elettrico beb usato è stato comprato a 10 euro ed una televisione è stata accettata per 25.
“La gente si vergognava molto di venire qui e mandava di solito degli altri per loro”. La vergogna si è dissipata col il debito che diventa una cosa comune. “La gente viene qui allo stesso modo di come andrebbero in una banca.”
I periodi più affollati includono l’inizio del periodo scolastico, quando i genitori hanno bisogno di pagare libri e tasse scolastiche, e la stagione della semina quando i contadini hanno bisogno di semi ed altri materiali.
Yutthana Rodchaem, meccanico della Aviazione Reale Thailandese, giunse un pomeriggio recente col suo scooter in un negozio del banco dei pegni a Chiang Mai centrale. Impegnò una collana d’oro per aiutare a pagare le tasse universitarie della figlia. “Ho un lavoro di basso livello nello stato ed ho quattro figli. Tutto costa così tanto oggi”
Thomas Fuller, New York Times
La siccita fa crescere il debito delle famiglie del nordest thailandese
Nel nordest thailandese, piagato dai debiti, molti coltivatori di riso lottano per riuscire ad arrivare a fine mese, dopo che il governo ha chiuso i sistemi di irrigazione lasciandoli senza i profitti di un secondo raccolto annuale. Per il governo militare però la siccita potrebbe aiutare la propria strategia economica.
Sumatra Sodatoom, una coltivatrice di riso di Khon Kaen, siede sulla orta della sua casa all’ombra di un albero di longan. Ad aprile la signora Sumatra di solito va in giro a vendere il suo secondo raccolto di riso dell’anno. Ma quest’anno il governo ha chiuso il sistema di irrigazione del paese impedendo a tanti agricoltori di piantare un nuovo raccolto di riso, nella stagione secca, da cui ora ormai dipendono.
Lo scorso anno il governo militare annunciò nel villaggio di Nong Kha che avrebbe chiuso i rubinetti del sistema di irrigazione dell’area. A febbraio il Dipartimento reale dell’Irrigazione avvisò che la Thailandia avrebbe visto la peggiore siccita del decennio dopo che i livelli di acqua erano scesi al minimo da 15 anni.
Dopo la prima raccolta, gli agricoltori thai che hanno accesso all’irrigazione spesso crescono un secondo raccolto fuori stagione. Come tanti altri nella regione, Sumatra ha bisogno delle entrate di questo secondo raccolto per pagarsi i debiti
La sua famiglia deve quasi 20 mila euro alla banca dell’agricoltura e delle cooperative agricole, BAAC. Il suo debito personale ammonta a oltre 8000 euro da prestiti che prese per il suo diploma.
“L’anno prossimo la situazione debitoria nostra sarà persino peggiore di quanto non lo sia ora, poiché dobbiamo pagare il prestito del nostro trattore” dice Sumatra.
La sua famiglia ha accumulato debiti per un investimento fallito di un allevamento di polli, e non sono i soli. Secondo Bua-ngoen Plamsin, la capovillaggio di Nong Khai, quasi tutte le 165 famiglie sono indebitate o al BAAC o al programma di finanziamento del villaggio.
Per il contadino Thonglam Thonnoi e la sua ffamiglia le prospettive di quest’anno sono particolarmente tetre. “Non posso pagarmi il debito poiché non ho le entrate di un secondo raccolto. Sono devastato. Non c’è speranza per noi quest’anno.”
Nel 2013 il nordest, secondo dati ufficiali, deteneva il più alto rapporto debito su entrate del paese al 65% che descrive la percentuale media delle entrate mensili dei consumatori che vanno a pagare il debito. A paragone il meridione ha un rapporto di 42% nello stesso anno.
Khamphong Wongwai, coltivatrice e sarta della provincia di Yasothon, dice che ha un debito con la BAAC e col fondo del villaggio. Usa il prestito per investire nella coltivazione del riso, per le spese giornaliere e per pagare la scuola ai figli. Ha per lo più dei prestiti a breve con il BAAC che possono essere contratti prima della stagione di crescita del riso e devono essere ripagati con l’interesse dopo il raccolto. Si trova intrappolata in un ciclo di prestiti. Ogni stagione prende un nuovo prestito della stessa cifra e può solo ripagare gli interessi.
“Col profitto che guadagno dal riso pago quello che devo alla banca, ma il mio debito non decresce mai” dice Khamphong.
Negli anni recenti il debito delle famiglie è cresciuto vorticosamente. I dati della Banca di Thailandia mostrano che i livelli di indebitamento sono saliti dal 61% del PIL prodotto nel 2009 a 85% alla fine del 2014, rendendolo il più alto nella regione. A fine marzo, la BAAC annunciava un programma di sollievo dal debito per 818 mila contadini compreso quelli inclusi nellerestrizioni del governo sui raccolti di riso fuori stagione.
Titipol Phakdeewanich, politologo della Università di Ubon che studia le politiche del riso, dice che i programmi di sollevamento del debito non centrano la questione: “Nel passato ci sono stati programmi di sospensione del debito, ma credo sia più importante che troviamo modi sostenibili per aiutare i contadini indebitati sostenendoli a generale entrate maggiori piuttosto he cancellare il debito.”
Secondo alcuni il debito crescente dei contadini sia attribuibile agli effetti a cascata dei progetti di sostentamento del prezzo del riso da parte del governo precedente che garantiva ai coltivatori di riso fino al doppio del prezzo del mercato.
“Secondo quel progetto, molti contadini hanno investito tutto per massimizzare le entrate” osserva Kunlapasorn Chuengrungruangphat, impiegato di un mulino di Yasothon. “Ma ora con i prezzi giù il comportamento è cambiato. Continuano ad investire e il debito cresce.”
La politica del riso del governo precedente era molto popolare tra i contadini del nordest spingendo verso l’alto le entrate della provincia e tirando, per lo meno temporaneamente, molti contadini fuori dal debito.
“La mia vita migliorò tantissimo” dice Pai di Khon Kaen nel ricordare quel periodo. “Non comprai davvero nulla ma invece diedi i soldi ai figli e pagai il debito con la BAAC. Era un fardello grande che mi ero tolto dalle spalle”
Il governo militare giunto al potere col golpe lo scorso anno condannò la politica di sostegno del riso come politica populista e mise sotto accusa retroattivamente Yingluck Shinawatra per un presunto coinvolgimento nel progetto.
Al posto di quella politica il governo militare pagò 1000 baht a rai ai piccoli coltivatori, una politica che caratterizzò come populista. La politica ha però lasciato gli agricoltori più vulnerabili alla marea del mercato.
Il prezzo del mercato mondiale del riso è ai suoi minimi si da giugno dello scorso anno. Con la attuale sovrapproduzione di riso i prezzi, nell’immediato non sono destinati a crescere. La signora Khamphong, che coltiva la specie jasmine ed il riso glutinoso nei suoi 12 rai dice: “L’attuale governo non sostiene i contadini. Non credo che aiuteranno perché il prezzo del riso è ancora basso”.
Col progetto del riso del precedente governo lei guadagnava da 70 ad 80 mila baht vendendo il suo riso. Ma dal golpe la sua entrata annuale è caduta a 40 mila.
Mentre i coltivatori lottano con il debito, i prezzi bassi, la mancanza di sostegno da parte dello stato ed un divieto indiretto ad un’altra produzione per questa stagione, la siccita del paese potrebe aiutare i militari nella loro strategia economica.
Come conseguenza della politica di sostegno del riso la Thailandia ha accumulato 17.8 milioni di tonnellate di riso. Se si produce meno riso in questa stagione secca, il governo militare può ripulire i suoi depositi per ridurre i costi di immagazzinamento. L’ultima cosa che vuole è comprare altro riso dagli agricoltori.
La resa del riso fuori stagione scenderà del 43% ai suoi minimi da 15 anni secondo dati economici ufficiali. Nel villaggio di Nong Kha l’assistente del capo villaggio Prasit si domanda perché il governo ha proibito l’irrigazione. “L’acqua è lì. La gente che lavora alla diga dice che c’è abbastanza acqua per un secondo raccolto”.
Senza le entrate di un secondo raccolto, molte famiglie di agricoltori devono dipendere dal sostegno economico dei figli, molti dei quali lavorano in città. Altri hanno mandato i figli a lavorare nell’industria dello zucchero o in altre industrie locali.
Pharat dice che il governo ha consigliato alla gente nel villaggio di cambiare raccolto che consumi meno acqua. “Dicono di crescere peperoncino o granturco, ma come faccio a compensare la perdita di profitto in questa stagione? E se tutti crescono granturco allora anche il suo prezzo andrà giù”.