Il Delta del Mekong sprofonda in un debito di sabbia, ma ora è possibile tracciare un bilancio della sabbia che arriva e che si estrae
Il Delta del Mekong sta letteralmente sprofondando in un debito di sabbia, inteso come il bilancio tra la sabbia che si estrae dal Delta e la sabbia che affluisce con i sedimenti di apporto del fiume.
Se non si riesce a trovare un bilancio che permetta un’estrazione sostenibile della sabbia del fiume, questo debito di sabbia diventerà un vero e proprio disastro.
Si legge su Riverlab:
“Il Delta del Mekong nel Vietnam potrebbe risultare del tutto sommerso per la fine del secolo se non si faranno azioni urgenti su tutto il bacino. Se continuerà tutto come al solito, potrebbe finire sommerso il 90% di questa potente zona agricola dove vivono quasi 20 milioni di persone con impatti globali e locali enormi. Solo azioni concertate dei sei paesi che si affacciano sul bacino del Mekong per adottare politiche migliori sull’acqua e sui sedimenti nella regione del Delta potrebbero evitare conseguenze devastanti…”
L’intrusione di acque salmastre sempre più verso il cuore del Delta, l’abbassamento del livello di acqua di falda già hanno un impatto sulle comunità, sulla natura, sui costi infrastrutturali da sopportare.
Scrive Marc Goichot del WWF Asia Pacifico su TheThirdPole:
“Accecati dalla rapida crescita economica del Delta e dalla sua rapida urbanizzazione degli ultimi decenni, i politici sembrano aver perso di vista la principale minaccia al delta, che sta sprofondando. Il delta ha già perso a vantaggio del mare vaste aree di terreni agricoli ad un tasso che gli studi stimano equivalenti ad 1 campo di calcio e mezzo al giorno.”
Ma i politici locali e nazionali sembrano imputare il tutto a fattori come il cambiamento climatico, alle tempeste tropicali o al livello del mare che sale.
Sebbene questi fattori siano in azione, non si può dimenticare che c’è un fattore che sembra essere la causa radicale del problema: non ci sono limiti quando si tratta di estrarre la sabbia. Quando se ne estrae più di quanto ne arriva, la conseguenza può essere solo una, che il mare e le acque salmastre sono più facilitate ad entrare.
“Tutti sembrano aver chiuso un occhio di fronte alla causa reale: quello che si perde sotto le acque fangose del fiume Mekong. Nessuno dà un’occhiata al bilancio patrimoniale della sabbia che mostra come il delta stia spendendo troppo rispetto alle entrate annuale di sabbia e stia scavando sempre di più nelle sue riserve antiche”.
La sabbia è usata in tantissimi luoghi per portare “sviluppo”, dai progetti di reclamo del suolo, alla produzione del cemento e di asfalto. E tantissima sabbia è estratta dal Mekong e dal fiume Bassac, come anche dal delta di Dong Nai nel Vietnam Meridionale, mentre a nord nelle dighe laotiane e cinesi restano intrappolati tantissimi sedimenti sabbiosi.
“Questa perdita di capitale naturale ha lasciato il delta con risorse insufficienti per mantenersi a galla, per rifornire quello che è distribuito naturalmente lungo la costa e tiene il delta sopra il livello del mare che sale.”
I costi sono notevoli e crescono con l’erosione delle coste e delle rive del fiume che ormai cancellato terreni agricoli produttivi, case, pezzi di strada e di infrastrutture.
“In molte aree i letti dei fiumi sono tre metri più profondi di quanto erano 25 anni fa ed indeboliscono le rive e facendo entrare più acqua salmastra sempre più dentro il fiume. Senza i banchi di sabbia a largo anche le foreste di mangrovie vengono spazzate dal mare.”
Si è accertato che il Delta del Mekong ha perso 50 cm di elevazioni rispetto a venti anni fa e con essa se ne va l’acqua dolce necessaria per l’agricoltura, la stessa produttività agricola e la resilienza. Poi sono costrette ad andar via le persone.
“Poiché l’elevazione media è meno di un metro sul livello del mare, il delta è già estremamente vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici. Il crescente debito della sabbia lo lascia ancora più esposto ad allagamenti, siccità, tempeste e innalzamento del mare. Accresce i rischi di perdere più ecosistemi e biodiversità che sono il fondamento delle società e delle economie del delta, dalle mangrovie che proteggono le coste alle industrie della pesca che nutrono milioni di persone.
Il debito di sabbia accresce anche la probabilità di esaurimento della sabbia da usare per i progetti. Con tutti i rischi economici che ne conseguono”
C’è una via di uscita da questo debito di sabbia verso la sostenibilità?
“… Dobbiamo vedere la sabbia non solo come un materiale grezzo da usare nell’edilizia ma come bene che fornisce benefici incommensurabili ai fiumi e alle coste, alle comunità e città, alle persone e alla natura. Abbiamo bisogno di tener conto in modo appropriato per il suo ruolo fondamentale: come materiale grezzo del delta stesso che forma la terra sotto le case della gente, i campi e le industrie.
Questa trasformazione sul modo di valutare la sabbia è in atto. Negli ultimi tre anni, vari lavori scientifici pionieristici e di lavori sui media hanno esaminato il ruolo della sabbia nella sfida esistenziale di milioni di vietnamiti. Ora bisogna iniziare a monitorare la sabbia nel Mekong misurando i flussi di sabbia che arrivano da monte e l’estrazione nel delta e usare questi dati per sviluppare un bilancio della sabbia.
E’ stato lo sviluppo di tecnologie sonar innovative di ecoscandaglio multiraggio a rendere possibile questo approccio ed esso permette agli studiosi di misurare velocemente cambiamenti in profondità e forma dei canali e a tracciare le formazioni di sabbia che si spostano lungo il letto del fiume. Per la prima volta si può stimare quanta sabbia entra nel delta da monte, quando ne scorre ed è immagazzinata nei canali del delta e quanta raggiunge le coste.
Ora abbiamo bisogno di misurare quanta sabbia è estratta. La tecnologia ci dà ancora la soluzione, perché dalle immagini satellitari possiamo in modo sistematico registrare i barconi di sabbia che operano nei canali del delta e ricavare una valutazione grossolana del volume totale estratto dai letti dei fiumi.”
Con questi dati è possibile fare un bilancio della sabbia su tutto il delta del Mekong che può essere messo a disposizione delle autorità nazionali e regionali.
“Ad aprile 2023, l’Autorità di gestione del disastro del Vietnam, che lavora in questo progetto insieme al WWF e al governo tedesco, produrrà il primo bilancio della sabbia relativo al delta.
Un altro gruppo che lavora in parallelo produrrà un piano di stabilità per il Delta misurando e modellando per la prima volta i cambiamenti accesi dall’estrazione della sabbia in tutto il delta dando raccomandazioni fondamentali per una migliore regolazione e applicazione”.
Un grande problema del debito della sabbia è che non lo si può condonare né ce ne si può dimenticare, però queste nuove tecnologie possono dare a chi deve prendere le decisioni i mezzi per determinare il modo migliore di risanare il bilancio della sabbia nel delta.
“Chi prende le decisioni potrà valutare se la sabbia sia più importante alla gente e alla natura, o se è meglio bloccata nelle costruzioni e nelle terre reclamate, o se sia più importante scorrendo nei canali e lungo la costa ed offrire una libera efficace protezione dagli impatti dei cambiamenti climatici”.
Nei prossimi trenta anni ci si attende una crescita notevole di richieste di sabbia nell’edilizia e nei settori infrastrutturali e, nonostante ci siano alternative sostenibili in molti casi, la sua estrazione dal letto dei fiumi sarà ancora necessaria con tutti i rischi che si continueranno a vivere.
“Il delta del Mekong sta affogando nel debito della sabbia. Chi prende le decisioni deve lavorare insieme alla natura, con le sue dinamiche naturali del fiume e i flussi di acqua e sedimenti, per rigenerare quello che si è perso ed iniziare a ricostruire le riserve del delta.
Lo sviluppo di un bilancio della sabbia per il Mekong permetterà a governi ed imprese di pianificare un percorso sostenibile verso un futuro più resiliente che si basi sulla sabbia per ricostruire il delta e le infrastrutture su di esso”.