Allora chiede altri sei mesi perché semplicemente non sapeva dell’estensione del problema, di quanti tossicomani e spacciatori bisogna uccidere. La cifra ufficiale, ricavata chissà come viste le cifre ballerine che la polizia sa dare, parla di oltre 3 milioni di persone.
“Non li posso mica uccidere tutti” dice Duterte, una frase che sembra imbarazzare poche persone ma di certo crea paura in moltissimi altri. Dal momento che anche a livello di Barangay, l’unità più piccola dello stato, molti rappresentanti locali fanno parte del traffico, la polizia non li scorta più. Se non è la polizia, potrebbe essere NPA, la guerriglia comunista, a farli fuori.
Mentre Duterte sembra occuparsi solo delle grandi questioni come Abu Sayaff, della pace con NPA-NDF, di raccogliere consenso tra polizia e militari, i suoi alleati, la sua gente in parlamento si è incaricata di demolire umanamente e politicamente, e si spera che non sia anche fisicamente, una delle voci di opposizioni più fiere e forti, quella della senatrice De Lima.
Dopo l’esclusione del reo confesso membro delle Squadre della Morte di Davao, Edgar Motabato, dal programma di protezione del Senato, il Senato nelle persone di Pacquiao, il famoso pugile filippino, di Cayetano, tentato vicepresidente e disposto a tutto pur di farsi bello davanti a Duterte, nelle personalità come Tito Sotto, Ping Lacsosn ex capo di polizia dal passato turbolento, hanno estromesso La De Lima dalla presidenza della Commissione del Senato sugli omicidi extragiudiziali.
La De Lima, che è stata presidente della Commissione dei Diritti umani e in tale funzione ha indagato nel 2009 Duterte per gli omicidi extragiudiziali a Davao, è stata accusata di di partigianeria e soprattutto di danneggiare l’immagine delle Filippine nel mondo. Lo scopo è di far di tutto, insieme alle agenzie internazionali e alle organizzazioni internazionali come anche l’ONU, per portare la vicepresidente Leni Robredo a governare il paese.
“La gente all’estero crede che gli omicidi sono sponsorizzati dallo stato poiché è l’impressione che la senatrice De Lima e i suoi amici stanno dando loro. So come un fatto che usano quella linea con la Unione Europea, fino ad un cero punto con l’ONU e gli Stati Uniti” ha detto Alan Peter Cayetano.
Nel suo discorso coperto dall’immunità, la De Lima afferma che tra il guadagnare l’oro e l’approvazione di tutti, rinunciando alla sua critica contro la politica della droga e le conseguenze mortali che porta, e salvare l’anima come dice la Bibbia, lei ha scelto salvare la sua anima.
“Presidente, ci vorrà più di una presidenza di comitato, di un’inchiesta del Congresso intesa a mettermi alla gogna e a crocifiggermi, una protesta al Comitato Etico in base ad una diceria, una protesta elettorale senza basi, le accuse velenose giornaliere del ministro della giustizia e dell’avvocato di stato, e gli attacchi velenosi del Presidente ad abbattermi. Immagino che ci vorrebbero solo due caricatori di una mitraglietta Uzi a mettermi giù. Si dice Mi hanno buttato tutto contro tranne la fognatura, sono in attesa di quella.”
“Potrei aggiungere che il Presidente ha già dato prova di essere più che capace, con le sue proprie forze, di dare un’immagine cattiva del paese nel giro di solo tre mesi. Non ha bisogno dell’aiuto di nessuno su ciò, persino di me…. Gli omicidi di 30 persone al giorno sono ancora omicidi negli occhi del mondo, che ci sia o no la De Lima… Non sconvolgete i fatti. Non sono stata io a bestemmiare contro Obama o contro Ban Ki Moon”…
A sostituire la De Lima, come Presidente della Commissione sugli omicidi extragiudiziali, è stato votato il senatore Dick Gordon, originario di Olongapo, dove si trova la base navale di Subic un tempo usata permanentemente dagli USA attorno a cui fiorì un mercato della prostituzione.
Di certo questa inchiesta iniziata dalla De Lima sarà abortita. Gordon si è detto favorevole anche ad abolire l’obbligo di Habeas Corpus che come si legge su Wikipedia: “L’ordine emesso da un giudice di portare un prigioniero al proprio cospetto, per verificarne le condizioni personali ed evitare una detenzione senza concreti elementi di accusa.”
La macchina del fango contro la De Lima però non si ferma qui. La De Lima è stata ministro della giustizia e la prigione nazionale di Bilibid è diventata famosa per le condizioni particolari in cui sono tenuti i grandi detenuti per droga.
Mentre agli inizi del mandato di Duterte, si denunciava una presunta taglia posta dai capi del crimine organizzato nel carcere sulla testa di Duterte, ora sono proprio alcuni di questi personaggi ad essere usati dal ministro della giustizia Aguirre contro la De Lima. Lo spazio è il Congresso Filippino, la camera dei deputati dove questi personaggi condannati per omicidio o per grande traffico di droga si affannano a denunciare la diretta partecipazione della senatrice.
Sarebbero 2 milioni di peso al giorno, 400 mila euro al giorno, i soldi che avrebbero versato alla De Lima per la sua campagna elettorale. In cambio avrebbe trasformato la prigione di Bilibid di una Las Vegas dove sarebbero andati a cantare gente famosa, escort costose e altro, da dove veniva gestito il traffico della droga da milioni di euro. A questi personaggi della malavita il ministero della giustizia ha dato l’immunità.
Ad accusare la De Lima vi sono anche un poliziotto accusato di rapimenti ed estorsioni e due ex funzionari della prigione.
La De Lima avrebbe usato dei numeri del ministero della giustizia per comunicare con i detenuti, numeri ancora in uso dalla De Lima che sono diventati pubblici durante l’audizione in Parlamento.
La conseguenza che la De Lima denuncia sono di migliaia di messaggi, telefonate minatorie di cittadini sconosciuti che le rendono impossibile vivere. La De Lima non ha accettato di presentarsi in Parlamento.
“Mi hanno attaccato sempre e continuamente, e quando pensavo di non potermi sentire più tradita, provano che ancora una volta ho sottostimato la loro audacia e malvagità” ha detto sempre al senato.
“Fanno di me un esempio di quello che accadrebbe a chi osi criticare e condannare gli abusi di chi è al potere. Chi oserà mai alzarsi in favore di un altro? La vittima reale qui è la gente, gli oppressi”.
Quanto siano più credibili questi criminali, già condannati che sperano così di uscire dalla prigione, rispetto ad Edgar Motabato che prova a salvarsi la vita non si sa. E tutto deve essere provato, forse non immediatamente, nei prossimi mesi o anni.
Su Motabato nel suo discorso al Senato, la De Lima ricorda che Motabato non era uno qualunque, ma aveva avuto la protezione del ministero e nelle indagini da lei condotte si erano già individuate molti elementi della squadra della morte, di cui Motabato reclama l’appartenenza.
Un’altra delle dense nuvole nere è rappresentata dalle minacce contro due giornaliste filippine stimate,Jamela Alindogan e Gretchen Manalad, da sostenitori del presidente Duterte come Mocha Uson. La Alindogan è stata bersagliata per il suo commento scettico sulla promessa di Duterte di distruggere Abu Sayaff. La Manalad invece è stata bersagliata perché ritenuta la fonte di informazioni per un articolo comparso su Time che illustrava alcuni omicidi extragiudiziali eccellenti.
L’ultima delle dense nuvole nere è l’ennesima bestemmia di Duterte, questa volta contro la Comunità Europea, che ha chiesto alle Filippine di porre termine alle esecuzioni di tossicomani e spacciatori.
“Ho letto la condanna della UE contro di me. Dirò loro andate a farvi fottere. Lo fate per la redenzione dei vostri peccati” ha detto Duterte a Davao ricordando i sensi di colpa dell’Europa per le atrocità commesse nel passato, dall’olocausto, al massacro di arabi e quant’altro.
“Ed ora l’UE ha la faccia tosta di condannarmi. Lo ripeto, andate a farvi fottere.”
Supponendo che sia tutto vero che abbia ucciso 1000 persone. “Chi sono loro? Criminali? Quanti ne hanno ucciso loro?”
Prima il Papa, poi Obama, ora la Comunità Europea. Chi porta un’immagine negativa sulle Filippine?