Nonostante la maggiore attenzione alla difesa esterna di Manila non si deve dare per scontata la pace nella Bangsamoro.
Mentre il presidente Marcos Figlio incontrava Joe Biden a Washington la settimana scorsa per migliorare i legami economici e la cooperazione bilaterale alla difesa, i militari filippini lanciavano attacchi con aerei ed artiglieria sulle zone acquitrinose della militanza islamica nella regione autonoma Bangsamoro sull’isola di Mindanao.

Nel momento in cui Manila, sempre più presa dalle realtà geopolitiche della rivalità USA Cina, sposta la sua attenzione verso la difesa esterna, operazioni militare prolungate danno il forte avvertimento a non dare per scontato il processo di pace della Bangsamoro.
I gruppi militanti colpiti dalle ultime operazioni di sicurezza non erano parte dell’accordo di pace del 2014 tra il governo filippino e il MILF, fronte di liberazione islamico Moro, il maggior gruppo ribelle Moro a Mindanao. Ma fanno parte di un mosaico di agenti tra cui uomini politici forti, militanti, milizie private ed ex combattenti del MILF delusi, che contribuiscono alla violenza nella regione e minacciano il successo del processo di pace.
Sebbene le Filippine abbiano molte criticità interne, come la più antica insorgenza comunista in Asia e la violenza politica, Mindanao resta la principale criticità della sicurezza del paese.
La Bangsamoro che comprende sei province, due città ed un’area amministrativa speciale, ospita oltre 4,5 milioni di persone di differenti comunità etno-linguistiche e religiose differenti, di clan politici e gruppi di insorgenti come anche tanti ex-ribelli. La via alla pace è stata una via difficile. L’accordo storico di pace del 2014, che si ispirò ai processi di pace dell’Irlanda del Nord e di Aceh, ha messo fine ad una guerra di decenni tra il governo filippino e i ribelli armati Moro che ha fatto circa 120mila morti.
L’accordo portò alla creazione di una regione autonoma nel 2019 la cui amministrazione è gestita dagli ex ribelli. Mentre la transizione è per lo più in ordine, ci sono però ancora importanti imprevisti sul percorso verso una pace duratura. Poiché mancano appena due anni fino alle elezioni parlamentari del 2025 che segneranno la fine della transizione della regione verso la piena autonomia, il tempo comincia ad essere poco.
Poiché gli scontri rimuovono intere comunità specie a Mindanao centrale, alcuni della Bangsamoro dicono che tutto ricorda sempre più la violenza che caratterizzò la regione nei decenni passati. Inoltre c’è una percezione generale di mancanza di legge radicata negli scontri a fuoco giornalieri e nella violenza, mentre i comandanti del MILF, politici e altri uomini armati si scontrano per lo status, la terra ed il potere.
La politica rimane nel migliore dei casi complicata se non mortale, mentre crescono le tensioni tra il MILF e i loro gruppi rivali nel periodo che va verso le elezioni locali. Per fortuna altre aree della Bangsamoro sono relativamente pacifiche, particolarmente grazie al lento declino del gruppo militante-criminale della rete di Abu Sayaff, che contribuisce ad una maggiore stabilità regionale a Sulu e nel mare delle Sulawesi.
Ma la promessa di pace non ha raggiunto l’intera regione e le forze armate nazionali restano per lo più impiegate a Mindanao.
Complessivamente il processo di pace formale ha fatto un progresso innegabile specie dopo l’inaugurazione del governo ad interim della Bangsamoro nel 2019 guidato dal MILF.
Nei suoi primi anni, l’autorità di transizione ha anche costruito ospedali, municipi ed ha approvato quattro dei sette codici legislativi richiesti come parte del periodo di transizione. La Pandemia del Covid-19 ha creato ostacoli inattesi mentre gli ex-ribelli erano costretti a cambiare velocemente marcia verso la risposta all’emergenza ritardando il loro lavoro nel creare le nuove istituzioni della regione.
Le elezioni locali del maggio 2022 poi distrassero il MILF la cui selezione di candidati risultò in competizione con le dinastie locali che controllano villaggi e città della regione. Non c’è da sorprendersi se il risultato elettorale degli ex ribelli non fu buono. In conseguenza di questi ritardi restano incomplete le leggi importanti per il governo locale, per la generazione delle tasse e le popolazioni indigene.
Da parte del governo filippino, gli impegni presi come parte del processo di normalizzazione, come si definisce la più vasta transizione dalla guerra alla pace nella regione, si sono dimostrati difficili da applicare.

La riabilitazione dei campi dei ribelli, gli sforzi per disarmare le milizie locali, la concessione dell’amnistia agli ex-combattenti e lo spostamento dei militari fuori dalla regione sono tutti in ritardo. Sono stati decommissionati oltre la metà dei combattenti del MILF ma il ritardo nel consegnare i benefici economici per gli ex-militanti è anche un grande problema perché potrebbe accrescere il rischio che rimangano con le loro armi e interrompano il processo di smobilitazione.
Tutte queste criticità potrebbero essere un eco del passato che testimoniano la verità di sempre che le cose devono prima peggiorare per migliorare. Ma ci sono rischi attuali e chiari per la stabilità della Bangsamoro.
Perché il processo di pace abbia successo, Manila e le autorità regionali hanno bisogno di lavorare insieme più da vicino. Il governo ad interim del MILF deve fare di più per assicurare la pace locale e l’inclusione e questo richiede in concreto di disciplinare i comandanti del MILF che usano la violenza, di confrontarsi con i potenti clan politici e accrescere gli sforzi di risoluzione dei conflitti.
Il governo di Manila deve anche fare la sua parte e dare le promesse vitali stipulate nell’accordo come il disarmo delle milizie private e la consegna di pacchetti socioeconomici di aiuto agli ex-combattenti. I sostenitori internazionali del processo di pace, come donatori, devono prestare ancora attenzione a Mindanao. Come contributo duraturo, devono identificare le falle chiavi nella finanza dello sviluppo e nei progetti di costruzione della pace che volevano dare i dividendi della pace alla gente della Bangsamoro e risolverli.
Ad accelerare il processo sarebbero necessari più coordinazione e allineamento delle priorità dei donatori secondo un’analisi dei bisogni evidenti.
Soddisfare le promesse del processo di pace della Bangsamoro non è vitale solo per le Filippine ma per la regione nel suo complesso. Nel Sud Est Asiatico, come anche in altre parti del mondo dove crescono i conflitti rinascenti, l’accordo della Bangsamoro fu un esempio positivo di un accordo negoziato ad un conflitto decennale che aveva prospettive di stabilità duratura.
Con la stessa priorità della difesa filippina, il presidente Marcos figlio deve anche assicurare che questo decantato processo di pace non gli sfugga di mano sia per chi ne avrà i benefici che per chi vorrebbe emularlo.
Georgi Engelbrecht, analista di CrisisGroup TheDiplomat