Diritto all’autodeterminazione di Papua: intervista a Sebby Sambom

Il diritto all’autodeterminazione dei papuani nelle province indonesiane dell’isola di Papua dura dal 1961 quando i colonialisti olandesi lasciarono l’isola

Papua è la seconda isola più grande del mondo dopo la Groenlandia ed è situata nell’Oceano Pacifico sud occidentale.

papua e diritto all'autodeterminazione
wikipedia commons

E’ un luogo unico per geografia e per i differenti ecosistemi, dal glaciale alla tundra alpina alle zone umide e alla savana. Alcune specie della abbondante flora e fauna qui ritrovata sono uniche; ed è anche casa ai luoghi di immersione più belli al mondo.

La popolazione indigena che vive sull’isola ha anche una storia unica di decine di migliaia di anni ed è molto diversa culturalmente, etnicamente e socialmente.

Un confine quasi rettilineo la divide in due metà: da un lato c’è Papua Nuova Guinea, mentre nella parte occidentale l’Indonesia prese il controllo di Papua Occidentale con l’occupazione ed una controversa annessione negli anni 60.

L’Indonesia ha sempre avuto con Papua un approccio basato sulla sicurezza. Secondo alcuni, l’Indonesia avrebbe perpetrato genocidi e crimini contro l’umanità a Papua Occidentale che, insieme all’occupazione, hanno acceso una insorgenza decennale che in questi mese cresce.

C’è molto razzismo in Indonesia verso i papuani in Indonesia ed un ultimo caso è quello di Megawati Sukarnoputri, una persona tra le più influenti in Indonesia, la quale ha detto di volere che i Papuani siano un “latte macchiato”, riferendosi al colore della pelle. I papuani sono melanesiani e più scuri di un “latte macchiato”.

Ci sono molti gruppi papuani di opposizione al governo indonesiano, e l’unico agente armato non statale che combatte il governo indonesiano è WPNLA, esercito di liberazione nazionale di Papua Occidentale, che vuole l’indipendenza dall’Indonesia.

C’è un profilo di questo gruppo armato su Militant Wire, ed oggi proponiamo un’intervista al portavoce ufficiale del WPNLA, Sebby Sambom, della tribù Yali, una delle centinaia tribù presenti su Papua Occidentale.

Sebby è un militante di tanti anni ed è stato arrestato sei volte tra il 2004 e il 2013. E’ anche un militante dei diritti umani e fu arrestato per aver organizzato proteste pacifiche a Papua.

Dice di essere stato torturato nei carceri indonesiani e la famiglia ha ricevuto minacce di morte. Da persona di istruzione ha insegnato ai militanti papuani ad usare computer ed internet insieme alla teoria politica. Sono le ragioni per cui è stato presa di mira dal governo indonesiano.

Sebby sostiene che il WPNLA nacque nel 1973 ma fu riformato a maggio 2012. E’ costituito di una nuova generazione di Papuani che combattono per l’indipendenza.

Nel 2012 furono creati i comandi regionali militari centrale e regionale con una riorganizzazione che lo ha cambiato da un gruppo disparato di combattenti, quanto piuttosto un esercito.

Il comandante militare del WPNLA, TPNPB in indonesiano, è generale Goliath Tabuni mentre il comandante di stato maggiore è Terranius Sotto. Lekagak Telenngen è il comandante dele operazioni del quartier generale.

Uday: Perché combattete e quali sono gli obiettivi della vostra lotta contro il governo indonesiano?

Sebby Sembon: Combattiamo per il nostro diritto politico ad essere indipendenti sia secondo la Carta dell’ONU che la legge Internazionale. Questo diritto ci è stato usurpato dal governo coloniale indonesiano con il sostegno USA e dell’ONU. L’obiettivo della nostra lotta è molto chiaro: creare il nostro paese ed essere sovrani come tutte le altre nazioni sulla terra.

Ed abbiamo il diritto ad essere indipendenti e a vivere in pace sulle nostre terre ancestrali. Comprendiamo molto bene che il diritto alla autodeterminazione è un diritto umano. Ed è per questo che combattiamo.

U: Per chi non conosce la situazione a Papua Occidentale, puoi dirci qualcosa su come è iniziato questo conflitto?

SS: Il conflitto è iniziato dall’invasione militare indonesiana sulle terre ancestrali del popolo papuano il primo maggio 1963 e fu portata avanti con il sostegno degli USA e dell’ONU.

L’ONU e l’Olanda (la potenza coloniale precedente) vendettero allora i natii papuani come bestie all’Indonesia. Ecco perché noi della nuova generazione di Papuani ci siamo sollevati a combattere. Devi sapere che gli USA allora sostennero l’Indonesia perché erano interessati alle miniere di oro e rame di Gransberg a Tembagapura a Papua. Gli USA e l’Indonesia fino ad oggi rubano ancora le nostre ricchezze naturali. Il conflitto di oggi è guidato da una giovane generazione della nazione papuana, e le nostre richieste sono le stesse, il diritto politico della nazione papuana ad essere indipendente e sovrana. Accresceremo la nostra resistenza armata negli anni futuri fino al soddisfacimento delle nostre richieste.

U: Dove si trovano i vostri combattenti a Papua Occidentale e quanti sono?

SS: Il WPNLA ha 34 comandi di difesa regionale in tutta Papua ed ogni comando ha 2500 persone che sono membri permanenti del WPNLA che ha a dispozione 85000 membri permanenti e anche membri non permanenti, tutti gli indigeni papuani disposti a combattere contro l’occupazione delle forze terroriste. Loro combatteranno se il WPNLA dichiara la guerra rivoluzionaria totale per l’Indipendenza. I terroristi sono la polizia e i militari indonesiani. Siamo pronti a portare avanti una rivoluzione totale in ogni momento quando la nostra logistica sarà pronta. Le nostre basi militari sono localizzate nella giungla per tutta Papua.

U: Quali sono le criticità che i vostri combattenti hanno sul campo? Di cosa hanno bisogno?

SS: La criticità delle nostre truppe è la mancanza di logistica militare e di equipaggiamento, armi e munizioni. Quindi ci limitiamo alla guerriglia usando le poche armi. I combattenti del WPNLA hanno bisogno di armi e munizioni e anche di mezzi di telecomunicazioni come telefoni satellitari, sistemi wifi ed altro.

U: Quali sono le forze del WPNLA rispetto alle forze di sicurezza indonesiane?

SS: Anche se l’Indonesia ha armi e truppe addestrate, i nostri combattenti e capi sono sempre pronti a combattere. Il nostro principio è che siamo i padroni del paese. E le forze terroristiche indonesiane, come militari e polizia, sono i ladri che sono arrivati alle terre consuetudinarie. Ci derubano di tutte le risorse mentre uccidono i padroni delle terre. Noi perciò siamo responsabili di salvare i Papuani Occidentali e il paese Papua Occidentale. Resistiamo e combattiamo così contro il governo coloniale oppressore della Repubblica di Indonesia, arrogante e brutale. E crediamo che le forze di sicurezza loro non hanno alcuna base legale per la guerra contro le forze della Verità, il WPNLA. Crediamo anche che lo spirito di dio, lo spirito della natura e gli spiriti degli antenati ci proteggeranno e daranno forza al popolo di Papua. Le truppe del WPNLA continueranno ad esistere ed uccidere le truppe terroriste sempre.

U: Esiste un braccio politico del TPNPB OPM?

SS: Sì, tutte le organizzazioni politiche che combattono per l’indipendenza papuana sono uniti con un solo fine: Papua totalmente indipendente dall’occupazione illegale del governo coloniale indonesiano sulle terre papuane. La lotta per la pace dei giovani militanti nelle città è unità affiliata, come il KNPB Comitato Nazionale di Papua Occidentale, l’alleanza degli studenti Papuani AMP. Più specificamente WPNLA ha un partner politico con l’agenzia politica RAAD della Nuova Guinea, NGR, che è il corpo politico ufficiale della Nazione Papuana, formatosi il 5 aprile 1961 prima dell’invasione indonesiana. Questo organismo annunciò l’embrione dello stato di Papua Occidentale da parte dei cittadini papuani insieme al governo olandese il primo dicembre 1961. Possiamo così portare in giudizio l’Indonesia sempre perché, sebbene politicamente e amministrativamente Papua Occidentale sia stata integrata nell’Indonesia, lo status legale di Papua non è ancora integrato. Abbiamo il diritto di portare in giudizio l’Indonesia alla Corte Internazionale di Giustizia. Crediamo che se combattiamo di sicuro vinceremo. E quella è la nostra fede ferma in accordo ai principi della nostra lotta.

U: Qual’è lo stato attuale del conflitto? E’ comune la violenza da entrambe le parti?

SS: Papua è un’area che è in conflitto da 59 anni per l’occupazione illegale del governo coloniale indonesiano. E il conflitto accade ogni giorno, ogni mese dell’anno. Ma l’Indonesia proibisce l’entrata dei giornalisti dei media internazionali e la questione del conflitto armato è nascosta. La ragione è che l’Indonesia non vuole che il mondo esterno sappia del conflitto.

La violenza è naturale perché Papua è area di conflitto e gli indigeni papuani combattono ancora per il diritto all’autodeterminazione. Nella lotta deve esserci conflitto ed è normale perché tutte le nazioni che hanno combattuto per l’Indipendenza hanno fatto la stessa cosa. L’India era contro l’occupazione britannica, sappiamo bene la storia. Sud Africa e Timor Leste, Bougainville ed Aceh.

U: L’Indonesia ha appena approvato la creazione di tre nuove province a Papua. WPNLA ha minacciato il governo indonesiano e i papuani che li sostengono. Perché WPNLA ha fatto queste minacce?

SS: Abbiamo avvisato con forza tutti gli indigeni papuani che sostengono la Nuova Regione Autonoma a Papua, perché vediamo che queste nuove province hanno gli elementi della politica sporca di Giacarta. Giacarta ha intenzioni malvagie contro i Papuani con l’espansione delle province nuove a Papua ed invierà immigranti indonesiani su grande scala a Papua Occidentale. Questo mette in pericolo l’esistenza degli indigeni papuani sulle nostre terre ancestrali e sappiamo il piano malvagio per prendere le nostre terre ancestrali. Perciò siamo fermi e continueremo ad opporci all’occupazione indonesiana delle terre ancestrali. Difenderemo le nostre terre e salveremo la nostra gente. E’ il nostro dovere.

Nota di Uday: nei decenni l’Indonesia ha adottato politiche di migrazioni da isole più popolose di musulmani indonesiani verso le province poco popolose di Papua con una conseguente diluizione dell’identità melanesiana e cristiana di Papua

massacro di otto tecnici

U: Il governo indonesiano nel 2001 e 2021 diede a Papua e Papua Occidentale un’autonomia speciale. Quali sono i problemi con questa autonomia?

SS: L’autonomia speciale indonesiana non è il desiderio dei papuani, quanto piuttosto un contentino che i genitori danno al figlio che piange. Questo significa che l’autonomia speciale in stile indonesiano è molto strana ed imbarazzante. Perché? Perché non abbiamo mai fatto un accordo con l’Indonesia per questa autonomia nel 2001 e perché non abbiamo firmato un accordo per implementarla a Papua. E’ stata imposta dal governo di Giacarta e noi del WPNLA non l’abbiamo mai riconosciuta. Noi ci battiamo per Papua totalmente indipendente dall’occupazione illegale da parte del governo coloniale indonesiano.

U: Qualcuno afferma che Papua Occidentale deve essere parte dell’Indonesia per non diventare come Papua Nuova Guinea dove c’è tanta violenza. Gli indonesiani dicono che Papua Occidentale fa meglio a restare con l’Indonesia perché c’è maggiore stabilità. Cosa ne pensi?

SS: Questo è il linguaggio dei capitalisti ed i colonialisti che mostrano il loro carattere. Non possiamo neanche ammettere né di credere alle dolci parole del governo coloniale indonesiano come dici in questa domanda. Dal 1963 noi papuani non abbiamo mai creduto ad ogni trucco del governo coloniale indonesiano. E Papua Nuova Guinea sono nostri fratelli e sorelle, siamo una sola terra ed una sola isola ed un solo antenato in cui crediamo da generazioni. L’Indonesia è malvagia e non deve disprezzare la nostra gente di Papua Nuova Guinea perché siamo una sola anima e una sola nazione. E’ il nostro motto: una sola anima una sola nazione. Il conflitto etnico di Papua Nuova Guinea è normale perché ogni comunità ha i suoi conflitti interni. Ma noi e l’Indonesia abbiamo un conflitto politico sul diritto all’autodeterminazione sull’ideologia di Papua indipendente. Questa è la differenza.

U: Papua occidentale ha ricchezze enormi di importanti risorse naturali. Che ruolo gioca questo fatto nel conflitto?

SS: Noi difendiamo i nostri diritti e i diritti consuetudinari, e l’Indonesia è arrivata come un ladro. Perciò siamo contro di essa e crediamo che dopo l’indipendenza possiamo gestire la ricchezza di minerali naturali. E siamo pronti a sviluppare il nostro paese e per questo lottiamo ancora. Poiché Papua è ricca di risorse minerarie, l’Indonesia viene a terrorizzarci ed ucciderci per poter rubare liberamente la ricchezza dei minerali della natura.

U: Le corporazioni internazionali straniere hanno giocato un ruolo nel conflitto?

SS: Sì, gli USA sono uno dei paesi che hanno avuto un ruolo a causa della compagnia mineraria Freeport McMoran che è americana. Freeport finanzia le forze di sicurezza indonesiane e le loro operazioni per dare la caccia al WPNLA. E’ acclarato. E l’Australia rifornisce di armi l’Indonesia per uccidere i Papuani. L’Australia addestra polizia ed esercito per uccidere i papuani. Questo è un fatto. Sono anche coinvolti i britannici con la BP coinvolta in un progetto a Papua Occidentale.

U: Quali sono i rapporti tra TPNPB-OPM con le altre organizzazioni dell’indipendenza papuana come ULWMP, Movimento di liberazione unitario per Papua Occidentale?

SS: Non facciamo parte del ULMWP e non siamo interessati ad esso sotto la guida di Benny Wenda perché è ambizioso e si proclama presidente di Papua Occidentale. E’ un uomo inutile, e siamo allergici a persone come lui. WPNLA ha rigettato Benny Wenda in molte occasioni. Ma cooperiamo con altre organizzazioni quali KNPB, AMP e altre organizzazioni affiliate.

U: Ci sono papuani che non vi sostengono. Cosa ne pensi?

SS: crediamo che la maggioranza degli indigeni papuani sostenga il WPNLA. Quelli che non ci sostengono sono principalmente infiltrati o influenzati dalle operazioni indonesiane di intelligence. E quasi tutti i Papuani occidentali sostengono la nostra lotta contro l’occupazione indonesiana e il nuovo colonialismo sulle nostre terre ancestrali.

U: IlTPNPB ha di recente ucciso un brigadiere papuano a cui hanno sottratto due armi. Come giustifichi l’omicidio di papuani nella vostra lotta contro l’Indonesia?

SS: Fa parte della polizia indonesiana, normale che lo abbiamo ucciso. Faceva parte delle forze di sicurezza indonesiane e ha preso le armi contro i papuani. La nostra gente capisce questa situazione, è un rischio.

Nota di Uday: WPNLA aveva rilasciato una dichiarazione sull’omicidio definendolo un sacrificio necessario per un bene più grande. Secondo una fonte del WPNLA la vittima è un “eroe che ha consegnato le armi al WPNLA … e che la vita di 3 milioni di papuani ha la priorità su quella di uno solo”

U: Ricevete sostegno da fuori Papua? Ci sono governi o gruppi che sostengono il vostro movimento e la vostra parte del conflitto armato?

SS: Il sostegno politico e la campagna di Libera Papua Occidentale è dovunque nel mondo, ma nessuno ci sostiene finanziariamente o logisticamente con armi o equipaggiamento. La maggioranza dei cittadini australiani sostiene la nostra lotta per l’indipendenza e sono contenti che WPNLA combatta contro le forze del terrore, la polizia ed esercito indonesiani.

U: Il conflitto ha ricevuto pochissima attenzione dei media, persino nei paesi vicini come l’Australia. Perché? Quali sono le ragioni per cui i paesi non parlano di Papua Occidentale?

SS: Perché il governo indonesiano vieta ai giornalisti internazionali di andare a Papua. Il governo indonesiano è arrogante: non permette neanche alla Croce Rossa le missioni umanitarie a Papua anche se c’è una crisi umanitaria. Non è stato permesso all’Alto Commissario dei diritti umani di visitare Papua. Una cosa pazzesca. Provate ad immaginare l’attitudine indonesiana.

U: Quale messaggio avete per l’Indonesia e per il resto del mondo?

SS: Noi, per conto del popolo papuano, invitiamo il governo indonesiano con la guida di Joko Widodo ad aprirsi e sedere ad un tavolo del negoziato con il Gruppo del Negoziato diretto dal WPNLA per trovare una soluzione al conflitto a Papua Occidentale. Il negoziato deve essere mediato dall’ONU così da poter discutere del futuro di Papua occidentale sotto la supervisione ONU, da mediatore o arbitro.

Invitiamo tutti gli stati membri dell’ONU e della comunità internazionale a prendere parte e stare con noi Papuani a liberare il nostro paese dal genocidio da parte del governo indonesiano. E’ il momento di liberare i Papuani dai crimini del governo coloniale indonesiano e dalla sua arroganza e brutalità verso i Papuani.

Chiediamo il sostegno della comunità internazionale e dei governi degli stati dell’ONU. Grazie della vostra attenzione.

U: Hormat, rispetto ed è usata dai papuani.

Uday, Militant Wire

Pubblicità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ottimizzato da Optimole