Un cittadino indonesiano non può avere la doppia cittadinanza e, se acquista una cittadinanza straniera nel paese in cui vive e lavora, deve abbandonare la propria cittadinanza indonesiana.
La severa politica della cittadinanza indonesiana stabilisce che un cittadino che è scoperto avere un passaporto straniero perde automaticamente la sua cittadinanza indonesiana.
Altre leggi specificano che solo nazionali indonesiani possono candidarsi o lavorare nella burocrazia statale.

Unica eccezione a questa politica, introdotta con una modifica alla legge della cittadinanza indonesiana nel 2006, sono i bambini che nascono da matrimoni misti. Essi mantengono la doppia cittadinanza fino ai 18 anni di età, ma entro tre anni devono scegliere la propria nazionalità.
Per modificare questa situazione la diaspora indonesiana e le famiglie di matrimoni misti si battono da anni per modificare la legge della cittadinanza per permettere la doppia cittadinanza.
Sostengono infatti che diventa difficile tenere insieme le famiglie il cui benessere è così messo in pericolo, particolarmente di coloro che vivono ancora in Indonesia.
Gli indonesiani con passaporto estero, inoltre, non possono ereditare la proprietà della terra e delle case.
Nel 2015 il presidente Joko Widodo promise di fare qualcosa per permettere la doppia cittadinanza e la proposta di legge fu ripresa per essere discussa in parlamento. La legge comunque è rimasta lì per i timori tra i parlamentari che la doppia cittadinanza possa avere effetti sulla sicurezza nazionale.
Per alcuni invece la doppia cittadinanza deve essere permessa in qualche modo tranne nei casi di posizioni elettive.
“Si tratta di come il governo possa trasformare la diaspora in una estensione della civilizzazione indonesiana all’estero e come accontentiamo quegli indonesiani che vivono all’estero ma vogliono essere ancora cittadini indonesiani” dice Dino Patti Djalal ex ministro degli esteri.
“La doppia cittadinanza è una cosa buona a scopi economici, sociali e culturali, ma in politica si deve scegliere. In politica si parla di fedeltà, di bandiera, di conflitto potenziale di interesse …”
E’ un problema che tantissimi indonesiani residenti all’estero vivono e che è stato colto da un quotidiano di Giacarta.
Ripensare la doppia cittadinanza in Indonesia
Il numero di indonesiani che vivono e lavorano all’estero è cresciuto così tanto che non ci si può permettere di ignorare il loro potenziale contributo alla madre patria. Certo, alcuni hanno preso la cittadinanza del loro paese di adozione per lo più per scopi pratici come la facilità di viaggiare.
L’Indonesia non ammette la doppia cittadinanza e quindi alcuni hanno abbandonato la loro cittadinanza indonesiana per rispettare la legge mentre altri hanno tenuto entrambi i loro passaporti indonesiano e straniero.
Al di là dei loro passaporti ci sono tanti tipi di cittadini. E’ perciò una disgrazia vedere le dure risposte alla notizia che il governatore eletto di Sabu Raijua nella provincia di Nusa Tenggara Orientale, Orient Riwu Kowe, detiene un passaporto americano.
Orient ed il suo candidato alla carica di vice governatore Thobias Uly sconfissero altre due coppie alle elezioni regionali del 2020 conquistando il 48% dei voti. La sua vittoria era stata confermata ed avrebbe dovuto giurare in questa settimana insieme ad altri 170 candidati vincitori alle elezioni del 9 dicembre scorso.
E’ vero che Orient sbagliò nel non dichiarare la sua cittadinanza americana ed ha infranto la legge. Ora sta provando a risolvere la questione ma potrebbe ancora essere dichiarato governatore a Marzo insieme agli altri governatori la cui elezione deve essere ancora confermata.
Qualunque cosa esca fuori da questo caso, ha ravvivato la richiesta secolare, ribadita ad ogni conferenza della diaspora indonesiana, che il governo permetta la doppia cittadinanza perché gli indonesiani che vivono all’estero possano tornare nella loro terra di origine.
Ci sono tanti altri come Orient che, se avessero la possibilità, ritornerebbero in patria per servire il paese in varie capacità.
Ed il caso di Orient ha dei precedenti. Nel 2016, Arcandra Tahar fu rimosso dal governo di Joko Widodo appena una settimana dopo la nomina a ministro dell’energia, quando venne alla luce che aveva un passaporto americano. Arcandra divenne momentaneamente apolide quando rinunciò alla cittadinanza americana ed il governo revocò la sua cittadinanza indonesiana .
Ma Jokowi che aveva invitato Arcandra a servire il paese ripristinò la sua cittadinanza indonesiana e lo nominò dopo a vice ministro dell’energia.
Il compianto B.J. Habibie fu richiamato a tornare dalla Germania negli anni 80 dal presidente Suharto per aiutare a costruire l’industria aeronautica indonesiana.
Da vice presidente fu elevato automaticamente alla presidenza alle dimissioni di Suharto nel 1998, e fu presidente indonesiano per 17 mesi.
Le dicerie che avesse la cittadinanza tedesca furono acclarate molto dopo quando si ritirò dalla vita pubblica: Habibie disse che gli era stato offerta la cittadinanza onoraria tedesca che però aveva rifiutato.
E’ triste che molti indonesiani continuino a considerare chi lascia la cittadinanza indonesiana come voltare le spalle al proprio paese apostrofandoli anche di essere traditori.
Questo modo di pensare prevale tra politici e governanti che testardamente rifiutano di permettere la doppia cittadinanza nonostante le prove crescenti che il contributo della diaspora indonesiana in continua espansione ha aggiunto valore al paese.
Negare a Orient la posizione di governatore è negare le aspirazioni degli elettori di Sabu Raijua. E negare a Orient i suoi diritti politici scoraggia gli indonesiani all’estero a tornare per servire il loro paese.
https://www.thejakartapost.com/paper/2021/02/24/rethinking-dual-citizenship.html.