Il presidente filippino Ferdinando Bongbong Marcos ha firmato due leggi epocali che servono a rafforzare i diritti marittimi filippini mentre crescono le tensioni con la Cina nel Mare Filippino Meridionale, che si riferisce alla parte di Mare Cinese Meridionale che ricade nella propria zona economica esclusiva.
Le due leggi epocali sono La legge delle zone marittime filippine, legge 12064, e la Legge sulle corsie di mare dell’arcipelago Filippino, legge 12065, e mostrano l’impegno del paese ad assicurare la sicurezza e prosperità del proprio dominio marittimo, come anche la propria fede risoluta nella sua identità come nazione marittima, nelle parole di Marcos figlio.
La legge 12064 delle zone marittime filippine definisce l’estensione dei diritti in mare del paese e dichiara completamente i propri confini in conformità alla Costituzione delle Filippine e alle Convenzioni delle Nazioni Unite sul diritto del mare, UNCLOS.
Sono incluse le acque interne, le acque dell’arcipelago, il mare territoriale, le zone contigue, zone economiche esclusive e la piattaforma continentale.
“Ciò è essenziale nel creare l’estensione della nostra giurisdizione marittima e ad assicurare che i nostri diritti e doveri poiché uno stato arcipelagico sono ben definiti perché tutti i filippini possano godere delle ricchezze del nostro mare. La nostra gente, e particolarmente i nostri pescatori, devono poter assicurare il proprio sostentamento liberi dall’incertezza e dalle pressioni. Noi dobbiamo poter sfruttare le risorse minerarie ed energetiche nei nostri fondali marini” ha dichiarato Marcos Figlio.
“Mantenendo il primato dell’UNCLOS e della sentenza arbitrale del 2016 come nostri fari nel dominio marittimo, le Filippine riaffermano la propria sovranità, i diritti sovrani e la giurisdizione nelle nostre acque. Definendo e affermando le nostre zone marittime, mostriamo alla comunità internazionale che siamo fermamente impegnati a nutrire, coltivare e proteggere il nostro dominio marittimo”.
Il PH ha bisogno di “azioni più forti e più consistenti” nel Mar delle Filippine Occidentali
Secondo il Dipartimento degli Affari Esteri, definendo chiaramente le zone marittime, “le Filippine potrebbero applicare efficacemente le proprie leggi nazionali e le leggi internazionali correlate per proteggere e conservare le proprie risorse marine e ittiche, preservare l’ambiente marino e migliorare la sicurezza marittima”.
Nel frattempo la legge 12065 delle corsie di mare dell’arcipelago Filippino stabilisce tre corsie di mare arcipelagiche che saranno utilizzate e percorse da navi e aerei stranieri senza compromettere la sicurezza nazionale del paese.
Queste corsie di mare “offrono il transito continuo, veloce e senza ostruzioni per navi e aerei di trasporto obbligandoli però ad aderire ai regolamenti e procedure di navigazione, come anche alle regole aerei di sicurezza e protocolli del volo”.
“Siamo impegnati ad applicare queste corsie di mare dell’arcipelago in fedele accordo con il processo trovato nell’UNCLOS, mentre sosteniamo fermamente i principi di reciprocità e muto rispetto tra gli stati” ha detto il presidente.
Le due leggi avranno anche un impatto sulle leggi e regolamenti nazionali a livello nazionale e locale.
“Perciò chiedo a tutte le agenzie governative interessate e ai governi locali di rivedere regole e regolamenti contro queste nuove leggi con una considerazione di fare i passi necessari per la loro applicazione.”.
Secondo il senatore filippino Tolentino la definizione di queste zone di mare secondo la legge internazionale UNCLOS accrescerà la posizione delle Filippine nel mare filippino meridionale perché è una applicazione dell’arbitrato internazionale de L’Aia del 2016.
Si è messa in una legge la definizione di Mare Filippino Occidentale e di Alture Filippine, quest’ultima rinomina la Benham Rise sulla costa orientale dell’isola di Luzon.
Da ricordare che la zona di Benham Rise, ora Philippine Rise, è ricca di gas naturale ancora da sfruttare su cui la Cina ha posto le proprie mire.
Secondo il Consiglio Nazionale del Mare la chiarezza che è data dalla Legge delle zone di mare “è vitale nello stabilire la vastità della giurisdizione marittima filippina, assicurando che i nostri diritti e responsabilità sono chiaramente definiti come stato arcipelagico”.
Secondo la legge internazionale dell’UNCLOS le Filippine devono fare un processo di consultazione con la IMO, Organizzazione Internazionale del Mare, sulla designazione delle proprie vie di mare per ricevere dopo sei mesi la definitiva approvazione.
Ovviamente nessuno si aspetta che queste leggi fermeranno l’assertività cinese nella Zona economica esclusiva filippina.
Infatti la Cina non ha fatto passare molto tempo e ha già convocato l’ambasciatore filippino a Pechino per esprimere il proprio solenne scontento diplomatico per le due nuove leggi del mare.
“La Cina esorta le Filippine a rispettare seriamente la sovranità territoriale e i diritti e gli interessi marittimi della Cina, a smettere immediatamente di intraprendere qualsiasi azione unilaterale che possa portare all’espansione delle dispute e complicare la situazione, e a mantenere seriamente la pace e la stabilità nel Mar Cinese Meridionale. La Cina si riserva il diritto di prendere le misure necessarie”. Ha aggiunto Mao Ning, portavoce del ministero degli esteri.
La Cina, che ha anche dispute di sovranità con gli altri Paesi della regione, in passato ha emanato leggi interne che riguardano il Mar Cinese Meridionale, come una legge sulla guardia costiera del 2021 che le permette di trattenere gli stranieri sospettati di aver sconfinato.
Secondo molti esperti Pechino non deve vedere la azione legale di Manila come un voler esacerbare la situazione o un voler espandere le proprie rivendicazioni in mare. Le Filippine hanno chiarito perché tutte le sue rivendicazioni si basano sulla legge internazionale dell’UNCLOS.