Due soldati birmani disertori dal loro battaglione sono stati arrestati dall’esercito etnico dell’Arakan e poi consegnati alla custodia della Corte Penale Internazionale a L’Aia.
I due soldati birmani disertori hanno ammesso di aver commesso atrocità contro i Rohingya quando con i loro battaglioni erano all’opera nelle operazioni di rastrellamento contro i Rohingya Musulmani che causarono migliaia di morti e l’esodo in Bangladesh di oltre 800 mila Rohingya che ora vivono in grandissimi campi profughi attorno a Cox’ Bazar.
Queste sono le prime due testimonianze di soldati testimoni di quelle campagne definite di tentato genocidio che includevano stupri di massa, tortura, omicidi ed incendi di tantissimi villaggi Rohingya, che spinsero la comunità internazionale a denunciare le forze armate birmane alla Corte Penale Internazionale, oltre all’ingiunzione alla Corte di Giustizia Internazionale.
I due soldati birmani disertori Myo Win Tun e Zaw Naing Tun hanno confessato i propri crimini e quelli dei loro battaglioni alla ONG Fortify Rights in un video registrato, come scrive RFA
Myo Win Tun ha detto di aver ucciso donne, uomini e bambini e di aver partecipato a stupri a Taung Bazar ed in altre comunità a Buthidaung a settembre 2017, mentre Zaw Naing Tun ha detto di aver partecipato ad omicidi, al seppellimento di corpi nelle fosse comuni in cinque villaggi di Maungdaw sempre nel 2017.
I due soldati birmani disertori hanno detto di aver agito su ordine dei loro comandanti ed hanno accusato 19 persone del Tatmadaw tra cui sei comandanti anziani, due colonnelli e tre capitati.
Fortify Rights ha detto che gli ordini erano di “sterminare tutti” i Rohingya, di “sparare a tutti quelli che si vedono e si sentono” e di uccidere tutti in alcune aree particolari.
I due soldati secondo la ONG sarebbero colpevoli di aver ucciso fino a 180 Rohingya.
Myo Win Tun e Zaw Naing Tun si erano presentati a metà agosto alla frontiera del Bangladesh chiedendo protezione per poi essere trasportati a L’Aia.
In un altro video dell’Esercito dell’Arakan quattro soldati birmani a maggio ammisero di aver partecipato alle operazioni di rastrellamento e di essere poi stato oggetto di maltrattamenti da parte del Tatmadaw, per poi decidere di disertare.
Uno di loro era Myo Win Tun che accusa di aver avuto l’ordine dal colonnello Than Htike dice di aver ucciso 30 musulmani innocenti e di averli seppelliti in una fossa comune a Taung Bazar. Ha raccontato di essere entrato nell’esercito birmano perché costretto dopo essere stato arrestato in una stazione ferroviaria nel Kachin.
“Ero discriminato e vessato dagli ufficiali birmani perché sono un membro del gruppo etnico Shan. Avevo chiesto di uscirne ma non lo permettevano. Ecco perché ho disertato e fuggito dalle forze militari birmane”
Secondo FR le dichiarazioni dei due soldati birmani disertori sono credibili perché le dichiarazioni hanno riscontro dalle testimonianze di testimoni e sopravvissuti delle atrocità. Perciò FR ha rilasciato la dichiarazione.
Importante è stata la dichiarazione fatta dall’Esercito dell’Arakan che ha dato una grossa mano per ricercare la verità e lottare contro l’ingiustizia nello stato Rakhine.
“Questi due soldati sono disertori dell’esercito di Myanmar” ha detto il portavoce del AA Khine Thukha. “Vennero alle nostre truppe quando disertarono. Li abbiamo interrogati sulla loro esperienza sul terreno e li abbiamo registrati. Abbiamo poi rilasciato il video delle loro testimonianze”.
A suo tempo il Tatmadaw minimizzò quel video dicendo che i soldati erano stati arrestati e costretti a dire quello che l’esercito etnico voleva farsi dire.
Fortify Rights ha chiesto al ICC il processo verso i due e la concessione loro dello stato di testimoni, perché “potrebbero essere i primi colpevoli processati dal Tribunale Penale Internazionale ed i primi testimoni diretto interni in custodia della corte…”, come ha detto Matthew Smith. “E’ un momento monumentale per i Rohingya e la gente birmana nella loro lotta per la giustizia”.
Le atrocità denunciate alla ICC sono qualcosa che tutti i gruppi etnici subiscono da decenni dalle truppe birmane e sono varie ora finalmente le organizzazioni etniche birmane che hanno deciso di sostenere il processo al ICC.
Si deve ricordare che una commissione di accertamento dei fatti dell’ONU del 2019 trovò tutti i segni di un intento genocida nelle operazioni di rastrellamento del 2017 oltre a varie prove critiche che le forze di sicurezza birmane commisero atrocità e gravi crimini contro la legge internazionale.
Parallelamente alle indagini della ICC contro individui accusati di presunti crimini contro l’umanità, c’è anche l’accusa di genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia ICJ che dirime le dispute tra nazioni a cui ultimamente si sono associate Canada e Olanda nell’accusa fatta dal Gambia contro Myanmar.
“La denuncia del Gambia mostra la discriminazione e persecuzione dei Rohingya in Myanmar che crearono le condizioni affinché le forze di sicurezza birmane commettessero le atrocità mirate e sistematiche contro i Rohingya… Nel portare la richiesta al ICJ il Gambia ha fatto un passo degno di nota ne porre fine all’impunità per chi ha commesso quelle atrocità in Birmania e sostenere questa promessa” hanno dichiarato Canada e Olanda.
Lo studioso militante Maung Zarni, coordinatore di Free Rohingya Coalition, ricorda una cosa molto importante, la partecipazione decisiva dell’Esercito dell’Arakan, AA, costituito da giovani buddisti dell’Arakan, che ha reso possibile l’arrivo in Olanda dei due soldati birmani disertori.
“… Il gruppo di resistenza armata stabilito dalla più giovane generazione di Buddisti Rakhine ha deciso di iniziare una collaborazione nuova strategica con i Rohingya musulmani nella loro ricerca della giustizia internazionale.
I capi del AA trattano bene i disertori dell’esercito buddista che catturano mentre ricavano dei video di confessioni volontarie di crimini atroci e li rendono disponibili all’uso dei tribunali internazionali contro la Birmania.
Il 26 gennaio 2020 AA e la sua ala politica ULA dicevano che “mentre il Tatmadaw è indagata per crimini di guerra presso ICC continuano sfacciatamente a commettere crimini di guerra ancora oggi. Perciò se ci sono organizzazioni che amano la verità ed altre organizzazioni indipendenti fanno dei passi per indagare questi incidenti e provano a stabilire la verità, siamo pronti a dare una mano di cooperazione”
Gli incidenti sono i continui omicidi di gente locale nel Rakhine e la chiusura delle connessioni internet nello stato Rakhine.”
L’esercito dell’Arakan vuole stabilire l’autonomia politica dell’Arakan o Rakhine insieme alla pace e alla riconciliazione di tutti coloro che abitano il Rakhine, compresi i Rohingya che reclamano il Rakhine come loro luogo di nascita.