Duterte e il tentativo di arresto illegale di Trillanes sventato dai militari

Qualcuno ha ricordato al presidente filippino Duterte che i suoi poteri esecutivi hanno un limite, dopo che è fallito il suo tentativo di fare arrestare senza mandato il suo critico più severo, il senatore Antonio Trillanes.

In questo caso Duterte è entrato in pericolosa contrapposizione con le sue forze di sicurezza col rischio che nel futuro gli si potrebbe ritorcere contro con accuse di aver abusato del suo ruolo nell’ordinare un arresto illegale.

Il 31 agosto, mentre era in viaggio in Israele e Giordania, Duterte firmò il Proclama 572 con cui voleva rendere vuota una precedente amnistia data a Trillanes, ex militare dei Marines Filippini, per il ruolo assunto in due passati tentativi di golpe contro il governo Arroyo, tra i quali un ammutinamento del 2007 al Peninsula Hotel. L’amnistia gli fu data dall’amministrazione Aquino nel 2011.

Duterte ordinava ai militari di arrestare il golpista diventato senatore e di formare una corte marziale per processare e reincarcerare il senatore sulla base che il senatore non avrebbe presentato i documenti appropriati per l’amnistia.

Lo scorso anno Trillanes è emerso come il criico di opposizione più agguerrito del presidente accusandolo di abuso di potere con politiche dittatoriali e di aver svenduto il paese alla Cina con la sua posizione moderata sulle dispute sul Mare Cinese Meridionale.

Trillanes accusò anche la famiglia di Duterte, compreso il figlio Paolo, di essere coinvolti nel commercio illegale della droga nel momento in cui Duterte era sotto i riflettori della comunità internazionale per la guerra alla droga che ha visto la morte di migliaia di sospettati.

In risposta un Duterte arrabbiato attaccò il senatore dicendo:
“Si è dedicato a distruggermi, devo distruggere lui o lui distruggerà me.” Trillanes rispose: ” Il presidente Duterte mi voleva morto” ma non lo ha potuto fare per i suoi legami di alto livello con i militari.

Trillanes, che tentò due colpi di stato contro l’allora presidente ed ora presidente del parlamento Arroyo ora è fedele alleata di Duterte, ha attaccato il proclama di Duterte come incostituzionale ed una violazione del giusto processo.

Trillanesi si rifugiò nel palazzo del Senato dove la presidenza non avrebbe permesso l’accesso all’esercito e alla polizia mandate per arrestare il senatore e portarlo davanti ad una corte marziale.

Fu una giornata di una dura tensione in cui il presidente del Senato Tito Sotto III, alleato di Duterte, con riluttanza dava rifugio a Trillanes per preservare l’integrità del corpo legislativo.

Mentre era racchiuso nel Senato il mediatico Trillanes organizzò una conferenza stampa in cui mostrava utti i documenti a prova della validità della sua amnistia.

Col vigore e la forza che gli sono tipici invitò i colleghi del Senato, i suoi compagni di scuola dell’accademia militare ed il pubblico in generale a protestare l’ordine dittatoriale di Duterte.
Il suo amico e compagno d’armi Gary Alejano che condivise le stesse vicende con Trillanes dai tentativi di golpe all’amnistia, fece un appello accorato ai servizi di sicurezza affinché non applicassero l’ordine di Duterte.

“Mi rivolgo alle forze armate e alla Polizia Nazionale Filippina a non seguire ordini illegali. Ricordo loro che non sono un esercito privato di quest presidente. Sono l’esercito del popolo” disse Alajano alla conferenza stampa.

Sia Trillanes che Alejano hanno ricordato agli ufficiali militari della possibilità di trovarsi di fronte a punizioni se avessero seguito questi ordini illegali solo a causa dei desideri di una persona.

Dopo qualche giorno di tensione, che ha provocato una generale rabbia per la prepotenza dell’esecutivo ed ha alimentato la simpatia per Trillanes sui media sociali, Duuterte si è ritirato per evitare una ulteriore ricaduta politica ed un potenziale scontro con le sue forze di sicurezza.

Si sa che Trillanes ha contatti di alto livello nelle Forze Armate che spesso gli fanno arrivare informazioni che vogliono che tutti sappiano.
Tra queste ci sono anche materiali sensibili sulle azioni cinesi non viste contro la sovranità filippina nel Mar Cinese Meridionale che pongono le politiche di Duterte a favore di Pechino sotto una luce sfavorevole.

Il presidente si trova già a combattere con un tasso di approvazione decrescente per l’inflazione alta ed una economia che si sta deteriorando. che è sceso ad un nuovo minimo del 57% dal 80% degli inizi della sua presidenza.

Un recente sondaggio della SWS filippina ha trovato che il tasso di approvazione di Duterte è sceso del 8% in questo secondo trimestre fino al 57% quando appena dopo la sua elezione era al 80%. La questione Trillanes ha sottolineato secondo alcuni la sua debole presa sul potere.

Una settimana dopo il Proclama contro Trillanes, il suo portavoce Harry Roque annunciava: “Dopo una lunga discussione il presidente dice che seguirà il governo della legge. Attenderà la decisione del tribunale regionale se vorranno emettere un mandato di arresto”

Duterte dopo il suo arrivo dal viaggio all’estero, provò a scaricare la questione dicendo che la mente che aveva escogitato il proclama era l’Avvocatura di Stato Jose Calida.
A Calida si deve l’uscita di scena dalla Corte Suprema del giudice Sereno, un’altra sua fiera critica, attraverso una denuncia di Quo Warranto potenzialmente controversa ed illegale.

Trillanes affermò che Calida cercava di bloccare le indagini del senatore nel presunto abuso di potere di Calida in un caso in cui una ditta della sicurezza di Calida sarebbe stata la beneficiaria di vari contratti multimilionari del governo.

Il 9 settembre il capo di stato maggiore Carlito Galvez metteva in guardia “ogni soldato, aviatore e marinaio a non immischiarsi o a prendere parte in politiche partigiane. La nostra fedeltà è alla costituzione. Comando che le truppe aderiscano al governo della legge e obbediscano sempre allacatena di comando”.

Sembra che i militari abbiano giocato un ruolo fondamentale nel sabotare l’arresto illegale senza mandato facendo uscire fuori vari documenti ai media che attestavano la validità legale dell’amnistia di Trillanes.

La posizione dei militari era in linea con quella del Integrated Bar of the Philippines, in cui si diceva che il proclama mette sotto i piedi la garanzia costituzionale secondo cui nessuna persona deve rispondere due volte per lo stesso reato penale.
L’importante corpo legale accusava il governo di malizia e di abuso di potere.

Accuse simili furono fatte in relazione all’arresto del febbraio 2017 di un’altra persona critica di Duterte, la senatrice Leila De Lima che fu attiva sin dall’inizio della guerra alla droga di Duterte e che ancora langue dietro le sbarre per accuse legate alla droga ritenute false da molti.
Ma De Lima non ha gli stessi legami di connessione e protezione di Trillanes con i militari.

Il 10 settembre il ministro della difesa Lorenzana affermò di non essere stato consultato da Duterte a proposito del procalama contro Trillanes e confermò che dietro l’operazione c’era Calida.

“Tutto quello che non segue il giusto processo deve essere rettificato” ha detto Lorenzana
Nri giorni prossimi si saprà cosa risponderanno i tribunali alla richiesta di arresto contro Trillanes.

La Corte Costituzionale ha rigettato una petizione chiesto da Trillanes che chiedeva di bloccare temporaneamente l’arresto, però chiariva che il senatore non poteva essere arrestato senza un mandato dei tribunali che devono ancora decidere in merito.

Finora Duterte ha perso politicamente nello scontro con Trillanes che nonostante la sua storia controversa di tentato golpista di governi eletti ha conquistato i filippini per la sua sfida forte dell’autoritarismo di Duterte e dei suoi metodi illegali.

Jason Castaneda, Atimes.comPubblicità

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