Economiche ananas thailandesi e la battaglia di Andy Hall

Il caso giudiziario in Thailandia contro Andy Hall per il suo rapporto sulle economiche ananas thailandesi trova un momento di gioia col ritiro della denuncia di diffamazione intentato dall’impresa contro Andy Hall per 8 milioni di euro.

Questa denuncia da 8 milioni di euro era stata fatta dall’impresa dopo che la Corte Suprema Thailandese aveva deciso che la denuncia di Andy Hall, il quale viveva da anni in Thailandia nel campo dei diritti del lavoro e dell’emigrazione in Asia, era stata fatta nell’interesse pubblico e rilevava condizioni di lavoro reali.

andy hall e le economiche banane thailandesi

A pochi giorni dal processo civile, la Natural Fruit Co. Ltd decide di lasciar cadere questa denuncia di diffamazione decidendo finalmente di accettare la decisione della corte suprema sulla sentenza penale che ravvisava gravi violazioni dei diritti del lavoro e diritti umani dei lavoratori nella provincia del meridione thailandese.

Le economiche ananas thailandesi era il tema centrale di un rapporto del 2013 della Finwatch.

Il rapporto era stato redatto sulla base delle interviste fatte da Andy Hall ai lavoratori dell’emigrazione nelle piantagioni e nelle industrie della Natural Fruit Co Ltd a Prachuap Khiri Khan.

L’impresa thailandese invece di denunciare la Finnwatch per il rapporto decide di attaccare con una selva di azioni legali Andy Hall denunciandolo per diffamazione in ambito civile e penale sia per il rapporto che per la sua intervista ad AlJazeera. Andy Hall fu anche denunciato per violazione della legge informatica.

Natural Fruit denunciò due volte Andy Hall secondo articoli di diffamazione penale nel codice penale thailandese come anche due cause di diffamazione civile. Una di quelle penali include accuse secondo la legge del crimine informatico. Natural Fruit ha anche richiesto i danni per 50 milioni di baht (1,3 milioni di euro) contro Hall ed i suoi difensori legali in relazione ad una controquerela di Hall contro la compagnia che fu prosciolta nel 2018. Questo caso fu prosciolto poi nel dicembre 2019.

Questi casi di alto profilo sono stati considerati a livello nazionale come un esempio pernicioso di persecuzione giudiziaria da parte di imprese e governi nel mondo per metter la museruola ai militanti dei diritti umani.”

Scrive Finnwatch sul suo sito:

“Il ritiro di oggi della denuncia di diffamazione civile da parte della NF contro Andy Hall è il solo corso logico di azione. La corte suprema ha già definito che Hall non era colpevole delle stesse accuse di questa causa” ha detto la direttrice esecutiva di Finnwatch Sonja Finér la quale ha invocato il bisogno urgente di riformare le leggi di diffamazione della Thailandia.

“Otto anni di persecuzione giudiziaria contro Hall deve far ricordare a tutti che i tribunali thailandesi sono spesso usati dalle grandi imprese nel tentativo di mettere la museruola a militanti e giornalisti. C’è un bisogno urgente che la Thailandia riformi le proprie leggi di diffamazione ed accresca le protezioni dei diritti umani”

Il giorno prima la Corte Suprema Thailandese ha aggiornato la decisione al 23 dicembre sulla condanna di Hall del 2018 su altre accuse separate di diffamazione penale lanciate sempre dalla Natural Fruit nel 2013 in cui deve decidere se Andy Hall deve pagare 270 mila euro per danni.

Questo caso giudiziario è legato all’intervista che Andy Hall rilasciò ad Al Jazeera in cui avrebbe danneggiato la reputazione della compagnia a livello internazionale. Mentre in una prima istanza la corte di Prakanong assolse Andy Hall, su ricorso della ditta riaprì il caso e lo condannò a pagare 10 milioni di baht di danni, quasi 500 mila euro. La sentenza fu mantenuta in appello nel 2019 e ora si attende la decisione della Corte Suprema.

Andy Hall ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Bene che ci siano stati questi sviluppi. Ma dopo anni di persecuzione giudiziaria che ha un suo peso su di me, sulla mia famiglia ed i miei colleghi, questo ritiro di una denuncia nei miei confronti non è una vittoria. La mia militanza per oltre un decennio in Thailandia era intesa solo alla promozione e difesa dei fondamentali diritti di milioni di lavoratori migranti nel paese.

Questi lavoratori continuano a trovarsi senza una voce in situazioni ad alto rischio di lavoro forzato e sono soggetti a sistematiche violazioni dei diritti umani e del lavoro nelle catene di rifornimento globali” “Non ho mai inteso colpire interessi economici legittimi col mio lavoro e sono genuinamente disposto alla riconciliazione con tutti coloro che possano sentirsi colpiti dal mio stile di denuncia, per mettere la parola fine una volta per tutte a questo irrazionale ciclo di scontri giudiziari contro di me ed i miei colleghi”

La Thailandia però non produce solo le economiche ananas thailandesi oppure i frutti di mare per il mercato globale, questi ultimi oggetto di pesanti accuse per le condizioni di lavoro sui pescherecci, ma produce anche economici polli thailandesi la cui filiera, secondo Fortify Rights, vive una seria situazione precaria dei diritti.

Proprio in relazione a questa situazione si è creata un’altra storia di persecuzione giudiziaria attraverso la diffamazione penale e civile dal gigante dell’allevamento di polli Betagro che ha denunciato tanti militanti, lavoratori e giornalisti tra cui Sutharee Wannasiri, Angkhana Neelapaijit, già membro della Commissione dei diritti umani thailandesi, e Suchanee Cloitre, giornalista di VoiceTV.

In una prima indagine del ministero del lavoro la ditta era stata condannata a risarcire i lavoratori, cosa che è avvenuta.

Suchanee Cloitre che era stata denunciata per aver fatto un Tweet in cui parlava di lavoro schiavistico è stata assolta in appello dopo una condanna a due anni di carcere.

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