Elezioni cambogiane luglio 2023: nessun spazio di opposizione

Dopo aver sistematicamente minato il processo elettorale e aver smantellato attivamente l’opposizione, il Partito del Popolo Cambogiano di Hun Sen, CPP, si propone di continuare il suo regno di un quarto di secolo nelle prossime elezioni cambogiane luglio 2023.

Sebbene abbia avuto una presenza internazionale da presidente di turno dell’ASEAN per il 2022 ed abbia rivisto le proprie ambizioni di politica estera in risposta alla lotta tra le superpotenze USA-Cina nella regione, a livello nazionale è cambiato ben poco.

hun manet e le prossime elezioni cambogiane luglio 2023
Hun Manet Prime Minister Hun Sen’s Facebook page.

Vista la mancanza di opposizione, ci dobbiamo aspettare che le prossime elezioni portino ad un’altra vittoria del CPP che estenderà il regno di Hun Sen per altri 5 anni. Progettare la legittimazione del partito attraverso le elezioni non sembra più importante per il partito sia a livello nazionale che internazionale. Allo stesso tempo la critica internazionale del regime si è sgonfiata dopo il massimo raggiunto nel 2017 fino all’incontro di quest’anno con i promotori della democrazia a livello internazionale, quale Joe Biden.

Le migliori relazioni potenziali con l’occidente non portano ad un miglioramento della situazione politica nel paese ed è perciò difficile vedere come sia possibile un’alternanza politica nel futuro del paese.

Nessuno spazio d’opposizione

La cattura radicata della struttura politica del potere e delle istituzioni da parte del CPP ha richiesto vari anni. I fedeli del partito sono consolidati in tutti i livelli del governo in un sistema politico segnato dal favoritismo politico, dal nepotismo e dalla corruzione.

Nelle elezioni del 2013, la fiducia del CPP fu scossa dai risultati eclatanti del CNRP che si era formato per fusione tra i due forti partiti di opposizione, Sam Rainsy Party e Human Rights Party, portando a termine presumibilmente anni di lotte intestine dentro la divisa opposizione del paese.

Il CPP mantenne la prima posizione per appena il 4,37% e fu costretto ad accettare di dover affrontare una competizione politica reale.

Dopo una ugualmente eclatante prestazione del CNRP alle elezioni locali nel 2017, il CPP si vendicò con una repressione intensa contro l’opposizione distruggendo ogni voce critica sia politica che della società civile che di media indipendenti.

Una sentenza della corte suprema, controllata dal CPP, dissolse il CNRP sulla base di false accuse di tradimento. Prima della fine dell’anno era fuggito all’estero oltre il 60% dei parlamentari del CNRP, mentre altri furono attaccati, arrestati e costretti ad ammettere reati e ad andare in altri partiti. Inoltre a 118 rappresentanti del partito fu vietata la partecipazione alla politica per 5 anni.

Poiché il CNRP era sempre apparso come un’associazione lasca di forti personalità che cercavano di abbattere il regime di Hun Sen, anche per la debole struttura organizzativa e per i conflitti preesistenti tra i capi dei due partiti, questa fu la campana a morto per la cooperazione.

Sebbene le grandi figure politiche cercassero di continuare a mobilitare il sostegno pur stando all’estero, in pochi credevano che Hun Sen avrebbe permesso il ritorno in forza del CNRP. Mentre il CPP nel passato aveva permesso una qualche forma di opposizione per una patina di legittimazione politica, un esercizio di parata, ora non è più il caso.

Rafforzare il dominio

Dal 2017, l’opposizione è stata incapace di riprendersi e si trova in uno stato vulnerabile e fratturato. Sebbene i cinque anni di messa al bando dalla politica per i politici del CNRP siano finiti a novembre 2022, quasi la metà di loro sono stati condannati di reati come incitamento e cospirazione a rovesciare il governo, accuse che li rende ineleggibili a cariche di partito.

Da partito maggiore di opposizione il riesumato CLP, Candlelight Party conquisterà vari seggi nell’Assemblea Nazionale sebbene ben lontano, prevedibilmente, dal poter sfidare il CPP o avere un impatto sulle decisioni di alto livello.

In previsione delle elezioni cambogiane luglio 2023, il CPP ha già iniziato ad usare le sue consuete tattiche repressive contro l’opposizione. Una tattica favorita è di usare il sistema legale per intimidire gli oppositori e le voci critiche con l’autocensura. Il vicepresidente del CLP Son Chhay ha ricevuto una multa di 750mila dollari per aver detto che le elezioni locali di giugno “non riflettevano la volontà popolare”.

Dimostrazioni di forza, come processi di massa di ex membri del CNRP, servono a minacciare implicitamente politici e militanti di opposizione, rafforzati dagli ultimi ammonimenti di Hun Sen secondo cui può sciogliere come gli pare qualunque partito politico e che guiderà i suoi sostenitori per picchiare i politici di opposizione che accusino il CPP di brogli elettorali.

L’opposizione è indebolita ancora dall’adescamento del CPP di membri del partito con tante defezioni da tutti i partiti politici tra cui Dam Sith del CNRP.

Nonostante il livello di controllo elettorale raggiunto negli anni, il CPP si affida ancora all’intimidazione e repressione aperte piuttosto che affidarsi semplicemente alle manovre di controllo dei corpi elettorali come la Commissione Elettorale Nazionale e facendo emendamenti illiberali alla legge elettorale.

In questo modo bisogna attendersi, con l’avvicinamento della data delle elezioni, che cresceranno sia il numero che la vastità delle minacce fisiche e legali contro militanti e politici d’opposizione.

Pianificazione della successione

Mentre il risultato elettorale è di per sé prevedibile, resta ancora la grande incertezza se Hun Sen completerà per intero il suo mandato. Mentre l’attuale costituzione del governo non porterà cambiamenti, i prossimi cinque anni vedranno forse un trasferimento di potere nella struttura di potere del CPP.

Da anni Hun Sen alleva il figlio maggiore Hun Manet perché subentri nel suo ruolo. Un altro passo verso questo obiettivo è stata la nomina del giovane comandante dell’esercito a prossimo primo ministro del partito durante l’incontro del comitato centrale del CPP alla fine del 2021.

Hun Manet, che ha frequentato le scuole occidentali ed è aperto, sembra essere popolare in Cambogia sebbene forse abbia appena un sostegno verbale della vecchia guardia nel partito. Benché i potenziali competitori abbiano sollevato la testa, la presa di Hun Sen sul potere gli ha permesso di sopprimere con successo gli sfidanti.

Gli esperti predicono un passaggio di consegne da Hun Sen a Hun Manet nei prossimi anni, prima della fine del prossimo mandato per assicurarsi una successione fermamente stabilita.

L’immagine di Hun Manet di politico pulito, insieme alla relativa stabilità del paese, giocherà a favore probabilmente di un miglioramento delle relazioni della Cambogia con l’occidente.

Le democrazie occidentali condannarono velocemente il CPP e Hun Sen dopo che cancellarono l’opposizione nel 2017 incoraggiando così la Cambogia ad avvicinarsi ancor di più all’alleato di sempre, la Cina.

Più di recente il CPP sembra voler migliorare i propri legami con gli USA che, nonostante restino i legami strategici con la Cina in termini di cooperazione militare, sembra voler assecondare. Per il CPP, rinnovare questi legami significa conferire legittimità al suo governo e minare ogni speranza di pressione internazionale a favore di riforme democratiche.

Detto questo vale la pena ricordare che un trasferimento di poteri non segnerà la fine del regno di Hun Sen, lungo quasi 40 anni. Lui ha già confermato che resterà come presidente del CPP dopo la dimissione da primo ministro e iniziano a circolare dicerie sui piani per mantenere una presa ferma sui poteri usando altre forme come la presidenza del senato.

Perciò come è in Cambogia sin dagli anni 80, il potere continuerà ad essere concentrato nelle stesse poche mani.

PERLE PETIT, 9DASHLINE

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