In questo fine settimana i cambogiani andranno a votare per le elezioni locali cambogiane delle comuni avendo l’opportunità per porre fine al governo di fatto del partito unico. Il processo non sarà né libero, né equo o tanto meno legittimo, ma potrebbe servire ad introdurre qualche spazio democratico in una società divenuta particolarmente repressiva dopo i fatti del 2017.
Quell’anno la Corte Suprema decretò lo scioglimento del maggior partito di opposizione, CNRP, ed il suo presidente Kem Sokha fu arrestato per tradimento mentre l’altro cofondatore Sam Rainsy rimase all’estero per evitare un destino analogo.
Quello scioglimento lasciò al partito al potere CPP il controllo di 11510 su 11572 comuni e gli permise di prendere tutti i seggi dell’Assemblea Nazionale nelle elezioni generali 2018. Fu un abbraccio stridente del governo del partito unico in un paese che in genere aveva perseguito almeno la forma se non la sostanza della democrazia pluripartitica.
Il CNRP usciva fuori da una fusione non semplice tra due pesi massimi dell’opposizione che ora si sono separati da quando Rainsy ha rivitalizzato il dormiente CP, Candlelight Party o Partito della Veglia, per presentarlo alle elezioni locali cambogiane di questo mese, mentre l’ala di Sokha del partito mantiene le distanze.
Kem Sokha da parte sua “ha chiarito pubblicamente di non aver nulla a che fare con il CP. Il suo ex partner di partito ha scelto di prendere un’altra strada quando ha riavviato il CP, che lui non sostiene” ha dichiarato la figlia di Kem Sokha, Kem Monovithya, che fu anche vice direttrice del CNRP degli affari pubblici e che ha definito la decisione di partecipare alle elezioni “un passo indietro”.
Ma il CP ha presto avuto ‘appoggio di alcuni importanti attori dell’opposizione cambogiana tra i quali Sin Rozeth già CNRP, del monaco But Buntenh e il noto sindacalista Rong Chhun.
In retrospettiva la democrazia cambogiana è stata sempre un’illusione, mancando le premesse fondamentali, quali la possibile salita al potere di un altro partito politico che vincesse le elezioni.
Ma i cosiddetti orpelli della democrazia hanno avuto benefici visibili per i cambogiani che, prima del 2017, hanno visto una libera stampa forte, una società civile decisa e maggiore libertà di espressione.
Naturalmente militanti, giornalisti e politici erano a rischio di violenza ed arresti occasionali ma l’atmosfera di paura era meno generale di quanto lo è oggi. Il ritorno di una opposizione credibile potrebbe riaprire quegli spazi chiusi nel post 2017.
Il CNRP ha anche funzionato da meccanismo di riforma perché ha spinto il CPP ad adottare politiche di opposizione che piacevano agli elettori.
Nel 2016 il Cambodia Daily, giornale ora chiuso, scriveva che il CPP, che per un pelo aveva vinto le elezioni nazionali del 2013, aveva preso varie politiche del CNRP, quale l’innalzamento della paga minima per i colletti bianchi e i lavoratori delle guarnizioni, la crescita della copertura sanitaria e la riduzione del prezzo dei carburanti e dell’elettricità.
Ma la riforma politica genuina restava lontana e continuerà ad essere impossibile anche se il CP diventasse una forza significativa nei consigli comunali e forse dopo le elezioni nazionali del prossimo anno. Ma il campo di Sokha deve ancora formulare una sua chiara strategia alternativa.
Elezioni locali cambogiane viziate
Le elezioni locali cambogiane del 5 giugno saranno inevitabilmente viziate.
“In termini di elezioni comunali il 2022 è il periodo elettorale più limitato che la Cambogia ha visto da un decennio” dice Naly Pilorge di LICADHO.
Il CPP ha il pieno controllo della Commissione Elettorale Nazionale e la stragrande maggioranza degli scrutatori appartengono alle organizzazioni vicine al governo. I membri del CP vivono una campagna di intimidazioni e di attacchi violenti. 11 candidati del CP sono stati anche esclusi con “denunce senza motivo motivate politicamente” secondo Seng Mardi del CP.
“Di fronte a tantissime minacce, pericoli fisici, pressioni amministrative e giudiziarie, perché partecipiamo a questa competizione zoppa? Quali scelte abbiamo? Siamo liberali democratici che credono nella democrazia come sola possibile strada del cambiamento”.
Non si capisce quale potrà essere il risultato del CP visto che è difficile sapere cosa pensa la gente quando non è permesso loro parlare. Ma dopo il 2017 è chiaro che il CPP non permetterà mai ad un partito di opposizione di vincere un’elezione.
Il CP sembra conscio di ciò e non punta troppo in alto. Mardi ha detto di sperare di riprendere 80% dei seggi che il CNRP perse quando fu disciolto. Ma è qualcosa di più, a suo avviso, della classica storia di Davide e Golia, perché il CP in soli quattro mesi è riuscito a candidare 23mila candidati nel 98% delle Comuni.
Se il CP dovesse sorprendere tutti con una maggioranza dei seggi delle Comuni, il CPP potrebbe anche truccare il risultato o sciogliere il partito. Il governo ha già cominciato ad accusare il CP di violare la legge sui partiti politici che fu usata prima per disciogliere il CNRP. E’ una strategia possibile di emergenza se il CP vincesse.
“Il resto dell’opposizione politica sta cercando uno spazio tra diffuse intimidazioni e repressione, con la sempre presente minaccia di dissoluzione o altri modi di prevenire elezioni reali” dice Pilorge.
Fattore internazionale
Ma forse è nell’interesse dello stesso Premier Hun Sen avere un partito di opposizione sulla scena.
“Fare un’elezione ridicola controllata del tutto dal partito al governo non è di certo il modo per accrescere lo spazio politico ma di dare legittimità al regime” sostiene Monovithya.
Lei ha ragione. Hun Sen è stato sotto intense analisi e pressione della comunità internazionale dopo la dissoluzione del CNRP e dopo che il CPP vinse le elezioni del 2018 senza opposizione reale. Far risorgere una patina di democrazia potrebbe alleggerire la pressione.
Quella repressione portò a forti tensioni con la UE e gli USA, ma ora l’occidente è più preoccupato di contrastare l’influenza cinese nella regione del portare la democrazia in Cambogia.
Ci sono già stati segni di scongelamento con la visita di Wendy Sherman in Cambogia lo scorso anno e l’incontro con Hun Sen. Poi il mese scorso Hun Sen ha fatto la sua prima visita alla Casa Bianca dopo quasi 40 anni di potere sebbene all’interno del summit ASEAN USA.
Qualche elezione controllata potrebbe essere ciò che serve a normalizzare le relazioni.
Ma l’accettazione del governo di CP non è una conclusione ovvia.
“Resta da vedere se quello spazio che si sforzano di aprire possa restare man mano ci avviciniamo alle elezioni nazionali del 2023” dice Pilorge.
Hun Sen potrebbe essersi abituato a fare da padrone senza opposizione in Cambogia e potrebbe essere riluttante a ritornare ad un sistema politico semicompetitivo. La sua posizione si sostiene grazie anche ad una vasta rete di patronato, e tanti nella elité hanno goduto dei benefici economici e politici dello stato a partito unico. Scuotere questo sistema potrebbe portare a risentimenti in un momento in cui Hun Sen prova a tenere contente le fazioni prima del trasferimento dei poteri al suo figlio maggiore.
Ma non sono visibili altre possibili opzioni per l’opposizione cambogiana.
“In questo campo democratico nudo e bruciato, il CP è il seme. Gli elettori lo pianteranno e crescerà producendo frutti se tutti lo curiamo. Qual’è l’alternativa?” dice Mardi.
La Cambogia non è il Myanmar. C’è poco entusiasmo per le proteste di massa né per la lotta armata, e Hun Sen mantiene del sostegno reale che i generali birmani possono solo sognare.
Nei limiti delle realtà politiche esistenti, un partito di opposizione che sia genuino nel suo dissenso ma incapace di prendere il potere, potrebbe essere la cosa migliore da conseguire in Cambogia, almeno per ora.
Andrew Nachemson, TheDiplomat