Fai Yen e gli esuli Thai in Laos: vitelloni in attesa di andare al macello

Nithiwat Wannasiri, conosciuto come Jom dai suoi amici, ha tanta paura e si sente in trappola. Il musicista dei Fai Yen e militante di 32 anni è uno dei tanti thailandesi che fuggirono dal paese per scappare la persecuzione dei militari all’indomani del golpe del 2014.

Pranee Danwatananusorn, moglie di Surachai. Photo by Tawan Pongphat.

In Thailandia Jom è accusato di lesa maestà per le sue proteste contro il golpe oltre a quattro accuse di lesa maestà che punisce severamente tutto ciò che “diffama, insulta o minaccia” la monarchia.

E’ il cantante di un gruppo folk thailandese, Fai Yen, fuoco freddo, e Jom usava la musica e testi satirici per commentare la politica volatile del proprio paese tra cui l’argomento sensibile della monarchia. Fece anche campagna per l’abolizione della legge di lesa maestà dando assistenza a chi era accusato o imprigionato.

Le condanne di lesa maestà sono spesso lunghe. Nel 2015 un uomo fu condannato a 60 anni di carcere per alcuni articoli su Facebook ritenuti critici della monarchia. I processi segreti sono spesso condotti a porte chiuse e, dal golpe, si tengono nei tribunali militari. Le possibilità di vincere un tale processo sono praticamente nulle e quindi la maggioranza degli accusati si dichiara colpevole nella speranza della riduzione della pena.

Viste le pochissime probabilità di successo, Jom ed il resto della banda decisero di fuggire passando la frontiera. Ma il paese confinante dove cercarono rifugio offre pochissime protezioni e molti militanti come loro ora sono scomparsi e presumibilmente morti.

Sconvolti dalle dicerie di una lista di proscrizione, temono anche per la propria vita.

Sin dal golpe militare, almeno otto dissidenti thailandesi nei paesi vicini sono scomparsi.

Il primo a scomparire fu Itthipol Sukpan, detto DJ Zunho, che in esilio gestiva un canale politico di You Tube. Sconvolto da quello che succedeva in Thailandia Itthipol aveva alla fine abbandonato la propria militanza e si guadagnava da vivere vendendo pesce fermentato. Ciononostante scomparve a giugno 2016, rapito da uomini in mimetica. Sul luogo dove fu rapito, fu trovata una scaroa a fianco della sua moto abbandonata, insieme ad una cesta di pesce.

Il secondo a scomparire fu Wuthipong Kachathamakul, detto anche Ko Tee, repubblicano vocale che fuggì la Thailandia anche per i commenti provocatori fatti in un’intervista di VICE News del 2014 “Bangkok Rising—Is Thailand on the Brink of Civil War?” https://news.vice.com/en_us/article/xw3jyk/bangkok-rising-is-thailand-on-the-brink-of-civil-war

Nel 2017 Ko Tee ed i suoi amici furono sequestrati da dieci Thailandesi vestiti di nero che li imbavagliarono, li incappucciarono e poi li spararono con il taser. Gli altri riuscirono a scappare ma di Ko Tee da allora non si è sentito né è stato visto.

Poi nel dicembre 2018, gli amici e familiari di altri tre thai in esilio iniziarono a preoccuparsi quando non riuscirono più a sentirli. Uno dei tre, Surachai Saedan era ben conosciuto per le sue posizioni comuniste degli anni 70 e per le più recenti attività di Siam Rosso, un gruppo repubblicano affiliato alle Magliette Rosse. Surachai scappò oltre frontiera dopo il golpe del 2014 con due amici, Chatchan Bupphawan and Kraidej Luelert.

Pochi giorni dopo dalla loro scomparsa, furono ritrovati due corpi sulla riva del Mekong sulla frontiera Thailandia Laos. Avevano i polsi legati, privati delle interiora e riempiti di cemento, poi legati in grandi buste di plastica e buttati nel fiume. I test del DNA confermarono che i cadaveri appartenevano a Chatchan Bupphawan e Kraidej Luelert.

Si presume che sia morto anche il sessantaseienne Surachai. Lo scrivente parlò con la moglie Pranee Danwatananusorn, a Bangkok a gennaio. Disse che sera stato ritrovato un terzo cadavere dagli abitanti del villaggio thailandese sul confine, ma poi misteriosamente scomparve.

La stampa locale le disse che il corpo aveva le stesse ferite alle caviglie come quelle che aveva il marito sin da quando era giovane. La donna pone da allora delle domande alle autorità ma non è ottimista del ritrovare lui o il suo cadavere.

“Lo sposai perché aveva sempre a cuore le persone, facendo ciò che era giusto, e il suo pensiero era la cosa migliore per la società, anche se gli diede problemi” disse la donna. “Sono triste che la sua vita sia terminata così in un tale modo crudele. Solo perché la pensa differentemente dagli altri? E’ davvero una ragione per ucciderlo?”

Gli omicidi colpirono Jom come un pugno, lui che era amico di Surachai.

“Ajarn Surachai ed io partecipavano alle attività politiche insieme mentre eravamo in Thailandia e restammo in contatto durante il nostro esilio.” disse Jom allo scrivente, riferendosi al vecchio amico con rispetto usando la parola thailandese per maestro.

“Talvolta condividevamo l’abitazione ed andavamo a pesca con la sua barca qualche volta per un mese” dice Jom il quale crede che gli ordini di uccidere sono venuti dal governo thai e l’assistenza del ministro degli esteri thai e i legami di affari nel paese vicino.

Ora sono scomparsi altri tre esuli thai. Uno di loro è il DJ radio Chucheep Chivasut, conosciuto radiofonicamente col nome Sanam Luang molto noto tra i militanti democratici.

Come gli altri Chucheep lasciò la Thailandia dopo il golpe per evitare le accuse di lesa maestà. Lui e gli altri due esuli Siam Theerawut and Kritsana Thapthai, erano stati consegnati alle autorità thailandesi dopo che avevano provato ad entrare in Vietnam dal Laos con passaporti falsi.

Il governo thailandese però ha negato di avere alcuna conoscenza del caso e ora montano le preoccupazioni sul dove si trovano e se sono vivi.

La madre di Siam Theerawut di recente ha protestato pubblicamente nella speranza di salvare il figlio.

“Vi supplico, non prendetevi la sua vita. Ho solo un figlio” supplica in un video caricato sui media sociali. “Cosa ha fatto di tanto cattivo che lo volete uccidere? Per favore mostrate pietà, non fate del male al mio Siam”

Secondo i media locali, Siam era un ex attivista studentesco laureato in scienze politiche alla Università Ramkhameng di Bangkok. Insieme agli altri s trovò accusato di aver insultato il re in una commedia teatrale che satireggiava la politica thailandese. Una coppia di attori sono stati due anni e mezzo in carcere per la stessa ragione. Altri come Siam decisero di fuggire.

Nel suo video la madre dice che la possibilità che sia vivo sono al “cinquanta per cento”.

Jom e gli altri del gruppo Fai Yen diventano sempre più ansiosi ad ogni nuova scomparsa.

“La nostra situazione attuale è alquanto preoccupante” Dice Jom. “Sono otto i militanti fatti scomparire. Siamo anche noi sulla lista dei ricercati e insieme a tutti gli obiettivi eliminati, potremmo essere i prossimi. Siamo come i vitelloni che attendono di essere mandati al macello”

Per tanti dei monarchici più oltranzisti i dissidenti hanno avuto ciò che si meritano.

“Questi maledetti sono la vergogna della nazione. Bruceranno all’inferno per i loro modi dannati” dice un commentatore di un canale You Tube di destra. “Finiranno per morire sulle strade come cani randagi”

Romchalee Sinseubpol, conosciuta come Yammy, è la sola donna del gruppo Fai Yen. Si chiede da dove nasce questo odio.

“Ricevo commenti aggressivi online come minacce di morte da quasi quattro anni ormai” dice. “Non voglio essere il nemico di nessuno; siamo tutti cittadini thai. Voglio che comprendano la mia idea. Conosco le loro opinioni e non sono d’accordo con loro ma non per questo li voglio uccidere”

Nonostante il pericolo che hanno davanti, Jom, Yammy e gli altri membri dei Fai Yen non hanno un posto dove rifugiarsi. La maggioranza dei dissidenti che fuggirono la Thailandia nei paesi vicini lo fecero con l’intenzione che fosse un trampolino di lancio per andare altrove.

Gruppo dei Fai Yen
Fai Yen

Ma a cospirare contro il loro sogno fino a renderlo impossibile c’erano le procedure complesse fino all’estremo, i livelli alti per essere accettati, gli estenuanti tempi di attesa oltre alle difficoltà finanziari crescenti.

Se non riesce ad andare in un altro paese, Yammy dei Fai Yen spera di poter avere un lavoro per non dipendere dalla carità degli altri. Quando otterrà una qualche stabilità nella propria vita continuerà nell’attivismo politico ed ad aiutare chi si trova nella situazione in cui si trova lei ora.

Anche Jom pensa al proprio futuro ma è ancora più preoccupato del proprio presente.

“La cosa più importante ora è sopravvivere”

James Buchanan, VICE.COM

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