Ritorna alla corte thailandese di Re Maha Vajiralongkorn la favorita Koi, Sineenat Wongvajirapakdi, con tutti i suoi titoli reali e gradi militari, con una svolta drammatica annunciata sulla Gazzetta Reale Thailandese e prima ancora con le foto apparse sui media tedeschi e gli annunci fatti sulla rete dal giornalista Andrew Marshall MacGregor.
La favorita Koi è descritta sulla Gazzetta Reale come “innocente” e da considerare in primo luogo come se i suoi titoli non le siano mai stati tolti, in primis il titolo di Chao Khun Phra, Nobile Consorte Reale che ricevette in dono dal re medesimo in occasione del proprio compleanno a luglio 2019.
Proprio il titolo di Nobile Consorte Reale riporta la Thailandia alla presunta favola ben prima della fine della monarchia assoluta quando i re thailandesi vantavano decine e decine di mogli, centinaia di figli, tutti strumento di consolidamento di un regno attorno a Bangkok prima ancora dell’arrivo dello stato nazione nel paese che era chiamato ancora Siam.
L’ultimo re poligamo fu Re Mongkut; il figlio successore Re Chulalongkorn non era ufficialmente poligamo e fu colui che, nel rinnovamento dello stato in senso moderno, abolì la prostrazione, come un atto formale di adeguamento alle norme che prendevano piede nella regione con l’arrivo delle grandi potenze coloniali.
La favorita Koi si riprende anche i gradi di generale e continuerà a dirigere la guardia personale del re, e riappaiono tutte le foto ufficiali sue nonché la sua biografia ufficiale che include gli addestramenti antiguerriglia, corsi militari, paracadutismo e la licenza di pilota.
La favorita Koi Sineenat fu anche comandante delle guardie reali durante la cremazione di Re Bhumibol.
Sembrerebbe una storia di altri tempi, e per certi versi lo è, che si svolge in un paese dalla corte degli incanti. Ma la corte Thailandese in realtà vive in pianta stabile tra Germania, dove il re vive e paga le tasse, e la Svizzera, dove vive invece la regina Suthida, la quale era una hostess della Thai Airways quando conobbe il re che se ne innamorò.
Mesi fa fecero parlare molto le notizie del Re che in Germania si era rinchiuso in isolamento con il suo harem e i frequenti viaggi verso la Svizzera che diedero qualche grattacapo al governo tedesco.
La preferita Koi è prelevata da Bangkok con l’aereo reale e portata a Monaco dove è stato accolto dal Re in abiti molto informali, decisamente non all’altezza di un capo di stato.
Quando la nobile consorte reale decadde da tutti i privilegi e si dice fosse stata arrestata, il palazzo reale aveva detto che era stata punita perché aveva provato ad elevarsi allo stesso livello della regina. L’occasione della celebrazione storica della fine della stagione secca e l’inizio della stagione dei monsoni fu l’ambito in cui pare ci fu lo scontro che portò alla caduta di Koi dalle grazie del re.
Differentemente dal reintegro di Koi, le altre mogli di re Vajiralongkorn hanno avuto sorti differenti. La seconda moglie dopo essere stata cacciata nel 1996 riuscì a scappare negli USA insieme ai quattro figli maschi che furono così diseredati.
La terza moglie Srirasmi Suwadee fu cacciata e vive in isolamento da qualche parte mentre il figlio che diede a Vajiralongkorn ed è l’erede al trono vive attualmente tra Germania e Svizzera con i reali.
Queste sono pure speculazioni e la verità non sarà mai conosciuta e detta pubblicamente perché la famiglia reale è protetta dalla legge di lesa maestà che vieta di parlare in termini non positivi della monarchia.
Sebbene Re Vajiralongkorn abbia chiesto al governo thai di non usare la legge di lesa maestà, altre leggi come la sedizione sono attivamente in funzione per impedire una qualunque discussione sulla monarchia.
In base a questa legge della sedizione, ogni giorno c’è uno stillicidio di incriminazioni di studenti, di giovani, di musicisti per sedizione con lo scopo di fiaccare il movimento che ha aperto a gran voce la discussione sul ruolo della monarchia nella società contemporanea e sui suoi poteri e ricchezze.
Vogliamo solo ricordare le richieste di riforma della monarchia dell’avvocato Anon Nampha che vogliono riportare la monarchia thailandese nel novero delle monarchie costituzionali quali il ritorno dell’Ufficio della Corona allo stato e non proprietà personale del re, la fine della possibilità di poter comandare strutture militari da parte del monarca, la non entrata del re nel reame politico. A queste richieste si aggiungono nuove elezioni, una nuova costituzione democratica scritta da cittadini e non da militari e la fine delle pressioni indebite della polizia sui militanti democratici.
Vogliamo notare anche che questo scontro sociale epico avviene in un periodo di emergenza sanitaria proclamata dal governo contro il COVID-1 che ha distrutto totalmente l’industria turistica thailandese nonostante le infezioni autoctone siano nulle da alcuni mesi, nel quadro di una situazione economica generale fiacca per il paese.
Il governo thai ha ultimamente rinnovato il quadro dei ministri dell’economia ma il ministro delle finanze ha già rassegnato le proprie dimissioni per divergenze con il vicepremier generale Prawit.
In questo quadro poco lusinghiero per l’economia, gli ammiragli della marina thailandese si sono sforzati fino all’ultimo di far approvare il budget necessario per comprare due sottomarini cinesi.
L’opposizione sociale e degli studenti ha impedito almeno per ora di far acquistare due inutili sottomarini cinesi, inutili come lo era la portaerei senza aerei oppure il famoso detector di esplosivi GT200 che non ha mai funzionato.
Il ritorno della favorita Koi al palazzo reale thailandese in Germania non è proprio il racconto delle fate, e pare destinato a rinfocolare l’acceso dibattito sulla monarchia, mentre compaiono all’orizzonte le prime truppe popolari per contrastare il movimento democratico e studentesco.