A settembre il ministro dello Sviluppo Umano e degli Affari Culturali, Muhadjir Effendy annunciò un cambiamento di nomenclatura per le festività cristiane in Indonesia.
Si è presa la decisione di adottare il termine Yesus Kristus, il nome che i cristiani indonesiani usano per Gesù Cristo, invece del termine arabo Isa al-Masih usato nel Corano per Gesù.
Saiful Rahmat Dasuki, il vice ministro degli affari religiosi, ha detto che in questo modo si voleva accomodare i desideri delle comunità protestanti e cattoliche.
Dasuki ha dato assistenza al ministro degli affari religiosi Yaqut Cholil Qoumas su vari programmi centrati sulla moderazione religiosa tra i quali il programma “Mille villaggi moderati”.
Nel 2021 il ministro Yaqut usò per la prima volta il termine Yesus Kristus per descrivere il Giorno dell’Ascensione di Gesù.
Sebbene intenda proteggere le tradizioni religiose diverse indonesiane, il cambiamento di politica riflette la facilità con cui le politiche religiose possono diventare un punto di scontro tra le differenti comunità religiose indonesiane.
Festività cristiane in Indonesia
Il governo indonesiano è stato alquanto accomodante nelle festività religiose dei gruppi minoritari. E la grande maggioranza delle festività nazionali in Indonesia sono legate a celebrazioni religiose.
L’ultimo recente decreto ministeriale, 855 del 2023, sulle festività include festività per ognuna delle sei religiose ufficiali indonesiane, vale a dire Islam, Protestantesimo, Cattolicesimo, Induismo, Buddismo e Confucianesimo.
Il periodo più lungo di celebrazioni religiose è osservato per celebrare Idul Fitri islamico che commemora la fine del mese santo del Ramadan.
L’enfasi posta sulle feste religiose è la continuazione del sostegno ufficiale del governo per la diversità religiosa che è custodita nell’ideologia dello stato nota come Pancasila.
Ma sebbene la costituzione indonesiana proclami la libertà di religiosa per i suoi cittadini, l’applicazione delle politiche religiose del governo può talvolta essere usata per conferire poteri politici e privilegi ad alcuni gruppi che in genere sono musulmani.
Cosa c’è in un nome?
Nelle comunicazioni ufficiali del governo indonesiano si è usato per decenni largamente il termine Isa al-Masih per adeguarsi alla popolazione in maggioranza musulmana che conoscono il termine arabo usato nel Corano.
Per esempio, il termine apparve nella creazione delle festività nazionali nella determina governativa 2 del 1946 e da allora è stato poi usato di continuo. Persino l’ultimo decreto 855 del 2023 che specifica le festività nazionali per il 2024 ha usato il termine Isa al-Mashid invece di Yesus Kristus.
La conferenza Episcopale dell’Indonesia KWI che comprende i capi religiosi della comunità cattolica, ha espresso il proprio apprezzamento per il cambio di nome annunciato a settembre. Per la minoranza cristiana indonesiana, la decisione armonizza la terminologia nazionale per le festività religiose con le parole che usano nelle preghiere e nelle celebrazioni religiose.
Non sono tutti contenti
Il termine Yesus Kristus però non andrà giù ai gruppi conservatori islamici che preferiscono la terminologia coranica in cui secondo loro si riconosce Gesù come un profeta piuttosto che come l’incarnazione di Dio.
Per esempio gruppi conservatori come FPI, fronte dei difensori dell’Islam, ora vietato, espressero in passato la loro opposizione al cambiamento.
Lo stesso ministro Yaqut andò incontro all’opposizione per aver usato il termine Yesus Kristus nel 2021 perché secondo i critici non era riuscito a mantenere la neutralità agli occhi dei musulmani e perché non comprendeva il significato storico delle convenzioni in essere sui nomi.
Queste divisioni linguistiche non appartengono solo all’Indonesia. Simili scontri si hanno in Malesia dove i gruppi islamici attaccano i cristiani per il fatto di usare il termine Allah che per alcuni apparterrebbe solo ai musulmani.
Le sfide della regolamentazione della religione
La contestazione non si limita al nome da dare alle festività religione visto che le minoranze religiose hanno anche altri ostacoli quali l’ottenimento di permessi per costruire i propri siti religiosi in alcune parti dell’arcipelago.
Lo studio di Alfred Stepan sul pluralismo mostra che l’autorità religiosa in Indonesia resta nel dominio del governo, nel Ministero degli Affari Religiosi, più nello specifico.
Non si può negare che, poiché il ministero è dominato da gruppi musulmani, il ministero e le sue politiche spesso riflettono le prospettive islamiche. Sebbene la costituzione garantisca la libertà di religiose, le minoranze religiose devono ancora vivere all’interno dei parametri fissati dal ministero.
Questa decisione di cambiare il nome delle festività religiose la si può considerare come un progetto di successo di moderazione religiosa da parte del ministero che prova ad accomodare al meglio le espressioni pacifiche differenti di fede praticate dalle sei religioni ufficiali in Indonesia.
Sarà celebrata dai cristiani e da tutti gli indonesiani che credono nella moderazione religiosa e nel rafforzamento del dialogo multiconfessionale.
Muhammad Ahalla Tsauro e Rezza Prasetyo Setiawan IAM