Il presidente Noynoy ha ordinato che le accuse di detenzione di esplosivo e di armi contro Morong 43 siano lasciate decadere in quanto non sono state garantite le condizioni del rispetto dei diritti umani e di un giusto processo. Questo ordine deve essere approvato dalla corte prima, ma non ci dovrebbero essere problemi in quanto è stato fatto in accordo con le forze armate e la polizia e non ci dovrebbero essere opposizioni, ordine che è stato emanato durante il discorso al Palazzo Presidenziale nel giorno di celebrazione dei diritti umani.
“Il personale medico dei Morong 43 era stato arrestato negli ultimi giorni dell’amministrazione Arroyo col sospetto di essere dei fiancheggiatori dell’insorgenza del NPA. Queste sono preoccupazioni valide. Ma riconosciamo anche che il loro diritto ad un processo dovuto è stato loro negato. Per un governo che si basa sul governo secondo la legge, questo non può essere accettato. Perciò ho ordinato al Ministero della Giustizia di ritirare l’informativa posta dinanzi alla corte”
Si spera che per Natale i 43 detenuti di Morong 43 saranno fuori del carcere.
Da parte loro, le forze armate hanno dichiarato: “che seguiranno il governo secondo la legge e si inchinano di fronte al sistema giudiziario e al Nostro Comandante in Capo. E’ nostro dovere di sottometterci alla decisione delle autorità. Le forze armate fecero il loro dovere in una operazione interna legittima durante l’arresto dei cosiddetti Morong 43 mentre assistevano la Polizia Nazionale Filippina. Se il processo non si fa più per aspetti tecnici o su basi che non sussistono più, questo non toglie il fatto che vari sospettati furono arrestati per possesso illegale di armi ed esplosivi. Sappiamo inoltre che 5 degli arrestati si sono dichiarati membri del movimento clandestino si sono avvalsi del Social Integration Program.”
Da più parti invece, si pensa che molte delle prove per l’arreso dei 43 erano state messe su dai militari stessi e che nessuna prova evidente era stata apportata per convalidare gli arresti. Ricordiamo inoltre che i militari più volte si sono rifiutati di portare di fronte alla corte civile gli arrestati che sono stati costretti così ad uno sciopero della fame che, secondo vari militanti, ha dato così i suoi frutti.
Il ministro della giustizia, De Lima, già presidente della Commissione nazionale sui diritti umani che già conosceva il problema dei Morong 43, ha dato la spiegazione su quanto successo.
Di certo, l’iniziaitiva che riporta in vita i negoziati di pace di febbraio 2011 può aver favorito questa decisione del Presidente Aquino, ma ci sono altre considerazioni da fare.
“Bene, oggi è il giorno internazionale dei diritti umani, l’anniversario della Dichiarazione. Non poteva essere un momento migliore di questo per fare un simile annuncio. Inoltre c’è stato un gran clamore interno ed internazionale da parte dei gruppi dei diritti umani nel mondo affinché fossero rilasciati i 43.”
Secondo la De Lima c’è stato una discussione sugli aspetti degli interessi nazionali e della sicurezza che ha chiesto del tempo.
“Dovevamo convincere i militari che questo è negli interessi nazionali e per il bene comune.. non è stato facile specie perché i militari ritenevano che l’intervento era parte di interessi nazionali di sicurezza… Alla fine hanno dovuto ammettere che c’erano stati degli errori nel processo. …Non era affatto paura, ma rispetto. Si deve accordare ai militari il dovuto rispetto specie ora che sono sotto un differente comando ed un differente ministero della difesa.”
Dal canto loro, i militari senza ammettere che c’erano parecchie cose che non andavano nell’arresto dei 43 sospettati, considerano l’ordine di Aquino come “una misura che serve a costruire una migliore atmosfera per i prossimi negoziati di pace…. E’ stato un piccolo contrattempo. La consideriamo come una lezione da imparare per non ripetere più gli stessi errori che possiamo aver compiuto in questo caso.”
“Molti hanno fatto richiesta a gran voce di un governo che sia affidabile e trasparente nella sua azione, e staimo facendo di passi importanti in questa direzione. Chiunque violi i diritti umani sarà ritenuto responsabile per le proprie azioni e lo stato proteggerà, con ferma intenzione, i diritti di tutti i cittadini….. La cultura del silenzio, dell’ingiustizia e dell’impunità che un tempo ha regnato è ora cosa del passato.”
In questo quadro rientra anche un’altra cosa annunciata da Aquino.
“Oggi il ministro della giustizia, Leila de Lima, firmerà il decreto che istituisce una task force del Ministero che rivedrà tutti i casi denunciati e irrisolti di omicidi extragiudiziali e di scomparse forzate al fine di raccomandare misure per indagini reali e veloci e indagini dei casi. Inoltre questa task force ha avuto il compito di accelerare la risoluzione dei casi con prove evidenti e le indagini nuove necessarie per riaprire i casi vecchi.”
Nella stessa occasione è stata firmata l’implementazione della legge contro la tortura, visto come un atto necessario perché le Filippine siano all’altezza di quanto promesso.”
“In contrasto con l’era oscura che un tempo ci ha avvolto, ora facciamo in modo che il nostro obbligo verso questi trattati non rimanga una promessa sulla carta perché per la prima volta in un decennio abbiamo un governo che è serio sulla questione dei diritti umani.”