Per lunedì 26 agosto è prevista una grandiosa manifestazione di massa a Quirino Grandstand a Manila in cui si attendono un milione di persone per chiedere l’abolizione del sistema del Pork Barrel considerato il sistema non solo di accaparramento a scopo personale di fondi pubblici da parte dei rappresentanti istituzionale, ma anche un sistema di generazione di consenso e di finanziamento delle relazioni politiche, quello che chiamano il sistema del patronato.
La manifestazione è stata organizzata su Facebook da un gruppo di persone ed ha raccolto l’adesione di tantissima gente da costringere tanti senatori e deputati a chiedere l’abolizione del sistema. Tra i tanti c’è anche Jack Ponce Enrile, l’ex presidente del Senato nonché uno dei principali benefattori del sistema che ha raggiunto il massimo della corruzione sotto il governo Arroyo.
Lo stesso Aquino all’inizio del movimento ha assunto una posizione di difesa del sistema, attaccando soltanto il cattivo uso e la mancanza di controlli. Il sistema del Pork Barrel, così com’è, è bacato e necessita di forme di controllo e di responsabilità, nonché di verifica dei recettori finali. Infatti per il 2013 l’amministrazione ha già predisposto un diverso sistema di diffusione, affidando alle strutture statali e regionali la gestione pratica dei fondi.
Ma sotto accusa sono anche tanti altri fondi usati discrezionalmente dall’amministrazione Aquino stessa e che fanno parte del Pork Barrel ma non sono solo il PDAF. La gente vuol sapere non solo quello che è successo dal 2007 al 2009 ma anche quello che accade ora.
Successivamente sull’onda della protesta che monta, sostenuta anche da vari esponenti della chiesa cattolica filippina, che deve aver dimenticato lo scandalo dei vescovi finanziati dal governo Arroyo ma che non ha ancora dimenticato la battaglia contro la legge per la salute riproduttiva, la posizione di Aquino e del suo governo è cambiata, generando anche un certo grado di confusione sui reali obiettivi della sua amministrazione.
Quello che Aquino propone per il PDAF è che i parlamentari propongono i vari progetti per il loro bacino elettorale o per il settore che rappresentano nella camera bassa. I progetti, che devono solo riguardare certi campi devono essere approvati dalle camere ed inseriti nel piano finanziario annuale, come lista di opere da finanziarie.
Prima del rilascio dei fondi saranno richiesti e verificati i progetti che non potranno più essere affidati a ONG fantasma. Inoltre Aquino ha detto che sarà perseguito secondo la legge chi ha fatto cattivo uso dei fondi o se ne è appropriato.
Nel frattempo però Janet Napoles che ha ideato molto bene il sistema di corruzione, definito disgustoso dal presidente della Corte dei Conti Filippina, è sfuggita agli arresti grazie alle soffiate giunte da qualche parte tra polizia e ministero. Ed anche tra i parlamentari ci sono anche molti che si lamentano e scalciano perché non potranno, almeno così è la promessa di Aquino, utilizzare quei fondi direttamente.
Un commentatore politico filippino Randy David scrive:
“I nostri politici, non solo Noynoy, sono preparati ad abbandonare il PDAF forfettario, ma vogliono mantenere la prerogativa di raccomandare progetti che non possono essere finanziati localmente dal sistema locale di tasse. La differenza tra le pratiche del passato sta nei controlli più stringenti sottolineati dal ministero delle finanze. Tra le altre cose i progetti devono entrare in una ben precisa lista determinata dal piano finanziario annuale…. Tutti i progetti devono passare attraverso il sistema normale degli appalti.
Mi dispiace che per una volta Noynoy non ha saputo leggere il segno dei tempi sottostimando la reazione pubblica allo scandalo del Pork barrel. L’indignazione si è evoluta rapidamente guadagnando forza con ogni singola rivelazione del modo sfrontato in cui milioni dollari dei fondi pubblici sono stati rubati e dai ricordi dei passati tradimenti da parte di ufficiali pubblici che non rispondevano ad alcuna responsabilità.
Qui si sta avendo un altro tipo di EDSA perché è guidato da un contatto emotivo diffuso, messo in giro e sostenuto dai media sociali. E’ lo stesso spirito che ha alimentato le varie forme di “occupy” in tutto il mondo, in società così tanto diverse tra loro.
Qui, nel nostro paese credo che la rabbia non è diretta tanto contro una persona in particolare, ma contro un intero sistema, un modo di fare le cose, che permette ai rappresentanti eletti di arricchirsi al potere, mentre assicurano il proprio monopolio e quello dei loro familiari sul potere attraverso atti di patronato. E’ un sistema che si nutre sulla povertà e sull’impotenza di tanti, e che corrompe ogni singola moderna istituzione che si mette in mezzo all’agenda personalistica di quelli al potere.
Il sistema va al di là del Congresso e della presidenza. Ma fino al più lontano e basso barangay (l’unità amministrativa più semplice, NdT) dove gli assessori commerciano il proprio dovere in nome del bene comune per la propria fetta di torta del pork barrel locale. Ci si chiede quanti barangay si prendono il fastidio di convocare le assemblee locali come richiesto dalla legge. Quanti consigli di sviluppo presso tutte le unità amministrative si incontrano regolarmente per discutere piani concreti per le loro comunità? Quanti parlamentari hanno consultazioni regolari con i loro elettori? Da rappresentanti del popolo, hanno il dovere di partecipare agli incontri consiliari nei distretti per ascoltare i problemi e i progetti per la loro zona. Quanti prendono questa funzione con serietà?
Noynoy Aquino insiste che i legislatori devono poter mantenere il privilegio di proporre progetti localmente. Perché? E’ qualcosa che i governi locali non possono fare? Credevo fosse questa l’idea dietro il nuovo sistema di finanza dal basso attualmente esplorata in alcune zone. Chiaramente il “nuovo meccanismo” che il presidente ha in mente è ancora un pork barrel sebbene uno aggiustato. E’ ancora il bisogno di accomodare i bisogni dei legislatori come patroni poiché molti non hanno nulla da mostrare secondo il comportamento parlamentare.
“Se il suo piccolo discorso sul pork barrel fosse stato al centro del suo messaggio alla nazione, avrebbe inviato sicuramente ondate di sgomento in tutto il sistema politico. Sarebbe stato salutato come un atto di coraggio morale e di esempio fulgido di capo di stato moderno. Avrebbe favorito uno spostamento di paradigma nella pratica politica del paese.
Dato un mese dopo, lo stesso messaggio è stato percepito come un tentativo maldestro di placare la rabbia pubblica e di evitare la crisi politica in evoluzione. Per alcuni è giunto come un esempio di doppiezza, indegna di un presidente da cui ci si attende tanto. Ad essere giusti, non dovremmo perdere la traccia del coraggio che contiene, insufficiente come cura per la malattia di fondo della nazione.”