A quattro giorni dopo l’incontro di Tokyo tra il Presidente Benigno Aquino e i capi dei ribelli del Fronte di Liberazione Islamico Moro (MILF), il gruppo separatista principale filippino, sono scoppiati una serie di scontri armati tra il gruppo ribelle ed una sua fazione nelle Filippine Meridionali, che hanno ucciso 14 persone e cacciato dalle case migliaia di persone.
La violenza ha raffreddato gli entusiasmi sollevati dall’incontro segreto del 4 agosto tra Aquino e Murad, il presidente del MILF. E’ stato un incontro significativo poiché è una cosa rara che un capo di stato filippino incontri un capo di un gruppo ribelle prima di sottoscrivere un accordo di pace ufficiale. Hanno parlato per quasi due ore in un hotel vicino l’aeroporto di Narita in Giappone dando una spinta importante al processo di pace finora in fase di stallo. Secondo le fonti ufficiali è stato Aquino a cercare il colloquio.
Gli scontri hanno senza dubbio lasciato pochi dubbi tra i filippini che il conflitti a Mindanao sarà risolto facilmente. Ora più di prima, dicono gli analisti, il governo ha bisogno di dimostrare una volontà di offrire una soluzione sincera e comprensiva, anche solo per evitare il ripetersi nei negoziati precedenti in cui le iniziative di pace erano minate dalle fazioni. Infatti il MILF nacque da una rottura interna quando i ribelli guidati da Hashmin Salamat ruppero col MNLF nel 1997.
“Gli scontri degli ultimi giorni sottolineano la natura molto delicata di questo intero processo” ha detto Julkipli Wadi, decano dell’Istituto di Studi Islamici dell’Università delle Filippine. “Il governo dovrebbe prendere questa materia molto seriamente. Qualunque accordo che uscirà dai negoziati di pace dovrebbe essere comprensivo Altrimenti i ribelli torneranno al separatismo. E chi era contro il MILF potrebbe riunirsi e formare un nuovo gruppo ribelle” ha detto Wadi.
Nel giorno in cui sono ripartiti i colloqui formali di pace a Kuala Lumpur, il gruppo di pace del governo ha presentato la propria proposta alla bozza di “accordo complessivo” presentata dal MILF. Il negoziatore capo, Leonen, ha detto che la proposta del governo conterrà la formula di una pace comprensiva e duratura a Mindanao e proverà a cambiare l’impressione storica tra i Filippini Musulmani, molti dei quali hanno lamentato di essere stati marginalizzati e cacciati dal governo centrale dominato dai cristiani a Manila.
Nel suo discorso di apertura dei negoziati, Leonen ha descritto la contro proposta del governo come un “lavoro in corso” che è “onestamente differente” da quanto proposto dal MILF (quella di un substato con due senatori del substato nel senato filippino). “Preferisco che le proposte siano differenti: onestamente differenti. Solo allora i problemi che davvero stanno al cuore ad entrambi possono trovare più spazio ai tavoli del negoziato. Entrambi siamo d’accordo che l’implementazione debba avvenire in questa amministrazione e a fare un percorso spedito.”
Negli scontri ultimi le forze del MILF lottavano contro ex membri che ruppero dopo che i capi del MILF firmarono un precedente accordo, Memorandum of Agreement on Ancestral Domain, che avrebbe aperto la strada ad un patto finale sul conflitto. Questa fazione si opponeva all’accordo dicendo che tradiva l’aspirazione di sempre del gruppo di uno stato separato per i Filippini Musulmani. Il MILF stava facendo una guerra di secessione sin dal 1977 ma sin dalla fine degli anni 90 è stato aperto ad una sistemazione politica negoziata col governo.
Che l’incontro tra Aquino e Murad sia avvenuto il 4 agosto non è una coincidenza. Fu il 4 agosto del 2008 che la Suprema Corte filippina in modo controverso emise una sentenza restrittiva sul Memorandum ancora da firmare e in seguito decise che i termini dell’accordo violavano la Costituzione. L’annullamento sollevò molte grida da parte del MILF e molte lodi da parte dei nazionalisti che temevano uno smembramento della repubblica. Dopo l’iniziale legislazione della Corte Suprema scoppiarono subito nuovi scontri armati tra le truppe e il MILF che portarono a 300 morti e 600 mila persone cacciate dalle case.
La soluzione del Sub Stato
Il capo del gruppo di pace del MILF, Iqbal, in un’intervista telefonica ha detto la scorsa settimana che l’incontro di Tokyi finora è stato il passo più significativo intrapreso da entrambe le parti: “Vuol dire che i due capi sono davvero intenzionati a continuare i negoziati.” La nuova proposta del MILF “Patto comprensivo”, per la prima volta messa in giro nel settembre 2010, mira a creare un sub stato per i filippini musulmani Moro. In modo simile agli stati federali come gli USA, il substato proposto avrebbe un largo grado di autonomia ma lascerebbe a Manila la difesa nazionale e gli affari esteri, tra le altre aree controllate centralmente.
Un Sub stato, secondo Iqbal, non sarebbe differente da uno stato federale ma diversamente dall’altro accodo col governo col MNLF, le cui forze erano integrate nel governo principale, il MILF insisterà su “una relazione uguale” col governo dove controlla il suo proprio territorio e gestisce i propri affari.
La sola questione è ora come assicurarsi che questa soluzione non incontri quella dell’annullamento come il MOA. Non sembra esserci dibattito sul fatto che la sola via per creare legalmente il substato proposto dal MILF sia attraverso un emendamento della Costituzione. Nel riconoscere la sincerità di Aquino, il MILF è ancora scettico abbia la volontà politica di iniziare un tale emendamento che è stato così impopolare con i gruppi nazionalistici del passato.
Benché il partito del presidente controlli una maggioranza nel Congresso, non ha fatto uno sforzo determinato per spingere per i necessari emendamenti della costituzione per spianare la via legale alla proposta del substato.
“Il problema col governo Filippino, a cominciare da quello guidato dalla madre del presidente, è che considerano la costituzione come una cosa sacra.” ha detto Iqbal, riferendosi a Corazon Aquino, il cui governo rivoluzionario dopo la caduta di Marcos scrisse la bozza della costituzione attuale.
Gli esperti legali hanno anche i loro dubbi. La proposta del sub stato “appare un rimaneggiamento del MOA che fu annullato, che è quindi destinato a violare la costituzione attuale” dice Harry Roque, docente di diritto costituzionale alla UP.
“Il presidente ha il capitale politico, la popolarità e il peso per spingere per un emendamento” dice Wadi. “Ma non siamo sicuri che il presidente voglia intraprendere il percorso forse per ricordo della madre.” Ma come ha mostrato l’incontro di Tokyo è stato lui a fare il primo passo per la pace. Spero che voglia seguire con un altro passo e poi un altro”.
Da parte sua Bong Montesa, già legale del gruppo di pace della passata amministrazione Arroyo, crede che “non ci sia una sostanziale differenza tra la proposta del MILF e i MOA e altri accordi simili. Tutto deriva da un modo di vedere qual’è il problema e come può essere risolto. Per il MILF, e sono stati abbastanza affidabili, il problema è politico – l’incorporazione illegale ed ingiusta della gente Moro nello stato filippino. La soluzione perciò è anche politica- l’esercizio dell’autodeterminazione della popolazione Moro.”
Montesa ha definito la strategia del MILF “di gradualismo politico e pragmatismo” Mentre le proposte possano cambiare in qualche dettaglio col tempo, il fine è sempre stato lo stesso: un accordo politico che riscriva fondamentalmente la relazione attuale tra la popolazione Filippina e la popolazione Moro” ha detto Montesa.
E’ troppo presto per dire se questi sviluppi scriveranno la parola fine al conflitto decennale a Mindanao come ha chiarito la ribellione dei combattenti del MILF contro un precedente accordo ha reso chiaro. Ed è probabilmente troppo presto nei negoziati per dire di sicuro che il MILF ha definitivamente abbandonato la sua richiesta di uno stato Moro separato.
“Quello che non è separatista è la bozza offerta al governo, Indipendenza resta comunque per essere parte delle loro opzioni” ha predetto il già negoziatore Montesa. “Essere separatisti o no non è una scelta bloccata nel tempo. Il MILF potrebbe bene tornare sui suoi passi e chiedere l’indipendenza se gli attuali negoziati non vanno avanti o le sue basi e i suoi comandanti sul terreno cambiassero opinione.”
Carlos H Conde, Asiatimes
FILIPPINE: Colloqui di pace a Mindanao e la guerriglia maoista
Oggi lunedì 22 agosto riprenderanno i colloqui di pace con il MILF, a Kuala Lumpur, dopo l’incontro importante tra il presidente Aquino e il capo del MILF, Murad, a Tokyo.
In questo incontro ci si aspetta che entrambe le parti portano la propria offerta; da una parte il MILF che chiede un sub stato all’interno della repubblica filippina rinunciando alla separazione. Secondo molti questa è ancora una vecchia idea che fu già bocciata dalla Corte Suprema nel 2008.
Da parte sua il governo filippino farà la sua controproposta e porrà il problema della dissidenza del comandante Kato che, con una forza di almeno 300 uomini, rifiuta l’idea della rinuncia ad una repubblica indipendente e sta creando una guerra interna alle forze dell’insorgenza, dando così qualche grattacapo alche alla presidenza di Noynoy.
Kato ha rigettato i colloqui tra Aquino e Murad e richiede l’indipendenza di Mindanao dalla repubblica filippina.
Quindi il problema della dissidenza rappresenterà uno dei punti focali da affrontare sia per il MILF che per il Governo per poter raggiungere un accordo di pace. Il comandante Kato è stato nel 2008 uno dei più feroci comandanti nella guerra che si è scatenata all’indomani della bocciatura dei trattati di pace, quando almeno 400 persone morirono e ci furono 750 mila di sfollati.
Benché siano tante le speranze accese dopo l’incontro tra Aquino e Murad, con il 59 % delle persone in Mindanao che hanno alte aspettative di pace da questi colloqui, i problemi sul tappeto sono anch’essi tanti. La presidente dell’Ufficio del Presidente per i colloqui di pace a Mindanao ha ribadito che il presidente non vuole firmare nulla che sia fuori del quadro costituzionale attuale e che non sia reso pubblico. La proposta del MILF è una proposta, non il quadro di riferimento, e che il governo ha la sua proposta da fare tenendo conto che esiste una Regione Autonoma di Mindanao Musulmana che potrebbe essere ancora migliorata.
“Il governo non vuole trattare con un documento che non potrebbe essere implementato. Dobbiamo negoziare all’interno dei limiti della Costituzione e di tutte le sue flessibilità, e imparare dal passato che gli accordi futuri devono essere trasparenti e trasmessi…L’incontro tra il presidente e Murad è stata una misura per creare fiducia e consolidare gli sforzi sui tanto dilazionati colloqui di pace, tanto che Aquino ha voluto che Murad conosca la reale situazione sul terreno”
“L’amministrazione attuale vuole altresì enfatizzare che questa è una situazione differente dalla precedente amministrazione nel trattare tali argomenti” dice la Deles riferendosi al Memorandum di Pace bocciato dall’alta corte e rigettato da vari settori della società per la mancanza di consultazioni e per le tante cose in ombra nascoste nella proposta.
A completare il quadro va detto che esistono sul tappeto varie situazioni che il governo deve guardare: la defezione del comandante Kato, le problematiche sollevate dal MNLF, una vecchia fazione dei Moro Musulmani e il modo di fare un accordo di pace che metta insieme il MLF e il MNLF (da cui il MILF si separò dopo gli accordi di Tripoli del 1996)
Che il momento sia propizio, è una cosa chiara a tanti, e l’ambasciatore giapponese che ha favorito l’incontro tra Aquino e Murad a Tokio lo ha ribadito:
“Abbiamo avuto delle lezioni molto dure nell’ultima guerra, 66 anni fa. Se guardate alle nostre azioni e comportamenti, lavoriamo per la pace e così abbiamo offerto il nostro luogo per l’incontro tra Aquino e Murad:”
Murad da parte sua in una dichiarazione ha detto “di essere stato consigliato dall’ambasciatore giapponese di afferrare il momento messo in modo dall’incontro di Tokio. E’ stato una rottura significativa, un progresso e uno sviluppo epocale per la pace tra il Governo delle Filippine e il MILF….. Pe noi nel comando del MILF vogliamo risolvere il problema durante il nostro tempo”
Insorgenza maoista e l’incontro di Tokyo
Sull’altro caso di insorgenza, quella del partito comunista filippino (CCP -NDF-NPA), la situazione è molto più complessa e per niente rosea nel futuro. NDF ha chiesto al governo di considerare un accordo di tregua ed “un’alleanza” basata su Accordo conciso di 10 punti per una pace immediata e giusta, proposta fatta nel 2005 alla passata amministrazione e rifiutata.
Il negoziatore del Governo, Alex Padilla, ha rigettato la proposta dicendo che quella bozza del 2005 significava una capitolazione del governo al partito comunista delle Filippine.
“Quella non è una proposta di tregua ed alleanza” ha dichiarato Padilla. E’ una proposta di capitolazione del governo. Non saremo d’accordo ad un governo di coalizione. E’ un’affermazione ingannevole.”
Da parte sua il negoziatore del NDF, Agcaoili, ha chiesto al governo di considerare la sua proposta per un giro di negoziati il prossimo mese a Oslo (la Norvegia è la nazione facilitatrice): “Il governo deve esercitare una forte volontà politica nell’affrontare le radici del conflitto armato e deve voler portare avanti le riforme fondamentali sociali, economiche e politiche”
Padilla invece ha dichiarato che prima che possano procedere dei formali colloqui è necessario che gli incontri bilaterali sul Accordo comprensivo sulle riforme sociali ed economiche siano portate a termine, accusando l’NDF di spingere per dei colloqui formali per poter richiedere il rilascio di altri detenuti politici dell’NPA: “C’è un disegno e il loro primo problema è il rilascio dei ribelli de NPA. E’ loro errore se i colloqui sono stati spostati e la palla quindi è tornata a loro. C’è un limite nell’avvantaggiarsi. Ci credono stupidi. Non prendiamo in giro la gente. Dicono di volere la pace ma realmente tutto quello che vogliono è il rilascio dei loro compagni arrestati”.
Il governo, secondo Padilla, ha rilasciato cinque capi degli insorgenti mentre NPA ha continuato i propri attacchi con il sequestro di alcune guardie carcerarie che la guerriglia tratta come prigionieri di guerra. Ha inoltre sequestrato il sindaco di un paese a cui NPA sta facendo un processo.
“Non possiamo fare più concessioni sostanziali senza qualcosa di sostanziale da parte loro, e la cosa sostanziale è di riprendere i colloqui sull’accordo comprensivo senza altre precondizioni. La palla è ora nel loro cortile.”