Le indagini sullo scandalo del Pork Barrel, o PDAF, le somme assegnate a senatori e deputati sulla base di progetti introdotti destinate alle comunità. Hanno raggiunto una prima fase importante.
Il Dipartimento di Giustizia ha inviato alla Corte dell’Ombudsman, che è titolare delle inchieste contro persone elette e pubbliche, la richiesta di incriminazione per appropriazione indebita nei confronti di molti politici filippini, tra i quali i più noti sono Juan Ponce Enrile, ex presidente del Senato filippino, Jinggoy Estrada e Ramon Revilla Jr unitamente all’imprenditrice Janet Lim-Napoles già agli arresti.
Tutti quanti avrebbero ricevuto dalla Napoles sotto forma di ritorni, commissioni e rimborsi cifre ingenti altrimenti destinate a progetti fasulli, esistenti solo sulla carta commissionati a ONG fantasma legati alla Napoles. Enrile, Revilla ed Estrada avrebbero intascato svariati milioni di euro.
Le indagini sono partite dalle dichiarazioni di vari pentiti che hanno lavorato in passato con la Napoles su cui poi il dipartimento di Giustizia ha fatto i necessari riscontri. Il primo pentito è Benhur Luy, tenuto in stato di “prigionia” dalla Napoles per impedirgli di parlare. Dall’arresto della Napoles poi le indagini hanno preso il volo.
In totale sarebbero 38 le persone nominate nelle denunce penali e 22 sono accusati per appropriazione indebita. Tra i meno noti ci sono l’attuale governatore di Masbate e un altro ex deputato, Edgar Valdez, accusati di aver rubato la prima 2 milioni di euro e il secondo 1 milione di euro, attraverso l’impiego di ONG fantasma e fondazioni di dubbia utilità.
Altri tre deputati sono stati accusati di malversazione di fondi pubblici, corruzione diretta perché la somma relativa all’appropriazione indebita non raggiungeva una soglia limite.
Oltre ai diretti politici, sono stati individuati anche i capi del gruppo di lavoro dei vari politici.
Ad essere accusati sono anche i presidenti di queste ONG fantasma della Napoles, dieci rappresentanti ufficiali ed impiegati della National Agribusiness Corp, National Livelihood Development corp e Technology Resource Center.
Le accuse sono state formulate sulla base delle indagini dell’Ufficio Nazionale delle Indagini a disposizione del ministero della giustizia, guidato dalla De Lima, che conteneva anche il rapporto della Corte Dei Conti filippina. In totale i politici avrebbero ricevuto dal 40 al 60% della somma impiegata nel PDAF o Pork Barrel.
Il senatore Antonio Trillanes IV commentando le accuse di appropriazione indebita contro i suoi colleghi ha detto che non ci sono santuari sotto l’amministrazione Aquino, contrastando così la percezione di molti che Aquino sia stato almeno accondiscendente con l’andazzo perché sostenitore dell’utilità del Pork Barrel dove correttamente usato senza appropriazioni indebite.
Varie foto sono comparse su internet dove si ritraeva Aquino in presenza della famiglia Napoles: molte di queste foto sono state rilasciate direttamente dal palazzo presidenziale. Mentre le manifestazioni pubbliche contro il PDAF e le somme discrezionali dell’Amministrazione continuano nel paese, si leva alta la richiesta di stralciare dalla finanziaria le somme discrezionali. Il vice presidente Binay, in vista delle elezioni presidenziali del 2016 in cui si candiderà a presidente, ha già detto che rinuncia a tali somme. Molti senatori nuovi e altri politici si sono espressi in tal senso. Ufficialmente per il 2014 il PDAF è stato abolito nelle forme come attuate finora.
Nel frattempo la corte dell’Ombudsman prova ad evitare il processo mediatico. “Si ritiene prudente non discutere il merito del processo in questa fase, evitare ogni parzialità o pregiudizio e mantener la confidenzialità del procedimento. Affermazioni o dichiarazioni che potrebbero portare fuori prematuramente le notizie potrebbero pregiudicare il processo e minare persino la sicurezza di possibili testimoni”. La corte ora dovrà valutare se fare indagini preliminari o accertare ulteriori dati nel cui processo sarà assistita da una task force ufficiale.
Il ministro De Lima ha definito storico l’accusa contro i politici. “Pensavamo che non ce l’avremmo fatta all’inizio. Ma eccoci qui. Il Signore ci ha mostrato la strada. Pensavamo che sarebbe stato difficile trovare le prove materiali (per sostenere le dichiarazione dei vari pentiti) ma ora ne abbiamo abbastanza con molte dichiarazione di testimoni.” definendo poi i pentiti ed il loro avvocato degli “eroi”.
Nel frattempo l’Ufficio di Immigrazione attende istruzioni per impedire che qualcuno di questi possa scappare all’estero e metterli nella lista di osservazione. Una persona inserita in tale lista per viaggiar all’estero deve esibire l’autorizzazione del tribunale.
Le risposte degli indagati sono state varie. Enrile, dopo aver detto che finalmente si potrà difendere davanti alla corte, è stato ricoverato all’Ospedale di Makati per difficoltà ad urinare, pressione alta e calcoli. Una riedizione degli arresti della Macapagal Arroyo?
“Biasimo il comportamento del ministero della giustizia per aver lanciato queste accuse dopo un’indagine parziale, incompleta ed ingiusta. Fatemi chiarire che sono innocente delle accuse rivoltemi contro.” ha detto Enrile prima di andare in ospedale.
Estrada, figlio dell’ex presidente Estrada, invece sembra rilassato e nega le accuse. “Non lascerò il paese. Se dovessi farlo tornerò per affrontare le accuse”.
Revilla ha semplicemente definito le accuse un lavoro di demolizione, ovviamente da parte dell’amministrazione a cui si oppone.