FILIPPINE: Il massacro di Jabidah e la Bangsamoro

Dove sono finiti quei giovani uomini e quelle giovani donne, 44 anni dopo che il massacro di Jabidah innescò una rivoluzione per liberare la madre patria Bangsamoro?

Mentre vanno ancora avanti i colloqui di pace tra il MILF, Fronte di Liberazione Islamica Moro, e il Governo Filippino, in una situazione da alcuna definita di stallo, proviamo a dare alcune traduzioni di articoli che possano farci capire le ragioni di un conflitto che ha quasi 50 anni, le cui radici però vanno molto più in là nel tempo.

regione autonoma di mindanao

L’isola di Mindanao non fu mai conquistata dai colonialisti spagnoli, ma fu conquistata invece dai colonialisti statunitensi agli inizi del 1900 ed incorporata totalmente nella repubblica filippina uscita dalla seconda guerra mondiale.

Ricca di risorse con una popolazione piccola, divenne ben presto il luogo dove inviare l’eccesso di popolazione delle altre isole e illuderle di scappare così la povertà cronica dell’arcipelago.

Come anche successo nel vicino arcipelago indonesiano, la pressione della popolazione sulle risorse, il cattivo governo e l’uso della divisione religiosa creano nelle Filippine un conflitto che ha nel massacro di Jabidah del 18 marzo 1968 l’inizio della lotta armata per l’autonomia e l’autodeterminazione.

Dopo 44 anni di guerra, di morti, di speranze nate e cadute per una pace duratura, la speranza è rinata con la nomina a Presidente di Noynoy Aquino e con lo storico incontro in Giappone tra il leader del MILF e lo stesso Aquino. Speriamo che si possa trovare il modo di firmare un accordo di pace duraturo al più presto. Presentiamo qui un articolo tratto da Mindanews.com . Altri ne seguiranno nel prossimo futuro.

massacro di Jabidah

Dove sono finiti tutti quei giovani uomini e giovani donne, a 44 anni dalla strage di Jebidah? di Carolyn O. Arguillas

Dove sono finiti quei giovani uomini e quelle giovani donne, 44 anni dopo che il massacro di Jabidah innescò una rivoluzione per liberare la madre patria Bangsamoro?

Molti sono morti, alcuni sono entranti nel governo per andarsene scontenti. Altri si sono uniti al governo e hanno fatto tanto male quanto i capi che criticarono.

Altri sono rimasti dei rivoluzionari e all’età di 60 o 70 anni continuano a lottare per le stesse ragioni per cui iniziarono 44 anni fa, tra le quali di essere riconosciuti avere una distinta identità Moro e di avere un autogoverno sotto un sistema ideato dalla comunità Bangsamoro stessa.

Nella loro giovinezza proclamarono “Vittoria o Morte”. Ma una risoluzione della Organizzazione della conferenza islamica (OIC) del 1974 non sostenne la loro richiesta costringendoli a scegliere invece l’autonomia.

Parlando di questa risoluzione alcuni anni dopo, Nur Misuari, capo del MNLF (Fronte di liberazione nazionale Moro) la definì come “una pillola amara da ingerire” per evitare il rischio dell’isolamento dalla Comunità Islamica.

Quando accadde il massacro di Jabidah il 18 marzo del 1968, Misauri era un giovane professore dell’Università delle Filippine a Diliman che condusse la gioventù Moro in un picchetto di fronte al palazzo del Presidente, dopo che il solo sopravvissuto di quel massacro, Jibin Arula, descrisse quello che accadde nell’isola di Corregidor quel giorno.

Arula era tra i giovani Moro, addestrati dall’esercito filippino, che reclamavano Sabah alla Malesia. Arula morì alla fine del 2009 in un incidente automobilistico, ma della sua morte si seppe solo nel febbraio 2011.

Misauri fondò insieme ad altri il MNLF dopo la strage di Jebidah e riconobbe nel giorno della strage 18 marzo 1968 la data della fondazione del MNLF benché la data esatta resti ancora oscura.

Nel 1973 alcuni mesi dopo la proclamazione della legge marziale, Misauri andò in esilio e raccolse sostegno internazionale per il MNLF essenzialmente nell’OIC dove gli fu dato uno status di osservatore.

Il governo Marcos negoziò la pace con l’assistenza dell’OIC. Fu Misauri a firmare l’accordo di Tripoli del 1976 che assicurava “un’area di autonomia” per 13 province (dodici in Mindano e Palawan) e nove città (otto a Mindano e Puerto Princesa).

Invece di una regione autonoma,Marcos istituì due Governi Autonomi Regionali, RAG, la cui area fu ridotta dopo un plebiscito del 1977. Il MNLF contestò la creazione delle due regioni autonome che finirono per essere autonome solo nel nome, perché i loro capi erano fantocci di Marcos.

Quando Corazon Aquino salì al potere per Potere Popolare nel 1986, incontrò Misauri a settembre di quello stesso anno per parlare di pace.

La Commissione Costituzionale che istituì includeva una clausola nella Costituzione del 1987 che garantire le regioni autonome della Mindano Musulmana e della Cordillera. MNLF boicottò la ratifica della Costituzione, il governo di Cory Aquino continuò i negoziati col MNLF senza però raggiungere l’accordo.

Dopo la ratifica della Costituzione, Aquino creò una Commissione di consultazione Regionale che avrebbe scritto la legge Quadro per la futura l’ARMM che fu istituita dal Congresso con legge RA 6734 e nel plebiscito del 1989, l’area di autonomia del patto di tripoli fu ridotto ulteriormente.

Solo 4 province a maggioranza Moro (Sulu, Tawi Tawi, Maguindanao e Lanao del Sur, votarono compatte per l’inclusione nella ARMM (Regione Autonoma Mindanao Musulmana).

L’amministrazione successiva di Ramos condusse colloqui di pace col MNLF dal 1992 al 1996 e Misauri firmò 2 settembre 1996 ancora un accordo di pace, l’Accordo Finale di Pace per implementare il trattato del 1976 di Tripoli, dove entrambe le parti si accordarono per un meccanismo di implementazione di transizione definito SPCPD che coinvolgeva le aree RAG con lo scopo di allargare l’ARMM.

Ma nel plebiscito del 2001 solo Marawi City e la provincia di Basilan votarono per l’inclusione. La città di Lamitan in seguito divenne parte dell’ARMM quando divenne città nel 2007.

Con l’ingrandirsi delle città e delle nuove province, “l’area dell’autonomia” a cui ci si riferiva nel 1976 ora copre 15 province e 14 città, mentre Mindano ora ha 26 province e 33 città.

In 22 anni di storia del ARMM, i designati del palazzo presidenziali hanno vinto in sei elezioni. Il primo governatore fu Zacaria Candao, membro del gruppo di pace del MNLF come consigliere legale quando Misauri firmò l’accordo del 1976 e che divenne consigliere del MILF.

Altri governatori furono Liningding Pangandaman, ex ambasciatore e sponsorizzato da Ramos, seguito poi dallo stesso Misauri nel 1996.

Arroyo poi nel 2005 nominò Zaldy Ampatuan che fu poi rieletto nel 2008.

Misuaru divenne il governatore del ARMM e fu più a lungo al potere dal settembre 1996 fino al suo arresto nel novembre 2001 a Sabah, il cui mandato fu esteso varie volte perché il Congresso non faceva passare, come stipulato nell’ accordo di pace del 1996, la legge che avrebbe emendato la RA 6734 per espandere l’ARMM.

Misauri fu preso dal suo centro di detenzione in Malesia agli inizi del 2002 e detenuto fino ad Aprile 2008 per ribellione.

Ma anche prima che Misauri cominciasse a governare l’ARMM nel 1996 il governo aveva già cominciato i negoziati di pace col MILF di Salamat Hashim.

A condurre i negoziati per conto dell’Amministrazione Ramos fu Ruben Torres, compagno di università di Misauri e colui che convinse Misuari a diventare governatore di ARMM.

Nel 2000 Torres diceva ai giornalisti che dal momento che il governo nel 1996 stava per firmare un accordo di pace col MNLF, si incontrò col MILF pensando che si sarebbero dichiarati favorevoli a fare parte di quell’accordo.

MILF affermò che ARMM, offerto dal governo a Misauri, non era la risposta.

Non servì a nulla perché il governo di Misuari fu penoso, passando la maggior parte del tempo fuori della ARMM.

Affermava di non avere abbastanza fondi e che doveva aspettare i fondi che giungevano da Manila, oppure che all’estero stava cercando fondi da donatori internazionali.

Hashim, diversamente da Misauri, non presiedette il gruppo di pace. Nel 1997 fu alla fine firmato un cessate il fuoco ed i colloqui di pace furono interrotti tre volte dalla guerra: la guerra totale di Estrada nel 2000, la guerra di Buliok della Arroyo nel 2003 e la guerra che scoppiò dopo che la Corte Suprema bocciò il Memorandum di Accordo sui Domini Ancestrali nel 2008.

Hashim morì nel 2003 per malattia ma la sua morte fu annunciata solo venti giorni dopo seguita dalla nomina di Murad Ibrahim a presidente del MILF.

Quando Noynoy Aquino prese il potere il 30 giugno 2010 ereditò un negoziato di pace irrisolto col MILF, una revisione pendente tripartito tra governo OIC e MNLF sugli accordi di pace del 1996 ed una ARMM guidata da un facente funzioni di governatore di Ansaruddin Alonto Adiong.

Zaldy Ampatuan, governatore eletto nel 2008 in carica fino al 30 settembre 2011, era in carcere per il suo presunto coinvolgimento nel massacro del 23 novembre 2009 di Maguindanao dove morirono 58 persone.

L’amministrazione Aquino si è impegnata per una soluzione duratura del negoziato che non avrebbe lasciato questi problemi alla prossima amministrazione, come hanno fatto le scorse amministrazioni.

La stessa amministrazione determinò di posporre e sincronizzare le elezioni del ARMM con le elezioni intermedie del 13 maggio 2013 e, nel frattempo, il presidente nominò suoi fedeli per “riformare” l’esperimento fallito come si descriveva l’ARMM.

L’amministrazione ha anche convinto MNLF ad essere “un partner importante” nella riforma dell’ARMM “nel contesto della completa implementazione dell’accordo finale di pace del 1996” come sostenuto nell’incontro finale del Ad Hoc Technical Report del GPH MNLF OIC a Solo in Indonesia il 22 giugno 2011.

MNLF, già diviso in varie fazioni, prima nel dopo accordo di Tripoli e dopo nel dopo accordo del 1996, si era aspettato di essere al timone dell’amministrazione guida. Questa volta MNLF riferì a MindaNews di attendersi che qualcuno del MNLF sarebbe stato indicato come Rappresentante incaricato facente governatore.

Ma nessuno di loro è riuscito a far parte della rosa ristretta, anche se Hadja bainon Karon del comitato delle donne Bangsamoro del MNLF è stata nominata vice governatore facente funzione.

L’ARMM che ha ora 22 anni fu governata dal MNLF per nove anni dal 30 settembre 1996 al 30 settembre 2005 con Misauri e Parouk Hussin.

L’amministrazione Ramos si assicurò che Misauri avrebbe vinto le elezioni del 9 settembre 1996. Non ci furono altri concorrenti alle elezioni. Alcuni lasciarono la contesa, mentre un altro scelse il vicegovernatorato.

L’amministrazione Arroyo si assicurò la vittoria di Hussin come pure che Zaldy Ampatuan avrebbe vinto nel 2005 e nel 2008.

Sia Misauri che Hussin imputarono alla struttura dell’ARMM la loro cattiva amministrazione. Non era la regione autonoma per cui avevano combattuto negli accordi di pace del 1976 e nel 1996, così dissero.

Quando la RA 6734, la legge quadro che creò l’ARMM fu emendata dalla legge 9054 nel 2001, il MNLF afferrò che rendeva la regione ancora meno autonoma di quanto già non lo fosse.

Il problema era il mezzo, affermava MNLF. Il governo da parte sua affermava che il problema non era il veicolo ma il conducente.

L’attuale amministrazione di Aquino riconosce che il veicolo ha bisogno di un nuovo conducente anche mentre riconosce che il veicolo ha bisogno di aggiustamenti.

Il MILF, fronte di liberazione islamico Moro, aveva ripetuto che ARMM è “un esperimento fallito” e che c’è bisogno di un nuovo veicolo da affidare ai nuovi conducenti che saranno eletti. E’ il veicolo? E’ il conducente? Cosa si dice dei passeggeri?

L’uomo a cui il presidente Aquino ha affidato il comando di quella che vedeva essere “la ARMM riformata, è un suo alleato del congresso, Mujiv Hataman, un rappresentante di lungo corso del Anak Mindanaw nella camera dei deputati.

Quest’uomo, che aveva perso la sua richiesta di diventare governatore di Basilan nelle elezioni di maggio 2010, ora governa le cinque province di ARMM.

Quando gli è stato chiesto della Bangsamoro a 44 anni dal massacro di Jabidah, Hataman ha detto che “stanno incamminando verso più alte mete nella costruzione di una genuina autodeterminazione”.

“I nostri progressi nella riforma e nel cambio effettivo dell’ARMM manifesta la determinazione della Bangsamoro a comandare e governare il proprio destino come popolo. La realizzazione che sia possibile un nuovo e progressivo ARMM valida ancor di più e costruisce la legittimazione della lotta dei Bangsamoro per il diritto all’autodeterminazione.

E dopo 44 anni, è ora l’attuale giovane generazione dei Bangsamoro che guiderà l’avanzamento delle aspirazioni della nostra gente.” ha detto Hataman il cui comando nell’ ARMM raggiunge presto i 90 giorni.

Hataman è nato l’11 settembre 1972 dopo quattro anni dal massacro a pochi giorni dalla dichiarazione della legge marziale di Marcos. Ha assunto il posto do governatore facente funzione il 22 dicembre 2011 ed ha tempo fino al 30 giugno 2013 per mostrare una ARMM riformata.

Alcune ore dopo la sua nomina, ha detto alla “People’s Address” nel recinto dell’ARMM a Cotabato City che “sarà il popolo a decidere cosa faremo della nostra regione”.

“Questa è la riforma che vi promettiamo e che incastoniamo, non saremo scossi dalla politica, o dalle pressioni. Quello che è importante è quello che è dovuto al popolo, questo è quello che faremo.” ha detto in filippino.

Parafrasando il discorso inaugurale di Noynoy Aquino “voi siete i miei capi” Hataman ha detto “Sarete voi a comandare qui nell’ARMM”.

Samira Gutoc, un membro dei Giovani Professionisti Moro, ha detto:

“Sebbene un oscuro ricordo, il massacro di Jabidah, sia il segno dell’orgoglio Moro che ha fatto riconoscere la nostra identità a livello internazionale, … Questa amministrazione della riforma dell’ARMM è un servitore della nostra aspirazione dell’unità Moro”.

Per Naguib Sinarimbo, segretario esecutivo dell’ARMM dal dicembre 2009 al dicembre 2011, il 18 marzo “non dovrebbe essere soltanto una giornata di ricordo ma un tributo alla storia della nostra lotta per il nostro diritto a determinare il nostro futuro”

“Il massacro di Jabidah un tempo alimentava il mio attivismo durante i giorni dell’università e so che continuerà ad ispirare generazioni di Bangsamoro dopo di noi, compreso i miei figli.

Spero comunque che quella data non sarà solo una data per ricordare massacri e la guerra che ispirò, ma un giardino della memoria dove alimentiamo lo zelo per costruire una comunità che onori sia la sua storia e le sue potenzialità, dove forse i miei figli possano vivere e sognare liberi dal peso della loro etnia o della religione”.

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