Tra Filippine e Vietnam ci sono ostacoli di vario tipo ad una alleanza piena, sia di tipo ideologico che operativo e tecnico, oltre ad una certa sfiducia.
Il presidente filippino Marcos Figlio ha parlato di promettenti legami con il Vietnam quando incontrò per la prima volta il premier vietnamita Pham Minh Chinh in un incontro a latere del Summit ASEAN in Cambogia a novembre scorso.
Sempre a novembre il presidente filippino ha ospitato al palazzo presidenziale Vuong Dinh Hue, presidente dell’Assemblea Nazionale Vietnamita, il quale parlò del bisogno di “fare di più per migliorare le relazioni tra i rispettivi partiti politici e le relazioni tra i governi ed i parlamenti”.

Il mese scorso incontrò di nuovo Pham durante il Summit ASEAN in Indonesia per continuare i colloqui comprese le dispute nel Mare Cinese Meridionale. Marcos sottolineò il bisogno di parlare con sincerità e di trovare un modo per assicurare che Filippine e Vietnam gestiscano le dispute all’interno di sforzi maggiori verso una partnership strategica completa.
Subito dopo i due paesi il decimo incontro del Gruppo di lavoro permanente congiunto sulle questioni marittime e oceaniche di alto livello per coordinare meglio le loro posizioni sul Mare Cinese Meridionale ed esplorare la cooperazione specie nella sicurezza marittima.
I due paesi, a quanto pare, sono intenzionati ad esplorare un’alleanza di fatto tra le preoccupazioni per l’espansione della presa cinese nelle acque adiacenti. Ma ogni cooperazione sostanziale tra Filippine e Vietnam dovrà misurarsi con i dubbi strategici ed ideologici, il primato economico cinese e gli effetti a catena della crescente competizione delle grandi potenze nella regione.
Dopo essere stati avversari nella Guerra Fredda con le Filippine che ospitavano le basi americane essenziali per le operazioni in Vietnam, Manila ed Hanoi hanno costruito legami sempre più cordiali negli anni 90. Fu l’amministrazione Ramos a sostenere l’entrata del Vietnam nell’ASEAN che fu fondato da paesi vicini ai paesi occidentali.
Da paesi che hanno rivendicazioni nel Mare Cinese Meridionale, si sono coordinati per creare un codice di condotta regionale in mare aprendo la strada alla dichiarazione del 2002 del Codice di Condotta delle Parti tra ASEAN e Cina. A metà degli anni 2000 i legami bilaterali raggiunsero una nuova fase quando l’amministrazione Arroyo incluse Hanoi in un accordo trilaterale di esplorazione energetica con Pechino nel Mare Cinese Meridionale.
Il momento decisivo nelle relazioni strategiche giunse nel 2010 quando Hanoi, da presidente di turno ASEAN, ricercò maggiore intervento americano nelle dispute in mare che portò l’amministrazione Obama a dire che avrebbe trattato la libertà di navigazione nelle acque contestate come una questione di interesse nazionale. Si aprì la strada ad una maggiore presenza navale americana nel mare cinese meridionale.
Con l’amministrazione Aquino Manila iniziò a perseguire la partnership strategica con Hanoi nel crescere delle tensioni con Pechino. Truppe filippine e Vietnamite tennero eventi sportivi nelle acque contestate delle isole Spratly mentre i diplomatici lavoravano ad un caso potenziale di arbitrato congiunto contro la Cina.
Tra le maggiori visite di navi vietnamite a Manila, Aquino tenne colloqui di alto livello con la controparte vietnamita per rafforzare l’alleanza contro la Cina.
L’alleanza era incoraggiata dagli USA che separatamente aiutarono ad accrescere le capacità di sicurezza in mare dei due paesi. Ma l’elezione di Duterte che favorì legami più forti con Pechino colpendo gli alleati occidentali affondò la nascente alleanza.
Peggio ancora dopo un anno della presidenza Duterte, ci fu uno scontro violento tra i pescatori vietnamiti e la marina filippina, e negli anni successivi Duterte ha largamente snobbato le controparti vietnamite che rimasero sorprese dallo scostamento radicale della politica estera filippina.
Marcos Figlio sin dal suo primo momento ha provato a ravvivare i legami con il Vietnam riconoscendo gli interessi strategici condivisi e il non voler affidarsi solo agli alleati occidentali per contrastare la Cina.
Restano però tre ostacoli principali ad una piena alleanza tra Filippine e Vietnam
Il primo è una certa sfiducia reciproca. Molti della comunità diplomatica filippina si sentono ingannati dal Vietnam. Quando Manila iniziò il proprio caso di arbitrato contro Pechino nel 2013, gli interlocutori vietnamiti avrebbero sostenuto che avrebbero presto aperto a sostegno un proprio caso di arbitrato. Quando ciò non accadde molti filippini sospettarono che Hanoi faceva sì che Manila si prendesse tutto il rischio mentre standosene seduta Hanoi si prendeva i benefici.
Dal canto suo Hanoi segnata dallo scostamento radicale nella politica estera era preoccupata della possibilità di una partnership di lungo corso con un vicino così inaffidabile.
E questo ci porta al secondo ostacolo: differenze strategiche e ideologiche. Sebbene le Filippine abbiano una politica estera instabile, il suo sistema politico democratico liberale e il potere della difesa addestrato dagli USA restano alleati con l’Occidente. Questo è particolarmente importante da quando l’agenda democratica di Biden ha irritato la guida politica vietnamita comunista che teme apertamente un programma di rivoluzione di colore da parte occidentale.
Hanoi che corteggia di nuovo i suoi fratelli di Pechino ha qualche problema sull’allinearsi completamente con Washington e/o con alleati regionali come Manila ed inoltre Hanoi non può permettersi di alienarsi Pechino che è il maggior partner commerciale e di investimento.
Nel frattempo sia i nazionalisti che gli amici di Pechino hanno sempre più preso di mira la presenza espansiva di Hanoi nelle acque contestate. Un importante commentatore filippino vicino a Pechino ha persino descritto il Vietnam come la più seria minaccia nel Mare Cinese Meridionale.
Infine ci sono limiti operazionali ad una robusta alleanza. C’è una mancanza di compatibilità tecnologica ed operativa tra le forze armate filippine dotate di armi USA e quelle vietnamite dotate di armi russe, e ciò potrebbe complicare i piani per grandi esercitazioni, trasferimento di armi e maggiore cooperazione militare anche se i due paesi decidessero di accrescere il coordinamento diplomatico e la condivisione di intelligence nel Mare Cinese Meridionale.
Si può dire che per quanto allettante è improbabile che si realizzi a tutti gli effetti a breve una piena alleanza tra Vietnam e Filippine.
Richard Heydarian, SCMP