Finalmente libera Leila De Lima, ex senatrice filippina in carcere da sette anni, dal 24 febbraio 2017, per tre accuse di traffico di stupefacenti corroborate da dichiarazioni di trafficanti di droga che poi hanno ritrattato orchestrate per il suo forte impegno contro gli omicidi extragiudiziali della guerra alla droga dell’amministrazione Duterte.
“Preziosa libertà! Finalmente libera! Ho atteso questo momento da oltre sei anni ed il giorno è finalmente arrivato. Grazie” ha detto Leila De Lima al suo rilascio dalla prigione di Camp Crane dove era arrestata e dove ci fu persino un tentativo di attacco alla sua persona.
Un tribunale di Muntilupa ha infatti scarcerato Leila De Lima su cauzione alle 7 della sera.
“Non voglio essere triste o amara oggi perché questo è il momento della gioia e dei ringraziamenti” ha dichiarato l’ex senatrice che era stata accusata da Duterte di tre accuse secondo cui avrebbe avuto grandi somme di denaro quando era ministro della giustizia tra il 2010 e il 2016.
Delle tre accuse due sono già cadute in tribunale perché i testimoni hanno confessato di essere stati costretti a denunciarla e hanno perciò ritratto le proprie dichiarazioni. Resta ora il terzo processo ancora in corso.
“Non meritavo di stare in carcere e non voglio che gli altri ne facciano esperienza”.
Messaggi di gioia e vicinanza sono giunti dalla ex vicepresidente filippina Leni Robredo e dalla senatrice Hontiveros secondo cui questa liberazione dimostra come le accuse contro di lei non avevano sostanze ed erano il frutto della sua lotta per la verità.
“In tutti questi anni la senatrice De Lima è stata fonte di isirazione per noi. Il suo coraggio e la sua fedeci hanno portato alla risoluzione a continuare a combattere e a dire la verità contro il potere e continuare a credere che il popolo filippino merita molto di più”.
“Il suo rilascio dal carcere su cauzione è l’inizio della fine per questo vergognoso episodio nella nostra democrazia…” ha detto la senatrice Hontiveros.
“Non sarebbe dovuta essere perseguita ingiustamente né detenuta dall’ex presidente Duterte, la cui amministrazione fabbricò le prove ed usò la macchina di uno stato di abuso per punirla per aver fatto il proprio dovere di senatrice e di aver parlato contro la guerra alla droga” ha detto HRW che ha riconosciuto come l’arresto della De Lima ha ispirato una generazione di avvocati dei diritti umani nelle Filippine e nel mondo.
Amnesty International delle Filippini vede in questa liberazione un passo in avanti per dare giustizia ad un prigioniero di coscienza.
“Leila fu attaccata dal governo per la sua critica alla sanguinaria guerra alla droga e altre violazioni di diritti umani. Non avrebbe dovuto passare neanche un giorno in carcere. L’ultimo caso che la riguarda deve essere velocemente risolto e chi era dietro questa detenzione arbitraria deve essere portato davanti ai giudici” ha detto Butch Alano di AI che ha chiesto anche la protezione per la De Lima che fu oggetto di un sequestro di persona in carcere ad opera di tre militanti islamici poi uccisi.
Soddisfazione per la liberazione di De Lima è stata espressa dagli ambasciatori della UE e degli USA chesi sono detti compiaciuti di questa notizia che è “un passo significativo per il governo della legge nelle Filippine. Una svolta positiva nel perseguimento della giustizia. Spero che sarà accelerata la risoluzione dell’accusa restante.”
Il Parlamento Europeo aveva chiesto in passato di “lasciar cadere tutte le accuse motivate politicamente contro la Senatrice De Lima, per rilasciarla in attesa del processo e permettere di esercitare liberamente i diritti e i doveri di un rappresentante eletto…”.
Si deve ricordare che la De Lima già da presidente della Commissione dei Diritti Umani aveva indagato la cosiddetta Squadra della Morte di Davao dove Duterte era sindaco prima di diventare presidente.
Nel 2016 fu tra i primi a denunciare l’ondata di omicidi della guerra alla droga e a lanciare un’indagine del Senato a cui seguì una campagna denigratoria e sporca di Duterte che l’accusava di usare il proprio autista, di cui era l’amante, per raccogliere le prebende del traffico della droga.
Il suo stesso autista fu poi tra coloro che coinvolsero la De Lima nel traffico di droga per ritrarre poi le proprie dichiarazioni successivamente.
Il ministro della giustizia Remulla ha detto che questo caso mostra quanto il sistema giudiziario sia indipendente dall’esecutivo e che si è liberi di decidere cosa è giusto fare.
“Mostra che c’è democrazia” ha detto Remulla.
Resta per molte organizzazioni dei diritti l’obiettivo di far cadere tutte le accuse pretestuose contro la De Lima e rilasciare tutti i prigionieri politici, secondo Brosas del gruppo Karapatan.
Bisogna ricordare che il tribunale penale internazionale, ICC, ha deciso di riprendere le indagini sulla guerra alla droga di Duterte verso cui la amministrazione attuale di Marcos Figlio ha già detto che non saranno permesse indagini nelle Filippine, dando così protezione al suo clan alleato di Duterte.
Si ricorda che Sara Duterte è attualmente vicepresidente e ciò ha impedito a Marcos di esercitare i propri poteri per rilasciare la De Lima.
Ora che ci sono frizioni interne all’alleanza, che hanno comportato tra l’altro l’esclusione di Sara Duterte da finanziamenti riservati, forse si è resa possibile la liberazione di De Lima a lungo chiesta da USA e UE.
In questo modo Marcos Figlio, su cui grava ancora il passato di dittatore del padre, potrà avere credenziali migliori da presentare al prossimo vertice APEC a San Francisco dove chiederà sostegno anche alla luce della sempre più forte presenza cinese nel Mare Cinese Meridionale.