Fiume Salween ultimo fiume asiatico a scorrere libero

Nonostante nuovi scontri tra gruppi etnici birmani e le forze dell’esercito birmano che continuano a creare problemi al processo di pace, con le conseguenti proteste pacifiste, le speranze di sviluppo economico in Birmania restano elevate.

Come ha rilevato Aun San Suu Kyi agli investitori americani nel suo viaggio in USA a settembre, il settore delle infrastrutture dell’energia idroelettrica è una fonte potenziale in crescita di investimenti stranieri.

Un progetto pianificato avrà un diretto impatto sul fiume Salween che ha una biodiversità simile a quella del Mekong, il cui bacino è condiviso da vari paesi della regione.

Il Salween è l’ultimo fiume internazionale in Asia a scorrere liberamente dove vivono 7000 specie di piante, 80 animali e pesci rari o in pericolo di estinzione in Cina, come pure circa 7 milionidi persone che dipendono dal suo ecosistema. Si pianificano attualmente 15 dighe idroelettriche sul corso del fiume Salween ed otto si trovano in Birmania.

Sono state espresse preoccupazioni sui progetti di sviluppo sul Salween che colpirebbero la popolazione di tre paesi.

Il fiume Salween, che in Cina si chiama Nu, Salawin in Thailandia e Thanlwin in Birmania, nasce dall’altopiano tibetano, attraversa lo Yunnan cinese e attraversa la Birmania formando la frontiera con la Thailandia in alcuni punti, prima di scaricarsi nel mare delle Andamane.

La geografia ha forse foggiato la traiettoria storica del fiume, ma oggi è la globalizzazione, come mostrato nelle strategie nazionali per promuovere lo sviluppo economico e l’integrazione regionale, a foggiare lo sviluppo del bacino del Salween.

Mentre si presenta lo svilupp odi infrastrutture di larga scala come un mezzo per lo sviluppo economico e la riduzione della povertà nei paesi di sviluppo, tali progetti pongono notevoli rischi alle comunità che vivono lungo il corso del fiume e per l’ambiente nel complesso. Le dighe sul Salween, se costruite, non solo cambieranno gli ecosistemi del fiume e le fluttuazioni di livello delle acque con i monsoni, ma anche trasformeranno un vasto campo di panorami agricoli da cui le comunità locali dipendono per il loro sostentamento.

Negli anni scorsi tra le paure per i progetti idroelettrici le entità finanziarie internazionali come la IFC hanno cominciato a sostenere l’idea della idroelettricità sostenibile.

In Birmania significa una “prospettiva larga quanto il bacino” per governare efficacemente la pianificazione idroelettrica nel paese. In modo simile la Commissione del Fiume Mekong, La Banca di Sviluppo Asiatica e il WWF hanno unito gli sforzi per sviluppare uno Strumento Rapido di Valutazione di sostenibilità della Idroelettricità su base di Bacino, un metodo per ridurre gli impatti ambientali della idroelettricità.

Mentre in linea di principio sono sforzi da ammirare, resta da vedere se se porteranno alla salvaguardia significativa dell’ambiente e dei diritti umani nel contesto del fiume Salween. Uno sviluppo sostenibile ed equo non lo si raggiunge se non si tiene conto delle considerazioni ed dei bisogni dei poveri e dei marginalizzati quando si gestiscono le risorse naturali.

Nello stato Karen birmano per esempio, progetti infrastrutturali di vasta scala sono storicamente legati ai conflitti. DI recente migliaia di abitanti di villaggi sono stati costretti a scappare dalle case per il violento conflitto armato che avviene nelle vicinanze della pianificata diga Hatgyi sul Salween.

Data la storia lunga di conflitti violenti tra i militari birmani e i gruppi armati etnici di vari stati, lo sviluppo idroelettrico sul fiume Salween è di fatti legato a doppio filo con la discussione vasta del processo di pace attuale in Birmania. Il risultato di questi progetti infrastrutturali potrebbero avere implicazioni dirette per il significato del processo di pace.

Nel tentativo di promuovere l’energia idroelettrica sostenibile, IFC cerca di stabilire il primo Gruppo di lavoro degli sviluppatori dell’idroelettricità come una piattaforma per le imprese del settore per migliorare la sostenibilità e le operazioni di affari, facendo una serie di dialoghi tra agenzie del governo, gruppi della società civile e ONG sulla pianificazione dell’idroelettricità nel paese.

Mentre questi sforzi in teoria potrebbero aprire spazi di dibattiti non è chiaro se agiranno da catalizzatori di cambiamento per rafforzare le comunità locali verso un governo dele acque informato, inclusivo e responsabile.

Storicamente prendere la decisione della idroelettricità tende ad avvenire senza il coinvolgimento delle comunità locali. Le asimmetrie di potere complicano il processo consultivo. Dare risposte chiare a chi vive lungo il fiume se l’elettricità generata servirà all’uso domestico o per l’esportazione ai paesi vicini sarà il primo passo verso una discussione efficace e trasparente.

Un passo in avanti promettente in Birmania è a creazione dei Parchi della Pace del Salween che combinano protezione della biodiversità, gestione della foresta e vivere sostenibile. Il meccanismo si basa sulla gestione esistente della tenuta del suolo nel distretto di Mudraw nello stato Karen, ed ha portato a illuminare il ruolo fondamentale che le comunità locali, ONG ambientali e il governo etnico di fatto gioca nel governo delle risorse naturali.

Ultimo ma non per importanza, la pianificazione dello sviluppo idroelettrico sul fiume in Birmania non lo si può isolare da quanto avviene in Cina.

Lì le ONG ambientali hanno giocato un uolo importante nell’acquisire valutazioni ambientali più comprensive dei progetti idroelettrici. Nel 2004 per esempio i critici riuscirono a fermare un piano per dighe idroelettriche sul tratto cinese del Salween che secondo le valutazioni iniziali avrebbe dovuto ricollocare 50 mila persone. Con la ripresa del piano nel 2013 il numero di dighe fu ridotto da 13 a cinque.

Di recente si è tenuto conto delle economie nella rivalutazione degli impianti idroelettrici: il rallentamento economico cinese ha comportato un surplus di energia generata dagli impianti idroelettrici rendendo lo sviluppo idroelettrico meno allettante di prima.

Le vicende di questo grande fiume internazionale fa vedere la complessità dei progetti nel mondo in via di sviluppo. Mette in luce che lo sviluppo di dighe deve avere luogo solo se serve ad uno scopo maggiore per le popolazioni locali (sicurezza alimentare o prevenzione degli allagamenti), includendo le comunità potenzialmente colpite al di là del suo posizionarsi come un modo per promuovere la crescita economica.

Diana Suhardiman, TheConversation

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