L’obiettivo comune di sconfiggere il potere dominato dai militari alle prossime elezioni generali del 14 maggio potrebbe essere messo in crisi dalla forte competizione elettorale tra i partiti nel campo democratico thai.
Nelle ultime settimane è cresciuta la forte competizione elettorale tra i progressisti del Pheu Thai, PT,e del Move Forward Party, MFP, del campo democratico thai nella crescente scalata del partito di Pita Limjaroenrat che sta acquisendo sempre più forza secondo gli ultimi sondaggi elettorali che danno comunque al Pheu Thai il primo posto.
A confermarlo c’è un messaggio mandato da un membro del Pheu Thai a tutti i candidati del suo partito:
“La popolarità del MFP cresce in molti collegi elettorali. Se non vi sforzate ancora di più nel contattare la gente, non raggiungeremo l’obiettivo di una vittoria a man bassa”.
Il messaggio riflette la paura del suo partito che MFP è il partito più popolare tra la fascia di popolazione tra i 26 e 43 anni.
Secondo un ultimo sondaggio il capo del Move Forward Party, Pita Limjaroenrat è al primo posto tra i potenziali candidati a primo ministro con il 35,44% del voto seguito con il 29.20% dalla candidata Paetongtarn Shinawatra del Pheu Thai.
Sul piano dei partiti invece il PT prevale con il 38,32% contro il 33.96% del MFP secondo il sondaggio fatto dal National Institute of Development Administration (NIDA).
Da decenni il PT ha conquistato il voto popolare contro qualunque partito in competizione nelle elezioni thailandesi visto la sua popolarità nelle aree rurali e nel nordest del paese, ed ora definisce il partito MFA come immaturo, che però non ha intenzione di starsene acquattato.
“Con la dichiarazione del MFP sulla buona politica, sulle buone condizioni di vita ed un buon futuro, dicono che è un sogno ad occhi aperti e che non si avvererà mai in Thailandia. Quando i nostri politici offrono cose oneste, dicono che siamo ingenui” ha detto Piyabutr Saengkanokkul, già membro del disciolto Future Forward che fa campagna elettorale per MFP, facendo un chiaro riferimento al Pheu Thai.
In tutta risposta a questa affermazione alcuni giorni dopo, il vice presidente del PT Poomtham Vejjayachai ha risposto su Twitter:
“La gente vuole un partito politico che sia maturo, capace di lavorare con gli altri in modo collaborativo, e che sia pratico e che porti a termine il suo compito. Sono dei sognatori e non riusciranno a portare avanti il loro obiettivo”
Per il lettore della Burapha University Thouchanok Sattayavinit queste linee di scontro potrebbero danneggiare i due partiti:
“Per i parlamentari delle circoscrizioni il rischio è che perdano entrambi. Si è già visto come i partiti maggiori siano usciti sconfitti da partiti minori nella corsa elettorale individuale”
Ciò implica che se gli elettori del PT e del MFA si dividono potrebbe vincere un terzo candidato, perché il candidato che prende il maggior numero di voti vince il seggio della circoscrizione”.
Però anche i partiti vicini ai militari, che attualmente fanno parte della coalizione di governo, stanno bisticciando.
Il premier Prayuth Chanochoa è sotto la critica della gente del suo governo per le sue politiche economiche benché alcuni dei suoi critici appartengano a partiti differenti da quello del premier.
Uno dei ministri di Prayuth, che è vice presidente del Palang Pracharath Party (PPP), lo accusa per gli alti costi dell’energia ai consumatori.
“Carburante, gas per cucina ed elettricità sono costosi in modo ridicolo. Sono questi i problemi che dobbiamo risolvere velocemente” ha detto il ministro dell’economia digitale Chaiwut Thanakamanusorn con una dichiarazione che ha mandato Prayuth su tutte le furie.
“Non è corretto attaccarmi in questo modo. E’ stato al governo per quattro anni e non è giusto che mi accusino di tutto. Sono dei risultati collettivi sia nel bene che nel male” ha risposto Prayuth ai giornalisti.
Prayuth abbandonò il Palang Pracharath Party (PPP) formando un nuovo partito, UNP o partito della nazione thai unita, che compete alle elezioni, mentre il vice primo ministro di Prayuth e capo dell’esercito in pensione Prawit Wongsuwan è il candidato del PPP a premier.
Anche Suphachai Jaismut, politico del Bhumjaithai Party, ha criticato Prayuth per l’economia ed il presidente del Bhumjaithai Party Anutin Charnvirakul è un altro potenziale candidato premier, dopo essere stato ministro della sanità del governo di Prayuth.
“Fu eletto l’ultima volta perché la gente voleva pace ma oggi abbiamo la pace ma non i soldi. Quello che non abbiamo ancora sono i soldi nel portafoglio” ha detto il politico del BJT riferendosi a Prayuth.
Tra i politici della coalizione di governo Prayuth è il candidato più popolare con un sostegno del 15% degli intervistati, mentre il suo partito UNP registra una popolarità del 12%,
Nonostante la profonda divisione ideologica tra i partiti progressisti e quelli vicini ai militari, alcuni esperti non escludono che ci possa essere una stretta di mano trasversale.
“MFP ha la maggior parte delle condizioni visto che non accetta né Prayuth né Prawit, ed è forse pronto a stare all’opposizione” dice il politologo della Chiang Mai University Nuttakorn Vititanon che aggiunge:
“Quindi se MFP vuole essere partito di governo, deve conquistare quanti più seggi possibili e questo significa attaccare di più chi sta nel suo stesso blocco ideologico, e questo preoccupa il PT. In molte circoscrizioni elettorali, particolarmente quelle urbane, gli elettori scelgono il partito rispetto agli individui.”
Questo però secondo l’analista della Burapha University Thouchanok pone in svantaggio il MFP:
“Credo che se UNP e PPP si uniscono negli sforzi ancora una volta, MFP sarà all’opposizione perché è il solo partito che ha annunciato di voler stare fuori da una coalizione in favore dei militari. E’ difficile predire con chi andrà il PT, per il suo carattere volubile e noi pensiamo che non voglia di nuovo stare all’opposizione”.
Ci vogliono almeno 376 seggi per avere la maggioranza parlamentare quando camera e senato eleggeranno il nuovo capo di governo dalla lista di candidati premier.
Dopo essere giunto al potere con il golpe del 2014 e prima delle elezioni del 2019, la giunta militare guidata da Prayuth cambiò la costituzione e il sistema elettorale in modo che un senato di 250 senatori nominati dalla giunta voti per eleggere il futuro premier.
Dal momento che si prevede che i senatori votino all’unisono per qualcuno del partito dei militari, i candidati democratici potrebbero non farcela a raggiungere i 376 seggi necessari per eleggere il premier anche se vincessero la maggioranza relativa nella camera bassa.
Comunque la maggioranza dei partiti sembrano fiduciosi di vincere seggi a sufficienza per formare un governo senza dipendere dal voto del senato per eleggere il capo del governo, secondo Nuttakorn.
“Da molti dibattiti a cui ho assistito tutti i partiti e coalizioni hanno la stessa base comune, di mitigare il bisogno dell’aiuto del senato nella scelta del premier in parlamento”.
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